«Ormai non ci sono più solo le minacce e gli insulti, ma scritte sui muri che trasudano odio. A Torino e in altre città sono preso di mira sistematicamente, vogliono impedirmi di parlare e questo non è degno di un Paese civile». È quanto dice al Corriere della Sera il procuratore di Torino, Gian Carlo Caselli, dopo aver cancellato ieri due iniziative di presentazione del suo libro ‘Assalto alla giustizia’ per timore di eventuali contestazioni da parte del movimento No Tav. «Non voglio offrire occasioni di pubblicità a chi vuole imporre il silenzio – spiega Caselli – Figuriamoci se voglio darla vinta ai violenti: è solo il sintomo che viviamo in un Paese che sta cambiando in modo pericoloso. Qui – sottolinea – non c’entra il dissenso, siamo molto al di fuori della legittima divergenza di opinioni. Fatte le debite proporzioni – premette Caselli – questi episodi mi ricordano i familiari dei camorristi che circondando le auto delle forze dell’ordine per impedire gli arresti dei loro congiunti». Dopo aver accostato chi si batte contro l’alta velocità ai camorristi Caselli parla anche della maxiretata da lui ordinata contro decine di attivisti lo scorso 26 gennaio. Per il procuratore «la protesta anche energica è e resta legittima mentre la violenza organizzata no. Sostenere che la nostra inchiesta criminalizza il movimento è come dire che chi persegue uno stupro criminalizza il sesso: la protesta e la violenza sono due cose diverse, esattamente come il sesso e lo stupro».
- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO
Ultima modifica: stampa
adolfo3210
esprimo la mia totale, assoluta, incondizionata solidarietà ai NO-TAV! Non so ma a volte sembra che certa gente, nonostante occupi incarichi importanti in organi dello Stato … si sian fumati/bevuti il cervello…tanto risultano cervellotiche inaudite “strane” certe loro affermazioni….