Ignazio Marino cominciò subito male, con un peccatuccio molto veniale, ingigantito dai media piddini e non, che tendevano a farlo fuori dal giorno del giuramento come sindaco di Roma. Aveva parcheggiato la ormai famosa Panda rossa della moglie in centro, sotto il Campidoglio, senza avere il badge. Una cazzatina (il sindaco ha ovviamente diritto a venire in centro per motivi di servizio, solo che non aveva ancora regolarizzato tutti i mezzi di cui disponeva, visto che – da sicuro vanesio – amava farsi fotografare in bicicletta).
Però il suo successore, il prefetto di Milano e dell’Expo, Francesco Paolo Tronca, nominato a capo dei vigili del fuoco, a tempi di Roberto Maroni ministro dell’interno, soffre però di vizietti ancora più caratteristici di una certa “kasta” politico-amministrativa: usare l’auto di servizio per scopi totalmente estranei alla sua funzione istituzionale. Tipo: accompagnare il figlio allo stadio Olimpico per vedere la partita.
Non siamo fra quelli che si scandalizzano per certe stupidaggini, perché consideriamo molto più grave quello che certi funzionari e/o politici fanno mentre esercitano il loro “servizio” (ad esempio firmando atti e delibere per decine di milioni di euro, o privando dei diritti i dipendenti pubblici), che non l’appropriazione esibizionistica di alcuni “benefit” a fini privati. Ma se credete che questo sia il metro di misura, allora ecco che dovebbe essere usato sempre. O no?
La denuncia, ben quattro anni fa venne dagli stessi vigili del fuoco, e fu raccolta da diversi giornali. Tra cui uno che ora dovrà fare i salti mortali per difendere questo funzionario scelto anche da Renzi: l’Unità.
Come passa veloce il tempo, signora mia. Che figure del tocca fare…
*****
L’auto dei VVFF per portare allo stadio il figlio del prefetto
Auto e autista sarebbero destinati al soccorso ma vengono esonerati per accompagnare allo stadio il figlio del dirigente e “altra persona estranea”. Si dicono estremamente preoccupate le rappresentanze sindacali dei vigili del fuoco per i comportamenti che stanno prendendo piede ai vertici del Corpo più amato dagli italiani.
«Noi – dicono – siamo costretti a garantire quotidianamente la soccorsi e sicurezza ai cittadini e facciamo i conti con la carenza di mezzi, che sono anche vecchi, spesso malsicuri e, altrettanto spesso fermi per manutenzione, con esborso di denaro pubblico che sarebbe meglio utilizzato con l’acquisto di mezzi nuovi». Non solo, gli organici dei vigili del fuoco sono drammaticamente al di sotto delle necessità, i pagamenti di emolumenti e straordinari sono in ritardo e, dulcis in fundo, il taglio in finanziaria è stato del 50%.
A Roma, in particolare, la carenza di autisti è causa, talvolta, della sospensione dei mezzi di soccorso. Ma, evidentemente, recriminano, “i sacrifici non sono per tutti”. Dunque la richiesta di chiarimenti al comando romano.
I fatti, documentati da un’inchiesta interna, risalgono all’11 maggio, quando allo stadio Olimpico della Capitale, si gioca Roma-Inter per la coppa Italia. E’ l’occasione nella quale autista e mezzo di soccorso vengono distolti dal servizio per essere utilizzati come Ncc, noleggio con conducente ma gratuito, per accompagnare il figlio del dottor Francesco Paolo Tronca e un’altra persona a un incontro di calcio.
STIMA LEGHISTA
Il prefetto Tronca è stato nominato nel novembre 2008 dal ministro dell’Interno Roberto Maroni capo del dipartimento dei vigili del fuoco del soccorso pubblico e della difesa civile, è persona di cultura, laureato in giurisprudenza e storia, Grande ufficiale al merito. Gran parte della sua carriera prefettizia si è svolta al nord, fra Varese, Milano e Brescia, dove si deve essere guadagnato la stima del ministro leghista. Ma la Roma dei ministeri esercita una grande attrazione sull’anti-burocratico Nord, come dimostra la più recente rivendicazione della Lega. Nell’attesa di trasferire a Milano qualche dicastero, la strategia, almeno per quanto riguarda i pompieri, sembra essere un’altra: mezzi nel Nord-est e dirigenti nella Capitale. Con relativi benefits. Al prefetto Tronca, ad esempio, sarebbero stati assegnati ben due attici, in via Piacenza, a due passi dal Quirinale. Alloggi di servizio che non gli spetterebbero.
IL CASO CORTINA
I mugugni fra gli operativi dei vigili del fuoco, però, non finiscono qui perché a disposizione dell’alto dirigente ci sarebbero anche auto nuove dei vvf di Cortina d’Ampezzo. A Cortina la caserma dei vigili del fuoco è stata inaugurata l’anno scorso, in coincidenza con la prima parata nazionale del corpo che si è svolta, appunto, lungo le strade della Regina delle Dolomiti. Una sede bellissima, “belle camere e sui- te di lusso” ma, denuncia un comunicato della Usb di Belluno del mar- zo scorso, con scarso personale assegnato e turni di sei ore da coprire percorrendo, andata e ritorno, 70 chilometri di strada. E non finisce qui, il comando provinciale di Padova, per esempio, è sprovvisto di autogru – la vecchia entra e esce dall’officina di manutenzione – e la prima autobotte, immatricolata nel 1983, conta 28 anni di onorata carriera. Rinnovare il parco degli automezzi per i comandi provincia- li è un’utopia. In compenso, nota il Sindacato di base, “ai piani alti del dipartimento non si bada a spese”, vengono in particolare contestati i due aerei Piaggio in dotazione del Corpo utilizzati per i viaggi istituzionali. Mancano i soldi per il carburante ai mezzi di soccorso ma non quelli per il leasing, la manutenzione e la propulsione degli “aerei presidenziali”.
- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO
Ultima modifica: stampa