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Lecce, obbligo di dimora per 8 fascisti e 4 antifascisti

Per la grande stampa e la magistratura l’antifascismo continua ad essere un problema di ordine pubblico e quando si verificano manifestazioni e scontri per impedire ai fan di Mussolini di mettere in atto le loro provocazioni alla fine sui giornali si parla di ‘rissa’, categoria falsamente equidistante che finisce con il mettere sul banco degli imputati sia i fascisti che gli antifascisti.

E’ accaduto nei giorni scorsi a Lecce, dove la Digos ha notificato un’ordinanza cautelare di obbligo di dimora firmata dal gip di Lecce Annalisa De Benedictis nei confronti di dodici persone, accusate di aver partecipato – appunto – alla “maxi rissa” avvenuta nella notte tra il 5 e il 6 settembre scorsi nel centro storico del capoluogo salentino.

Lo scontro avvenne alla vigilia della due giorni del raduno nazionale di CasaPound che in un primo tempo si doveva svolgere in città e grazie alla mobilitazione e alla protesta degli antifascisti dovette ripiegare su un agriturismo a Surbo, località della cintura industriale del capoluogo salentino.
I provvedimenti di obbligo di dimora sono stati notificati dalle Digos di Lecce, Arezzo, Bologna, Lucca, Milano, Parma, Pistoia, Roma e Torino. Destinatari della misura cautelare sono otto esponenti di CasaPound, appartenenti a circoli di diverse regioni d’Italia dell’organizzazione neofascista, e quattro attivisti del centro sociale denominato “Binario 68 occupato” di Lecce. Tutte le persone investite dal provvedimento sono ritenute responsabili del reato di “rissa aggravata”. Lo scontro, ripreso dalle telecamere di videosorveglianza – i filmati, affermano gli inquirenti, sono stati utilissimi per riconoscere e denunciare gli imputati – si è verificato durante la notte a cavallo tra giovedì 4 e venerdì 5 settembre 2014, in una traversa della centralissima piazza S. Oronzo. Le manifestazioni organizzate dagli antifascisti contro il raduno nazionale di Casa Pound sono sfociate allora nell’occupazione per oltre un’ora della stazione ferroviaria di Lecce e, nel pomeriggio di sabato 6 settembre, nel corteo per il quale, il 28 gennaio scorso, sono stati emessi 38 avvisi di conclusione indagini a carico di altrettanti attivisti di tutta la Puglia. 

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