Tafferugli sono scoppiati pochi minuti dopo le 16.30 davanti all’ingresso di via Sarfatti dell’università Bocconi di Milano, dove circa duecento manifestanti, tra giovani dei collettivi e attivisti di alcuni centri sociali, hanno cercato di forzare il cordone di polizia e carabinieri in assetto antisommossa che impedivano l’accesso all’ateneo privato dov’è in corso il convegno a cui partecipa il Premier Mario Monti, arrivato in città presentare un libro nell’ambito della manifestazione Bookcity. Contro i manifestanti che tiravano uova piene di vernice, ortaggi e fumogeni, le forze dell’ordine hanno risposto con numerose cariche utilizzando i manganelli. Tutto l’isolato era circondato da centinaia di agenti di Polizia e Carabinieri in tenuta antisommossa fin dall’ora di pranzo. Poco prima dell’arrivo del premier – che poi è stato fatto uscire in tutta fretta scortato da un ingente schieramento di forze dell’ordine – i contestatore si erano radunati di fronte all’ateneo di via Sarfatti, mostrando cartelli con la scritta “Un anno di Monti, austerity, precarietà e manganellate. Auguri”. I giovani hanno acceso fumogeni, distribuito volantini ai giornalisti ed esposto un altro striscione con la scritta “Le parole: democrazia in Europa. I fatti: austerity, precarietà, arresti e manganellate”. Dalla parte opposta della Bocconi, in via Castelbarco, si sono concentrate altre decine di manifestanti.
I manifestanti, dopo altri momenti di tensione e manganellate, verso le 17,30 hanno deciso di dar vita ad un corteo verso il centro del capoluogo lombardo, imboccando viale Bligny. Al grido di “fuck austerity” e protestando contro la repressione e la mancanza di democrazia, più di duecento persone si sono mosse verso il centro di Milano seguiti da Finanzieri e Carabinieri. Il corteo si è poi concluso verso le 18 a Porta Romana, dove i manifestanti si sono sciolti dopo qualche minuto di presidio entrando in metropolitana alla fermata di Crocetta. I manifestanti a un certo punto sono anche risaliti dalla fermata della metropolitana perché gli era arrivata notizia che un loro compagno era stato fermato dalla polizia, identificato e poi rilasciato.
Ma l’episodio forse più significativo è stata la fuga, pochi giorni fa da Carbonia, in Sardegna, dei ministri Barca e Passera dalla conferenza con le autorità locali. Sotto i colpi della rabbia dei minatori e degli operai dell’Alcoa i due ministri e il sottosegretario Vincenti sono stati allontanati in elicottero dall’edificio dove avevano incontrato i sindaci per discutere di aiuti a uno dei territori più depressi dell’isola e dell’interno paese.
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