Mario Monti, nonostante il colloquio con Giorgio Napolitano, ancora non ha sciolto la riserva sulla sua entrata a gamba tesa nella campagna elettorale. Forte dell’imprimatur ricevuto dall’establishment e dai poteri forti nell’Unione Europea (e anche dell’amministrazione Usa), Monti tiene molti ancora sulle spine sia nel centro-destra che nel centro-sinistra. Sono ormai molte le ipotesi secondo il presidente del Consiglio, nel caso – ancor non scontato – di un impegno diretto nella campagna elettorale, sarebbe tentato dal costruire una lista elettorale, aggregando chi si riconoscerà nella sua agenda, la famigerata e socialmente sanguinosa “Agenda Monti”.
Monti, essendo già senatore a vita, non può candidarsi. Potrebbe però diventare l’icona e il ‘regista’ intorno al quale cooptare tutti coloro che condividono la sua agenda. Di questo hanno discusso Napolitano e Monti ieri al Quirinale
Napolitano, pressato da Bersani e dal Pd che vedono sfuggire per la seconda volta la loro possibilità di guidare il governo, ha chiesto lumi a Monti sulle sue intenzioni. Ma anche davanti al presidente della Repubblica, Monti non si è sbottonato. Di incognite ce ne sono ancora tante, a cominciare dai tempi strettissimi in cui si dovrebbe dar vita al progetto.
Monti avrebbe l’intenzione di puntare sugli elettori “delusi” dai due schieramenti, nella convinzione che la sua “discesa in campo” potrebbe riportarli alle urne. Ma il rischio che le attese non siano rispettate, anche a giudicare dai sondaggi, è molto alto, perchè nonostante l’aperto sostegno e ingerenza dei poteri esterni, l’appeal di Monti, del suo governo e della sua agenda tra gli elettori non è affatto scontato. Monti e i suoi spin doctor stanno valutando anche altri scenari, che lo vedrebbero meno esposto al giudizio delle urne. Ecco perché da palazzo Chigi, senza smentire il progetto di una ‘lista-Monti’, si limitano a dire che “tutte le ipotesi sono possibili”. La decisione sarà presa nei prossimi giorni e annunciata solo dopo il varo della legge di stabilità.
Fonti del Quirinale confermano comunque che Napolitano e Monti hanno discusso del calendario della crisi ed anche delle procedure per arrivare al voto il 17 febbraio: su questo punto ci sarebbero i dubbi dei tecnici governativi circa la possibilità di portare a compimento tutte le procedure in tempo utile. Da qui nasce l’ipotesi circolata in queste ore di uno spostamento della data al 24 febbraio.
Il primo appuntamento nel quale Monti potrebbe dare l’annuncio ufficiale sulle sue intenzioni resta la conferenza stampa del presidente del Consiglio di fine anno prevista per il prossimo 21 dicembre. Secondo alcune indiscrezioni, dopo lo scioglimento delle Camere, che potrebbe avvenire entro questa settimana, Monti convocherebbe una nuova conferenza stampa non legata al suo ruolo istituzionale e in quella sede potrebbe dare l’annuncio ufficiale sul proprio impegno politico.
Le ipotesi su cui Monti e i suoi consiglieri starebbero lavorando sarebbero due: o il via libera a una lista che fa riferimento al suo nome oppure la presentazione di un programma di governo – l’agenda Monti appunto – che i partiti e le liste dovrebbero sottoscrivere formando un’alleanza nella campagna elettorale che sia il preludio della prossima maggioranza.
La prima ipotesi e’ quella piu’ accreditata, mentre la seconda non dispiacerebbe soprattutto al Pd, oggi preso dal panico, il quale potrebbe approfittarne per rilanciare la candidatura di Monti alla presidenza della Repubblica senza mettere in discussione l’insediamento di Pier Luigi Bersani, previo un accordo con il nuovo polo centrista di Casini e Montezemolo, per Palazzo Chigi.
Nei prossimi giorni è previsto un incontro diretto tra Monti e Bersani, in un clima di nervosismo crescente nelle file del Pd rivelato dall’intervista di D’Alema al Corriere nella Sera nella quale definiva moralmente inaccettabile una candidatura di Monti dopo che il Pd lo ha apertamente sostenuto durante tutto il suo mandato e in tutte le sue scelte, incluse quelle più antipopolari. Oggi su l’Unità, il prof. Michele Prospero ha pubblicato un lucidissimo intervento sulla lotta scatenata dalle oligarchie contro i partiti, una lotta tesa a delegittimare i partiti come portatori di interessi sociali specifici ma con una visione generale dei problemi del paese. Al contrario le oligarchie hanno una visione ristretta della supremazia dei propri interessi rispetto a quelli di tutti gli altri. Una presa di coscienza lucida ma tardiva di un processo che ha le sue fondamenta dentro la costruzione dell’apparato dell’Unione Europea di cui Monti e la sua agenda sono espressione.
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joy
Bersani al governo porterà avanti l’agenda Monti (salvo far finta di no), Berlusconi fa finta di essere contro Monti ma per vincere deve avere l’appoggio dei banchieri e quindi portare avanti sempre la solita agenda, il centro ha l’agenda Mo