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Fornero, un ministro in fuga permanente

Inutile chiedere a Elsa Fornero spiegazioni su quel che combina dietro la sua scrivania di nientepopodimeno che ministro. Non vi risponderà mai, chiunque voi siate. E comincia a circolare il sospetto che ciò accada perché non conosce le risposte. Può capitare, a chi è stato paracadutato in quel posto da una Troika che deve aver letto un po’ troppo frettolosamente i curricula dei papabili ministri. Un po’ come avveniva per i potenziali deputati che correvano per Di Pietro.

Ci affidiamo per la cronaca a una fonte insospettabile di antipatia per il ministro: Il Sole 24 Ore, organo di Confindustria.

Un incontro con la stampa «rovinato e impedito dall’insistenza e dalla aggressività della troupe di una trasmissione televisiva», le Iene. Il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Elsa Fornero, ha dovuto lasciare l’auditorium del ministero della Sanità dove avrebbe dovuto svolgersi la conferenza stampa di presentazione della Conferenza nazionale sull’amianto che si svolgerà da domani a Venezia.

Fornero stigmatizza comportamenti che non hanno a che fare col diritto di cronaca Lo ha annunciato il ministero del Lavoro in una nota. «Per correttezza nei confronti del ministro Balduzzi e dei giornalisti convocati, il ministro Fornero aveva deciso di rispettare l’appuntamento nonostante questa mattina non fosse in buona salute. Di fronte però alla prevaricazione della troupe televisiva nei confronti dei giornalisti presenti e l’insistenza nel voler porre questioni che nulla avevano a che fare con i temi previsti, il Ministro Fornero ha dovuto lasciare l’auditorium. Non si può che stigmatizzare simili comportamenti che nulla hanno a che fare col diritto di cronaca», si legge nella nota.

La iena Filippo Roma voleva porre domande sulle condizioni di lavoro dei dipendenti Isfol Il ministro Forneto, appena giunta al ministero della Salute per una conferenza stampa, era stata incalzata con insistenza da un inviato del programma tv “Le iene”, capeggiata da Filippo Roma. Roma ha rincorso e incalzato la Fornero per porgli alcune domande «sulle condizioni di lavoro dei dipendenti dell’Isfol, istituto di ricerca controllato dal ministero del Lavoro», ha riferito Roma. Il ministro, dopo aver avuto un colloquio con Balduzzi, ha preferito abbandonare la conferenza.

Riassumiamo:
– gli incontri con la stampa vanno benissimo se non vengono “rovinati” da domande inopportune, sgradite, ripetute (quando non si risponde, per esempio nel giornalismo anglosassone, il cronista è obbligato a far notare la cosa, anche se si trova davanti al presidente degli Stati Uniti)
– le domande “fuori tema” rispetto al luogo in cui ci si trova non sono per lei ammissibili (come se Obama fosse abituato a rispondere alle domande sull’amministrazione che guida soltanto quando si trova dentro la Casa Bianca, e quindi pretendesse di parlare solo di basket quando va a vedere una partita)
– il “diritto di cronaca” per lei si ferma al raccontino della sua presenza e delle sue “dichiarazioni spontanee”, senza alcun contraddittorio (scusate il linguaggio processuale, ma quando ce co’, ce vo’)
– l’Isfol – con tutto il suo carico di precari – dipende da lei, ma lei non ne vuol rispondere (dirige un ministero, mica è responsabile di quel che fa…)

Inevitabile il commento dell’Usb Ricerca, che guida da anni anni le lotte dei precari dell’Istituto.

“La vicenda dei precari dell’ISFOL, Ente Pubblico di Ricerca vigilato dal Ministero del Lavoro, utilizzati per anni con contratto Co.co.co. pur essendo, di fatto, lavoratori subordinati a tutti gli effetti, come peraltro sancito dagli ispettori del Lavoro, sta assumendo contorni grotteschi”, esordisce Enrico Mari, dell’USB ISFOL.
“Oggi il Ministro Fornero ‘fugge’ dalle troupe de “Le Iene”, rimandando ad un giornalismo che ha poco a che vedere col diritto di cronaca. Ciò che preme sottolineare a USB – prosegue Mari – è che Fornero fugge soprattutto dalle proprie responsabilità. Infatti da mesi i lavoratori dell’ISFOL, sostenuti dall’USB, hanno aperto una vertenza col Ministro del Lavoro, portata avanti anche con un’occupazione dell’Istituto. Questa vertenza interessa non solo la questione del precariato, ma il futuro stesso dell’Istituto ed il tentativo di trasformarne una parte significativa in agenzia”.
“Su tutto questo il Ministro tace – conclude Mari – e non vorremmo che il suo silenzio fosse un implicito avallo a svendere un ulteriore pezzo importante della Ricerca Pubblica per coltivare appieno degli interessi privati, portati avanti da una regia squisitamente politica”.

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