In questi ultimi quindici anni, ha agito come metamito per gli allocchi la trappola del federalismo. E’ quasi sorprendente verificare oggi l’intreccio sorto nell’ultimo quindicennio intorno alle istituzioni locali della Capitale: Regione, Comune e Provincia. Una pletora di partecipazioni in società prolificate come monadi, con conseguenti consiglieri di amministrazione dotati di retribuzioni altissime e talvolta “secretate” per evitare scandali come nel caso dell’Ama dell’epoca di Alemanno. Società che erogano consulenze (con retribuzioni scandalosamente alte), spesso doppioni di competenze o servizi di ridotta qualità (con lavoratori e lavoratrici retribuiti invece in maniera scandalosamente bassa).
In questo intreccio hanno prosperato i clientes delle giunte di centro-sinistra e di centro-destra. Quest’ultime con l’avvento al potere della “destra de panza e di governo” di Alemanno e Polverini hanno abbondantemente superato il limite della decenza (vedi le vicende Ama, Atac). Ma anche le giunte Veltroni o Zingaretti etc. non si sono sottratte affatto a questo meccanismo, lo hanno solo gestito con voracità più controllata.
Un articolo e un grafico del sito economico Lavoce.info aiutano a capire, o meglio visualizzare, l’intreccio del business che le leggi sul federalismo hanno contribuito a creare, come qualcuno aveva largamente anticipato e si era opposto in controtendenza al progetto dello “Stato competitivo”.
Adesso con la spending review e le privatizzazioni imposte dall’Unione Europea e le campagne di “moralizzazione a buon mercato” dei vari Rizzo, Stella e promoter anti-casta, si afferma di voler ridurre e razionalizzare questo intreccio affaristico e dispendioso. Il problema è che metteranno sullo stesso piano i costi per i lavoratori dell’Ama che stanno in mezzo alla strada dalla cinque di mattina e il dirigente con lo stipendio secretato, le lavoratrici che fanno le pulizie nelle scuole e i manager in sedicesimo di società create ad hoc per i manager stessi “amici degli amici”. Con il risultato che spesso i costosissimi dirigenti ultra retribuiti sono tutelati da contratti blindati fatti ad personam mentre i lavoratori sono esposti ad ogni tipo di rappresaglia e misura in nome del mercato. I sindacati? Cgil Cisl Uil in tutto questo sono già da tempo parte del problema, non della soluzione.
Qui di seguito la documentazione de LaVoce.info:
Le partecipazioni azionarie della regione Lazio, della provincia di Roma, e di Roma Capitale, formano degli intrecci così contorti che possono essere espressi solo in un grafico. Ne risulta un quadro di una bellezza sorprendente, anche se un po’ inquietante.
Il grafico sottostante mostra le partecipazioni della regione Lazio, della provincia di Roma, e di Roma capitale, e tutti i relativi incroci. I dati sottostanti sono stati ottenuti incrociando il database Amadeus con il bilancio di Sviluppo Lazio e i siti web di regione, provincia e comune. I dati sono aggiornati almeno al 31 dicembre 2012, e in parecchi casi a una data posteriore.
Il grafico, crediamo, si commenta da sé. Solo due parole per interpretarlo. Un rettangolo scuro con bordo continuo rappresenta un’azienda controllata da almeno uno dei tre enti sopracitati; in altre parole, uno o più di questi tre enti possiedono, da soli o combinati, almeno il 50 percento dell’ azienda in questione. Un rettangolo scuro con bordo tratteggiato indica un’ azienda pubblica, ma di cui i tre enti in questione possiedono, insieme, meno del 50 percento. Un rettangolo bianco indica un’ azienda pubblica, in cui nessuno dei tre enti ha alcuna partecipazione. Un’ azienda senza rettangolo è a maggioranza privata, ma se è in questo grafico è perché ha una partecipazione di almeno uno dei tre enti. Se il totale delle partecipazioni in una società non somma al 100 percento, le partecipanti che abbiamo omesso sono private.
Una linea continua con freccia indica una partecipazione della regione Lazio. Una linea tratteggiata con freccia indica una partecipazione della provincia di Roma o di Roma capitale. Una linea punteggiata con freccia indica una partecipazione di un altro ente (Camere di Commercio, provincia di Frosinone etc.).
Ci permettiamo solo di richiamare l’ attenzione agli intrecci tra Sviluppo Lazio, Filas e Bic Lazio, e al nodo di Acea, che ha più di quaranta partecipate. Ma non esistono criteri economici, finanziari o scientifici per valutare il grafico: esso va apprezzato in silenzio nel suo valore estetico, come un quadro.
Fonte: la Voce.info
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