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Renzi a Parma, cariche della polizia contro i contestatori

Ormai non passa giorno senza che un esponente del governo Renzi o delle forze politiche di estrema destra che tentano di strumentalizzare su parole d’ordine populiste e razziste il disagio sociali provocato dall’esecutivo non venga contestata. E non passa giorno senza che le contestazioni sociali, politiche e sindacali non vengano attaccate duramente dai ‘tutori dell’ordine’ a suon di manganellate. 

Ennesimo episodio questo pomeriggio a Parma, dove poco prima era arrivato il capo del governo Matteo Renzi. In piazza per tributargli la dovuta accoglienza erano scesi attivisti delle organizzazioni della sinistra radicale e dei centri sociali, militanti dei sindacati di base e un gruppo di lavoratori e delegati della Fiom Cgil. Un centinaio di persone in tutto, compresi un gruppo di operai in lotta per il posto di lavoro.

Ad un certo punto, raccontano i media locali, il via Mazzini alcune decine di manifestanti avrebbero cominciato a premere sul cordone di polizia in assetto antisommossa che impediva l’avvicinamento al vicino palazzo del Comune dove è atteso un incontro tra il premier e il sindaco Pizzarotti e alcuni operai avrebbero cercato di scavalcare le transenne e a quel punto è partita una violenta carica. Dopo e nonostante le manganellate, i dimostranti hanno comunque continuato la loro contestazione contro le politiche dell’esecutivo e il Pd nella strada che porta al palazzo comunale di Piazza Garibaldi esponendo cartelli e striscioni che recitano “Matteo Renzi uguale presidente di Confindustria”, “Renzi buffone, Marchionne è il suo padrone”, e poi ancora “La Ue vuole precarietà, Renzi gliela darà” e “Licenzi padri precarizzando i figli”.
 Invece il gruppo della Fiom-Cgil ha deciso di lasciare la piazza e di allontanarsi. 

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