Il fascismo avanza così. Con la complicità attiva dei fabbricatori dell'”opinione pubblica”. Questi specialisti nel silenziare i fatti scomodi e ingigantire quelli inesistenti. Da una parte gli allarmismi, dall’altra i “telefoni bianchi” (mettete Belen al posto di qualche stella degli anni ’20, il risultato è identico); in mezzo la popolazione che non si fida più di nessuno, nessuno ascolta e si chiude nell’individualismo rassegnato. Poi arriva un Duce, un Cavaliere, un Renzi o un Grillo a catalizzare, “unificando”, l’ansia di di chi scopre d’esser solo davanti a una macchina infernale.
Peccato che il Salvatore che si annuncia alle folle sia un terminale furbastro della stessa macchina infernale. Il nemico, in questo caso (non sempre!) marcia alla tua testa.
Leggendo i giornali di oggi si ha la prova provata che esiste una regia mediatica, magari “condivisa” e non semplicemente “comandata” dall’alto.
Da un lato l’illustrazione dei contenuti della “legge di stabilità”, nella proposta che il governo italiano ha inviato a Bruxelles ancora prima che al Parlamento nazionale, e che verrà riscritta a piacimento dei tecnocrati della Troika (Unione europea, Bce e Fmi) per essere infine “approvata” da quella congrega di “nominati” che riscuotono uno stipendio (troppo alto) per non decidere assolutamente nulla. Di essenziale, almeno; poi si possono sempre divertire col “voto segreto” o palese sulla decadenza di Berlusconi. Tanto…
Dall’altra paginate intere di “reazioni sindacali”, tiepidamente critiche verso la manovra e retoricamente tronfie di “minacce di sciopero generale”. Come quegli animaletti da cortile che assumono un “atteggiamento terrifico” a fronte di animali più grossi, ma pronti a svignarsela con la coda tra le gambe al primo ringhio.
In fondo, molto in fondo, quasi sempre nelle cronache locali, la notizia che domani – ohibò! – uno sciopero egnerale c’è davvero. Ne risentiranno i trasporti pubblici locali, il traffico andrà in tilt, i prefetti e i sindaci premono sui sindacati per risparmiare alla cittadinanza questo disagio. Ma perché c’è uno sciopero generale? E chi lo ha indetto, se quelli “ufficiali” – Cgil, Cisl, Uil – ne stanno soltanto parlando ai microfoni? Silenzio totale. Sì, è vero. Lo hanno indetto i sindacati di base (Usb, Cobas, Cus, SiCobas, Snater, ecc). Probabilmente non fermerà il paese come meriterebbe una manovra finanziaria come questa e una politica economica omicida come quella dei governi della Troika. Ma c’è. Ed è l’unico che c’è. Quindi: “silenzio, non disturbate i manovratori”.
Di seguito, oppure mescolato alle “informazioni” sui disagi per la cittadinanza, i “pericoli di scontri” per la manifestazione di sabato (stessi protagonisti, ma con la notevole aggiunta dei movimenti per il diritto all’abitare – famiglie intere, bambini compresi – e di quelli territoriali come No Tav, No Muos, per l’acqua pubblica, ecc). Silenzio, ci mancherebbe, sulle ragioni.
Silenzio anche su Ross@, il movimento politico anticapitalista che aderisce alle manifestazioni aprendo la campagna per la “rottura dell’Unione Europea”, con tanto di raccolta firme per un referendum di indirizzo contro i trattati europei che ci stanno distruggendo economicamente e quindi socialmente. La conferenza stampa di ieri mattina – peraltro condotta in strada, davanti alla sede romana dell’Unione Europea – aveva registrato la presenza di ben cinque giornalisti (un piccolo record, per “gli sconosciuti” al grande pubblico), ma tranne un paio di lanci di agenzia e un capoverso in un articolo de “il manifesto” (che parlava di tutto un po’) non se n’è vista traccia.
“Il Fatto”, che pretende di essere un guardiano della Costituzione repubblicana, si è invece esibito in una paginata infame che nemmeno Il Tempo o Libero avevano fin qui osato fare. Ve la riportiamo per aiutarvi a capire quanto sia profondo l’abisso in cui è precipitata la “coscienza progressista” di questo paese.
Roma: 4 mila agenti e carabinieri per difendere la “zona rossa”
di Valeria PacelliCircolari trasmesse tra Questura, Digos e Ros; permessi sospesi per le forze di polizia e carabinieri presenti sul territorio romano e le prime lettere di minaccia. Per le manifestazioni in programma domani e dopo domani a Roma, c’è preoccupazione da parte delle forze dell’ordine. La città potrebbe ospitare – stando alle prime stime – circa trenta mila persone. L’allerta riguarda soprattutto la manifestazione degli indignati di sabato, mentre ci sarebbe meno preoccupazione per il corteo di domani al quale parteciperanno Cobas e Cub. Questi partiranno da piazza della repubblica e concluderanno la loro manifestazione a piazza San Giovanni, dove è stato autorizzato anche un presidio e il ’montaggio’ di tende nel piazzale antistante alla basilica.
PER SABATO invece la tensione è molto alta. Il primo segnale arriva da alcuni gruppi violenti che starebbero raggiungendo la capitale già in questi giorni. Farebbero parte dell’ala più violenta che a Chiomonte, durante le manifestazioni no-tav, ha creato scompiglio. Sarebbero già state intercettati anche gli obbiettivi da colpire. Ossia il ministero dell’Economia e delle Finanze e quello della Difesa. Entrambi situati in via XX settembre a Roma, dove sabato passerà il corteo degli indignati, per poi concludersi poco dopo a Porta Pia. Per ora si è deciso di portare via i cassonetti e i cestini e di vietare per le auto di parcheggiare in centro in una determinata fascia oraria. Domani inoltre è stato convocato un tavolo tecnico per stabilire i limiti di quella che è definita zona “rossa”, se così si può chiamare quella parte di suolo pubblico antistante i palazzi delle istituzioni, che si evita di far raggiungere ai manifestanti. Probabilmente, sempre stando alle preoccupazioni che tengono alta la tensione tra le forze di polizia, si starebbero organizzando agitazioni anche dopo la fine del corteo di sabato, quindi durante la notte. Il secondo avvertimento arriva poi dalle due lettere di intimidazione che sarebbero state recapitate ad Unicredit, e all’Associazione Bancaria Italiana, Abi, con sede a piazza del Gesù a Roma. Sono i simboli che si vogliono attaccare, questa volta come il 15 ottobre del 2011, quando le vetrine sono state spaccate, i bancomat distrutti e le auto bruciate. Quella volta si staccarono sanpietrini a San Giovanni e la piazza divenne un campo di battaglia, tra polizia e manifestanti. Ma se da una parte volarono pietre, dall’altra si rispose con i manganelli. E a predominare fu quella violenza che poco ha a chè vedere con la volontà di affermare i propri diritti, e quella di stabilire la sicurezza. Due anni fa, i “violenti” furono identificati in un gruppo di black-bloc e di studenti. Stavolta la paura è che gli “attacchi” siano più organizzati e precisi. L’ultimo timore arriva anche dalla Puglia. Ci sarebbe anche un gruppo di anarchici leccesi che si starebbe organizzando. Queste sono solo le sensazioni e gli allarmi che dominano in queste ore nelle questure che stanno preparando il servizio d’ordine. Intanto due giorni fa si è tenuto un comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza in Prefettura per mettere a punto gli ultimi dettagli. Da oggi inizieranno controlli e bonifiche delle strade a cui seguiranno i controlli agli ingressi della città per cercare di monitorare l’arrivo di eventuali “infiltrati violenti”. Il numero degli agenti dispiegati si aggira intorno ai 4000 uomini. Intanto sono state sospese anche le licenze e permessi. Perchè al di là dei due cortei dei movimenti per il diritto all’abitare, i Cobas e i No Tav, c’è di mezzo anche la partita Roma-Napoli di venerdì sera.
IL DISPOSITIVO che sarà adottato prevede oltre a cerchi concentrici attorno all’area dello stadio Olimpico una sorta di duplice controllo per continuare a tenere sotto controllo la situazione anche dopo la fine del match. Inoltre i pullman dei tifosi napoletani verranno scortati dalle forze dell’ordine per evitare azioni contro i supporters partenopei.
Ci mancava anche l’incubo delle orde di “anarchici leccesi”, a centinaia di migliaia, praticamente gli eredi legittimi di Gengis Khan… Per non dire del “feroce scontro” previsto tra tifosi romanisti e napoletani, venerdì sera. Consiglieremmo alla signorina Pacelli – cognome pacificissimo, purtroppo, che stona in una penna prestata alla questura – di dare un’occhiata al palco di San Giovanni, dove più o meno alla stessa ora si esibiranno i 99 Posse (colonna sonora ufficiale degli ultrà napoletanti), la Banda Bassotti (tra i più sfegatati supporters in Curva Sud); con “arbitro” Militant A. E abbiamo detto tutto…
Insomma, la vergogna di un sistema mediatico senza onore né spina dorsale. Davanti agli occhi di tutti.
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