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Troppe contestazioni nel Pd. Renzi rinuncia al comizio

Diciamo che non s’era mai visto e tanto basta a farne un evento simbolico forte: il segretario del Pd che rinuncia a presenziare alla festa del Pd (inspiegabilmente ancora intitolata “de l’Unità”) per timore delle contestazioni di militanti, iscritti, simpatizzanti del Pd.

Carino, vero? E’ praticamente un caso unico al mondo, crediamo; ma siamo disposti  ricevere segnalazioni che ci smetiscano.

E dire che il premier-segretario aveva fatto persino un’incursione tra gli stand della festa, ma solo per ricamarci su un personale “sondaggio” contro Ignazio Marino, tra una partita a biliardino col fido Flavio Lotti (contro Orfini)  e un saluto ai cronisti sempre al seguito. Non si è saputo quali dati abbia raccolto (anche il sindaco di Roma non è proprio popolarissimo, nella Capitale e soprattutto tra i piddini di qualunque osservanza), ma l’aria deve avergli confermato i rumors della vigilia: qui non sei gradito.

Che un comizio del segretario del partito venga annullato per la rivolta nel partito… Questo sì che è un record ineguagliabile… Anche la polizia non ci ha potuto fare molto, perché la festa del (teoricamente) proprio partito non è un appuntamento istituzionale in cui si possano schierare le truppe armate per tener lontani i facinorosi… iscritti al partito del segretario.

Eppure proprio le ragioni di “sicurezza” sono state invocate ufficialmente per cancellare l’appuntamento serale di Renzi. Che gli volessero anche mettere le mani addosso?

Vero è che all’appuntamento erano attesi anche i Cinque Stelle e qualche rappresentante dei movimenti per la casa. Ma il “mitico servizio d’ordine” dei vecchi tempi avrebbe portato lo stesso in trionfo il segretario. No?

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