Le hanno chiamate le Cinque Giornate di Milano, facendo memoria della rivolta che nella prima metà dell’Ottocento vide una delle principali insurrezioni (la più lunga furono le “Dieci giornate di Brescia”) contro la dominazione dell’impero austriaco.
Questa volta le cinque giornate sono il combinato disposto di una mobilitazione a tutto campo che converge intorno all’inaugurazione della “fiera delle multinazionali”: l’Expo 2015. Mentre già ieri lo sciopero dei sindacati di base contro i supercarichi di lavoro richiesti ai lavoratori dei trasporti ha fatto capire che aziende e autorità stanno tirando troppo la corda, oggi Milano si mobilita contro il raduno neofascista convocato per ricordare due morti fascisti negli anni ’70: il consigliere Pedenovi e lo studente Ramelli.
In una città già blindata da migliaia di poliziotti (2600 e altri 2mila in arrivo) gli antifascisti milanesi hanno convocato tutti per stasera alle 19.30 in piazza Tricolore per una contromanifestazione rispetto al raduno fascista.
Ieri sera a Milano si è conclusa all’una di notte la riunione organizzativa sulle mobilitazioni dei prossimi giorni. Il corteo nazionale per il 1 Maggio vede autorizzato per ora il concentramento per le ore 14.00 in piazza XXIV Maggio. Sul percorso è ancora in corso la trattativa con la Questura che vorrebbe impedire le strade del centro e si dice preoccupata per la Prima alla Scala la sera del 1 Maggio (per la cronaca:verrà rappresentata la Turandot di Puccini). Gli apparati di sicurezza hanno già mandato un segnale con il blitz al Giambellino, contro la Base di Solidarietà Popolare, uno spazio sociale occupato dove la polizia ha effettuato una ventina di fermi tra attivisti italiani, francesi e tedeschi. Nella discussione prevale l’idea che il corteo “debba avere un inizio e una conclusione” e assicurare dunque la piena partecipazione delle migliaia di persone (si parla di almeno 30mila) che convergeranno a Milano per una May Day in piena collisione politica e morale con il business block che inaugurerà l’Expo proprio il 1 maggio.
Qui di seguito il comunicato sulla situazione a Milano:
C’è chi apre e chi chiude.
Chi porterà in piazza migliaia di persone e chi va a caccia di fantasmi.
Chi sta costruendo giornate di partecipazione e contestazione al modello Expo e chi sta alimentando tensioni e paure.
Rimandiamo al mittente il tentativo in corso di criminalizzare la rete No Expo e i soggetti che ne fanno parte. Abbiamo alle spalle sette anni di lavoro pubblico, ragionato e critico sul grande evento. Abbiamo scritto dossier e articoli, prodotto materiale audio e video, siamo stati al fianco dei cittadini che hanno bloccato opere simbolo della nocività e del malaffare di Expo come la Via d’Acqua, abbiamo manifestato più volte nel centro di questa città senza cavalcare tensione e paure alimentate da altri. Rispediamo al mittente anche la violenza praticata al punto di creare prove ed eventi falsi, solo per alimentare miti inesistenti.
Ricordate la chiusura della Statale tre giorni per paura dei No Expo?
Ricordate gli allarmi a mezzo stampa prima di ogni corteo cittadino No Expo?
Ricordate poi come sono andate a finire queste storie? Con la partecipazione di migliaia di persone e nessun titolo il giorno dopo, perché la profezia sulla calata dei barbari non si era avverata.
Oggi succede la stessa cosa. Si attaccano gli avvocati vicini alle realtà che fanno parte della rete No Expo, si sgomberano appartamenti e spazi alla ricerca di “black block”, bombe carta e ordigni impropri” senza poi trovare nulla se non i corpi di chi ogni giorno sta dalla parte di chi lotta per la casa. Qualche giornalista con problemi di spazio arriva persino a mettere insieme nello stesso pezzo danneggiamenti a sedi di partiti e associazioni neofasciste avvenuti la scorsa notte e la manifestazione del primo maggio.
“Non ci sono zone rosse o aree interdette” diceva in una intervista il Prefetto di Milano il 24 aprile.
Ora forse qualcuno in qualche ufficio ha deciso che le cose devono andare diversamente e che, in assenza di tensione, essa vada creata.
Noi siamo dalla parte della partecipazione e delle lotte, liberi di criticare e opporci al modello Expo.
Stasera saremo al fianco degli abitanti e dei compagni e delle compagne del Giambellino, nel corteo di risposta agli sgomberi di stamattina partecipando al corteo alle ore 19 in Piazza Tirana
Il primo maggio sarà MayDay NoExpo
Il 30 aprile un grande corteo studentesco nazionale
Il 2 maggio una pedalata critica contro il mega-evento ed un pranzo popolare di protesta davanti Eataly
Il 3 maggio assemblea plenaria per lanciare i 6 mesi di #alterexpo
Senza paura, con migliaia di persone al nostro fianco.
I compagni e le compagne della rete Attitudine NoExpo
Domani 30 aprile, comincia il Campeggio Internazionale No Expo, mentre tocca agli studenti scendere in piazza con un corteo che partirà alle 9.30 da Largo Cairoli.
“Per noi opporsi a Expo significa opporsi a un modello socio-economico di sfruttamento sia della natura che dell’uomo, che fonda le proprie basi sul profitto di pochi a spese di tutti” scrivono gli studenti in un comunicato che invita alla mobilitazione. “Expo 2015 è una vetrina della nostra società e di tutte le contraddizioni che si porta dietro, dove sfruttatori e speculatori si venderanno al pubblico come promotori di modelli di sviluppo sostenibile e dove noi saremo ridotti al solo ruolo di spettatori inermi, senza alcuna possibilità di prender parola e di manifestarne il dissenso. La nostra generazione è la più colpita dal grande evento e, in un contesto in cui siamo costretti a vivere con il 47% di disoccupazione giovanile, proprio a noi, viene chiesto di lavorare gratis e di regalare la nostra forza-lavoro a Expo 2015 e al malaffare mafioso che lo gestisce. Ma, oltre al lavoro gratuito, gli studenti sono costretti a subire un’altra grande offesa: la trasfigurazione che le nostre città in questi anni stanno subendo. Il disegno di chi gestisce la città è chiaro: accelerare e incentivare a Milano il modello di città simbolo del neoliberismo e del capitalismo finanziario globale. Tutte le piazze e i luoghi di socialità della città vengono pensati in funzione del profitto: i parchi recintati, le strade riempite di telecamere, tutte le forme di auto-determinazione non compatibili con il sistema represse. In tale contesto la nostra generazione viene a trovarsi senza prospettive nè sogni”.
Venerdi 1 maggio alle 14.00 è previsto il concentramento a piazza XXIV Maggio per il corteo internazionale contro l’Expo 2015.
Sabato 2 maggio sarà una giornata di azione diffusa contro l’Expo, mentre Domenica 3 maggio ci sarà l’assemblea nazionale per discutere e decidere come proseguire la mobilitazione nei prossimi sei mesi.
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