Fare informazione sui movimenti di lotta è difficile, ma nemmeno troppo. Basta fare un po’ di attenzione e seguire con un minimo di “partecipazione politica” quel che si sta muovendo.
Diventa dannoso e deviante, invece, buttar dentro un “pezzo” informazioni affastellate e senza distinzioni-chiave. A quelli de “Il fatto” per esempio, capita di scrivere che la scuola e gli studenti tornano in piazza sabato 24 novembre (giusto!) e che “ci sarà anche Casapound” (FALSO clamoroso; fanno una marcetta “nazionale e nazionalista” per far finta di essere contro il governo Monti, completamente separata e monitorata da lontano in modo da evitare provocazioni di ogni genere).
Aumentano di giorno in giorno le scuole occupate, sia a Roma che in altre città italiane. Lunedì si contavano circa 70 istituti in agitazione, di cui una sessantina a Roma e gli altri a Genzano, Frascati, Ostia, Fregene e Acilia. Domenica sera c’è stato un blitz degli studenti del liceo Avogadro, che travisati con maschere e sciarpe, si sono introdotti nell’istituto e hanno bloccato con banchi e sedie gli ingressi. Tra gli altri sono ancora occupati il liceo Giulio Cesare, l’Archimede, l’Aristofane, il Darwin, il Tasso e il Benedetto Croce. A Roma sud sono occcupati i licei Levi Civita, Bendetto Da Norcia, Francesco d’Assisi.E lunedì pomeriggio le scuole del X Municipio hanno organizzato un flashmob a Cinecittà.
Ma anche dove non si occupa si moltiplicano le iniziative per spiegare a docenti,studenti, genitori cosa sta diventando la scuola pubblica dopo decenni di tagli e stravolgimenti per favorire quelle private (in genere cattoliche, ma anche “confindustriali”). E che ora è stata data in gestione a un soggetto capace di pronunciare frasi come questa: ”Il Paese va allenato. Dobbiamo usare un po’ di bastone e un po’ di carota e qualche volta dobbiamo utilizzare un po’ di più il bastone e un po’ meno la carota. In altri momenti bisogna dare più carote, ma mai troppe”.
La giornata di sabato può soddisfare tutti i gusti, da quelli moderati filo-governativi (è una contraddizione che lacera i sindacati concertativi: costretti a indire uno sciopero e una finta manifestazione, perché costretti dal malumore della base, ma ansiosi di dar prova di “affidabilità” rispetto alle politiche che vanno smantellando l’istruzione poubblica) a quelli antagonisti.
Nella Capitale, in occasione dello sciopero nazionale della scuola indetto da tutti i sindacati, spesso anche autonomamente viste le grandi differenze consolidate (persino tra la Cgil e Cisl, Uil, Gilda), ci sarà uno stazionamento “moderato” in piazza del Popolo e un corteo che parte da piazza della Repubblica, con appuntamento alle 10.
Il volantino dei Cobas:
Scioperiamo e manifestiamo tutti/e in un unico grande corteo a Roma (P. della Repubblica, ore 10)
Il 14 novembre, mentre in 27 paesi europei milioni di persone manifestavano contro le politiche di austerità e i massacri sociali del liberismo, in Italia centinaia di migliaia di studenti, docenti ed Ata segnavano con la loro forte presenza lo sciopero generale di tutte le categorie convocato dai COBAS e dalla Cgil e in particolare i cortei che, insieme agli studenti, abbiamo organizzato in 30 città. Enorme la partecipazione a Roma dove circa 80 mila persone hanno bloccato la città, arrivando pure di fronte al Parlamento e purtroppo dovendo subire anche un’ignobile aggressione poliziesca che ha provocato il ferimento di studenti giovanissimi e l’arresto di otto di essi, ora scarcerati. Notevole la partecipazione anche a Torino e Napoli, con 20 mila persone, a Bologna con 15 mila, a Pisa con 8 mila, e circa 5 mila a Cagliari, Firenze, Bari, Catania, Genova e Palermo, e buona la presenza anche nelle manifestazioni di altre città.
Grande rilievo ovunque ha avuto la protesta del popolo della scuola pubblica contro la politica scolastica del governo, il folle aumento dell’orario frontale nelle medie e superiori a parità di salario, il continuo impoverimento dell’istruzione pubblica, l’espulsione dei precari, la deportazione degli insegnanti “inidonei”, il blocco di contratti e scatti di anzianità, la legge Aprea-Ghizzoni e il concorsaccio per i precari.
La giornata del 14 e le precedenti mobilitazioni del popolo della scuola pubblica stanno mettendo in crisi l’intera politica scolastica del governo che ora prova a bloccare il movimento promettendo il ritiro dalla legge di in-stabilità dell’assurdo aumento orario. Vedremo martedì e mercoledì prossimi, quando è previsto il voto alla Camera, se tale ritiro sarà effettivo: il ché dimostrerebbe che solo la lotta ampia, unitaria e costante paga. Ma di certo il movimento di protesta, che vuole cambiare radicalmente l’intera politica scolastica di immiserimento della scuola praticata da Profumo – come dai precedenti ministri Berlinguer, De Mauro, Moratti, Fioroni e Gelmini – non può fermarsi qui, perché dobbiamo anche respingere i tagli di posti di lavoro, scuole, classi e materie, l’espulsione e il concorsaccio dei precari, il blocco dei contratti e degli scatti di anzianità, la legge Aprea-Ghizzoni, la deportazione degli “inidonei”, la scuola-miseria e la scuola-quiz dell’Invalsi.
Dunque è decisiva la massima riuscita dello sciopero della scuola del 24 novembre, convocato per la prima volta da tutti i principali sindacati di categoria, e di una grandiosa manifestazione unitaria del popolo della scuola pubblica a Roma. Finora non abbiamo ricevuto alcuna risposta ai nostri appelli in tal senso da parte degli altri sindacati promotori dello sciopero e anzi abbiamo appreso che essi hanno convocato una manifestazione stanziale a P. del Popolo. Tenendo conto della grande partecipazione di lavoratori/trici della scuola e di studenti che ci attendiamo a Roma, una iniziativa stanziale in una piazza peraltro ben poco capiente per la marea di manifestanti che legittimamente ci attendiamo, appare del tutto inadeguata. Proponiamo dunque agli altri sindacati, agli studenti medi e universitari, ai precari, ai Comitati e coordinamenti e all’intero popolo della scuola pubblica di organizzare una manifestazione unitaria che parta da P. della Repubblica alle ore 10 e si diriga in corteo verso il centro della città: e invitiamo le strutture di movimento, le RSU, i comitati e collettivi di studenti, docenti ed Ata ad impegnarsi in prima persona per raggiungere questo risultato.
Qui di seguito, invece, l’analisi dell’Usb sulle misure in corso di approvazione da parte del Parlamento.
Ecco dove voleva arrivare il Governo! taglio del 4,6% del salario accessorio, furto delle ferie per i precari, tutti danni alla Scuola!
in allegato Scheda sulla Legge di Stabilità, Resoconto del dibattito in Commissione Bilancio dell’11 novembre
Consigliamo a tutti la lettura del dibattito in Commissione Bilancio in merito alle modifiche all’art.3 (quello sulla Scuola) nella Legge di Stabilità 2013-2014. Il balletto dei ringraziamenti reciproci è stucchevole!!
Consigliamo altresì la lettura della Scheda nel dettaglio dei commi e delle tabelle dei saldi della manovra per la scuola, di come sono cambiati nell’arco di una settimana.
per riassumere i tagli sono così ripartiti:
comma/anno | 2013 | 2014 | 2015 |
42 bis/sede Ministero | 6 | 6 | |
42 ter/ fondo per la Ricerca | 20 | 20 | 20 |
42 quater/ Fondo Ricerca | 30 | ||
42 quinquies/ Fondo Istituzioni Scolastica | 47,5 | 47,5 | 47,5 |
42 sexies/ Fondo valorizzazione Isti.Scol. | 83,6 | 119,4 | 125,5 |
46 /comandati | 2,5 | 7,6 | 7,6 |
totali | 183,6 | 200,5 | 206,6 |
Per il FIS lo scorso anno il finanziamento fu di 1.024 milioni di euro.
Solo per le attività aggiuntive (FIS) il taglio è, dunque, del 4,6%
Se si considera che gli stanziamenti per il POF (i famosi progetti) e altre attività come la formazione per il personale, previsti per la Legge 440/97, negli ultimi 10 anni sono stati tagliati del 72% ( da 307 a 87 milioni),
il fondo Miglioramento dell’Offerta Formativa (MOF) cioè il FIS più gli altri stanziamenti per la realizzazione dell’autonomia scolastica, (con ad esempio i progetti del POF, o le funzioni strumentali) sta diventando la riserva di caccia di fondi che -ben più dei nostri scioperi delle attività straordinarie- porteranno al taglio degli stipendi dei lavoratori della scuola e alla negazione del diritto allo studio per gli studenti.
Leggendo nel dettaglio la Scheda e il dibattito in Commissione ne abbiamo tratto la considerazione che abbiamo avuto ragione da subito: la discussione sull’orario dei docenti era una prova generale per il prossimo contratto, e il giochino delle parti (Governo, partiti, sindacati) doveva permettere a tutti di portare a casa un risultato.
Il Governo ha tagliato più di quanto gli chiedeva la spending review (per il pareggio di Bilancio vedi la modifica art. 81 Costituzione)
Tagli in milioni di euro | Anno 2013 | Anno 2014 | Anno 2015 |
Nuovo elaborazione Com. Bilancio | 181 | 192,9 | 172 |
Nuovo nostra elaborazione 1 | 183,6 | 200,6 | 206,6 |
Vecchio previsti dall’art. 7, c. da 12 a 15, del D.L. 95/2012 (spending review) | 157,3 | 172,7 | 236,7 |
Vecchio proposto dal MIUR | 240,4 | 721,3 | 721,3 |
Vedi Scheda Legge di Stabilità
I Partiti hanno sfoderato la loro migliore retorica sul loro impegno per la Scuola salvo poi come ha spiegato l’on. Brunetta convenire che
“il disagio che si è diffuso in questi giorni nel mondo scolastico, nell’opinione pubblica e nel mondo politico era legato ad una questione di mero metodo e non ad un conflitto all’interno della maggioranza”
Infatti i tagli e il Bilancio sono “salvi” e sempre e comunque sulle spalle dei lavoratori della Scuola.
I Sindacati ora si dicono soddisfatti del passo in avanti conquistato con “la lotta”!! Ma anche loro non possono nascondere che gli scatti d’anzianità o il rinnovo del contratto sono oramai ipotecati e questo non gli consente, ancora, di ritirare gli scioperi farsa imposti alla categoria.
La lotta è indispensabile per bloccare disegni molto foschi sulla Scuola, dai tagli all’aumento dell’orario e dei carichi di lavoro e, soprattutto, alle modifiche delle regole della vita democratica che rendono possibile il passaggio superiore:
la trasformazione delle Scuola pubblica statale in Scuola pubblica statale che funziona come la PRIVATA!
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