Ieri a Niscemi alcuni militanti No Muos hanno bloccato per qualche minuto il passaggio del pullman di giornalisti diretti alla base del Sistema satellitare Usa per un tour organizzato per i media dall’ambasciata americana in Italia. I dimostranti hanno innalzato uno striscione con la scritta “L’informazione non si USA” e hanno urlato ai giornalisti: “Non vogliamo il Muos a Niscemi”.
Oggi si è tenuta inveve la conferenza stampa dei legali del coordinamento regionale dei comitati No Muos che rappresentano in giudizio un gruppo di cittadini niscemesi nell’ambito dei tre ricorsi attualmente pendenti avanti il Tar di Palermo.
Due ricorsi sono stati presentati dal Ministero della Difesa contro la Regione Siciliana e il Comune di Niscemi per l’annullamento della revoca delle autorizzazioni all’installazione del Muos e per ottenere un risarcimento danni di 50000 dollari al giorno dal 29 marzo. La legittimazione ad agire del Ministero della Difesa è fortemente contestata dai legali del coordinamento, e a tal proposito, il Tar ha richiesto un’integrazione documentale all’avvocatura di stato. La prossima udienza è prevista per il 9 luglio.
Il terzo ricorso è quello presentato dal Comune di Niscemi contro i provvedimenti autorizzatori del Muos rilasciati dalla Regione Siciliana nel 2011. Il Tar, con decreto del 6 giugno 2013, ha disposto la prosecuzione della verificazione affidata al Prof. D’Amore, (Preside del Dipartimento di Ingegneria dell’Università di Roma La Sapienza) assegnando il termine di 60 giorni per il deposito della relazione finale. Il Provvedimento, motivato dalla necessità di procedere ad una decisione complessiva dell’intera vicenda, dimostra la volontà del TAR Palermo di decidere questo ricorso insieme a quelli presentati dal Ministero della Difesa giovandosi delle valutazioni tecniche di un organo di verifica tecnica indipendente nominato dallo stesso TAR.
Il Coordinamento Regionale dei Comitati No MUOS da tempo lamenta come l’Istituto Superiore di Sanità, in quanto organo ministeriale, non potesse più essere ritenuto organo indipendente dopo la proposizione del ricorso da parte del Ministero della Difesa. E proprio per domani 21 giugno è attesa l’uscita dei risultati dello studio, la cui legittimità è assolutamente carente non solo per la mancanza di imparzialità dell’ISS, ma anche per il fatto che una struttura così complessa ed impattante come il MUOS, non può essere studiata in così pochi giorni. Ma soprattutto rimane irrisolto il problema della mancanza di dati che dovrebbero essere forniti dalla US Navy, (in quanto le emissioni del Muos non sono misurabili a Niscemi perché le parabole non sono ancora in funzione) e che non sono mai stati forniti.
Rimane inoltre il problema dell’aeroporto di Comiso, di cui con grande enfasi è stata dichiarata l’apertura proprio in questi giorni. Si tratta di uno scalo di grande importanza per la Sicilia, che potrebbe costituire una valida alternativa all’Aeroporto di Catania quando questo è chiuso per emissioni di cenere lavica.
Tuttavia un’ombra si leva circa l’effettiva possibilità di utilizzare l’Aeroporto di Comiso come preannunciato dalla Regione. Il corretto funzionamento dell’Aeroporto di Comiso potrebbe, infatti, essere posto in dubbio proprio dalla realizzazione dell’installazione Statunitense. Uno dei motivi di revoca da parte della Regione delle autorizzazioni ambientali relative al MUOS riguardava proprio le possibili interferenze con l’Aeroporto di Comiso. L’Avvocatura dello Stato, che difende il Ministero, non ha mai smentito la possibilità di interferenze, limitandosi ad affermare che tanto l’Aeroporto di Comiso fosse stato aperto solo per il volo inaugurale.
A questo punto, prima che succeda una nuova Ustica, sarebbe opportuno che fosse chiarito se la realizzazione del MUOS interferisca o meno con le apparecchiature dei velivoli diretti all’Aeroporto di Comiso e con quelle dell’Aeroporto stesso.
FILES DI ANONYMUS E AMBIGUITA’ DELLE ISTITUZIONI
Le varie email tra Prefetto di Caltanissetta, esponenti del governo, colonnelli americani, pubblicati in rete da Anonymus, hanno fatto venire allo scoperto da un lato la determinazione da parte del governo a tutelare in ogni modo gli interessi degli Stati Uniti relativamente alla costruzione del Muos, e dall’altro, l’apertura da parte della Regione al completamento dei lavori. Non capiamo che senso abbia completare i lavori per la predisposizione delle parabole, senza installarle, se poi dovesse essere provato che le autorizzazioni non potevano essere in alcun modo concesse. Tutto ciò dimostra che sin dall’inizio si conoscevano i risultati dello studio dell’ISS, che avrebbe negato gli effetti negativi sulla salute umana. Ciò chiaramente preoccupa fortemente la popolazione e i comitati No MUOS che come cittadini, dalle istituzioni si sarebbero aspettati un atteggiamento più trasparente, e soprattutto un’azione tesa alla tutela della loro salute e della loro sicurezza. Dal carteggio apprendiamo anche che esponenti delle istituzioni statunitensi sostengono di avere informazioni di prima mano direttamente dall’ISS, e questo è un ulteriore elemento che, ove confermato, proverebbe la non indipendenza e imparzialità dell’istituto.
REPRESSIONE NEI CONFRONTI DEGLI ATTIVISTI NO MUOS
A vigilare sull’attuazione e il rispetto della revoca ci hanno pensato in questi mesi gli attivisti No MUOS e i cittadini di Niscemi, che esercitando il loro legittimo diritto a manifestare, sono stati destinatari di una serie di provvedimenti repressivi, tra i quali fogli di via, denunce, arresti, sanzioni amministrative. Rispetto a quest’ultime, numerosi attivisti sono stati colpiti da sanzioni per blocchi stradali. All’indomani dell’emanazione del provvedimento di revoca delle autorizzazioni alla costruzione del MUOS, i lavori all’interno del cantiere continuavano. E’ quindi facile comprendere lo scoramento e l’indignazione provocati dal constatare che, malgrado i provvedimenti di revoca, i lavori proseguivano alacremente all’interno della base statunitense sotto gli occhi attoniti ed impotenti dei cittadini niscemesi e, addirittura, con l’ausilio delle forze di polizia che, sorvegliando che l’ingresso dei mezzi diretti alla base avvenisse in modo indisturbato, costituivano una specie di servizio d’ordine finalizzato alla prosecuzione di lavori divenuti illegittimi!
Può ben capirsi, quindi, come i comitati ed i cittadini abbiano deciso di intensificare la protesta al fine di sensibilizzare l’opinione pubblica ed indurre Organi della Pubblica Amministrazione, Forze di Polizia e lo stesso Governo Statunitense al rispetto delle regole. Riteniamo, infatti, che essendo i lavori divenuti illegittimi per effetto delle revoche, non possano essere proseguiti e non possano, allo stesso tempo, le forze dell’ordine intervenire per garantire la prosecuzione indisturbata di opere illegittime.
Tali manifestazioni: in gran parte sit-in ed adunanze spontanee, si sono svolte sempre in modo pacifico nel pieno rispetto ed all’interno dell’ambito dei diritti garantiti dagli artt. 17 e 21 della Costituzione della Repubblica.
Malgrado ciò, la Questura di Caltanissetta ha contestato agli attivisti sanzioni per presunti “blocchi stradali” che vanno da un minimo di 2.500 sino ad un massimo di 10.000 Euro.
Si tratta, a nostro avviso di un’azione dissuasiva intollerabile finalizzata a comprimere il diritto costituzionale di manifestare il proprio pensiero!
Ora la decisione spetta al Prefetto di Caltanissetta al quale abbiamo presentato note chiedendo l’archiviazione del procedimento sanzionatorio, sussistendo la causa giustificativa dell’esercizio di una facoltà legittima garantita dagli artt. 17 e 21 della nostra costituzione.
L’erogazione della sanzione costituirebbe, pertanto, la paradossale protezione di chi prosegue illegittimamente dei lavori, contro chi manifesta pacificamente contro tale illecito a tutela della propria salute ed incolumità.
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