Menu

Dal Civis al Crealis Neo. Bologna ci riprova col Filobus

Il Cipe ha infatti sbloccato l’investimento da 105 milioni di euro (su 182) per il progetto di “modernizzazione” della linea di trasporto bolognese, da tutti i bolognesi conosciuto come “Civis”. Il progetto era stato approvato dalla giunta Guazzaloca per collegare le due estremità periferiche di Bologna, S. Lazzaro di Savena e Borgo Panigale. Una volta iniziati i lavori il sindaco successivo, il buon vecchio Cofferati, reputò il tragitto non adeguato e iniziò un nuovo sconvolgimento dei quartieri per la chiusura dei cantieri e l’apertura di altri cantieri. Infine, nel 2011, il progetto fu bocciato dal Ministero dei Trasporti, perché il filobus, non rispettava le misure di sicurezza per la guida. I cantieri erano così stati chiusi, e i filobus parcheggiati nella prima periferia nord di Bologna. L’allora Atc (oggi Tper) iniziava così la sua battaglia legale contro i fornitori e gli appaltatori del consorzio Civis, tra cui Iribus  e il colosso cooperativo leader nel settore edile Ccc, durata fino allo scorso novembre, quando la mediazione del prefetto ha messo fine alla diatriba, promettendo un nuovo mezzo di trasporto alternativo.
E così muore il “Civis” e nasce il “Crealis Neo”, uno “straodinario filobus di 18 metri, praticamente identico al suo sfortunato predecessore Civis, con qualche accorgimento al sistema di guida e di posteggio. Un mezzo non inquinante, all’ultimo grido (all’oggi!), Euro 6, con il sistema a guida ottica per la sosta alle fermate già collaudato in molte città metropolitane del Nord Europa.
Il sindaco Merola non perde l’occasione per elogiare questo “nuovo” progetto, che “doterà Bologna entro due anni di una filovia modera al servizio della città”. Una boccata di ossigeno infatti per le casse del comune, che vede sbloccati quasi 200 milioni di euro di finanziamenti. Si complimentano per il colpo incassato, ovviamente, anche Provincia, Regione e Tper.
Una boccata d’ossigeno anche per Iribus che dovrà fabbricare 49 nuovi filobus, e per la CCC che dovrà completare la pavimentazione e le linee elettriche da San Lazzaro fino alla periferia est di Bologna. Bologna verrà quindi sventrata da via S. Vitale a Strada Maggiore, con il beneplacito della Soprintendenza ai Beni culturali che dovrà monitorare la situazione archeologica del sottosuolo delle vie più vecchie di Bologna.
Non si può sapere quali saranno gli equilibri, ne se questa opera sarà mai conclusa e a favore di chi: l’unica cosa certa di questa piccola grande opera è che Bologna verrà di nuovo investita dall’ennesimo tentativo di modernizzazione del sistema di trasporto urbano, oltre che da una serie di cantieri che dovrebbero durare almeno due anni, che cambieranno gli assetti della città e che arricchiranno ancora le solite compagnie e cooperative che girano intorno alla fabbrica della cementificazione.

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *