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Sabato a Napoli “Un popolo in cammino” contro la camorra

E’ convocata per sabato 5 dicembre, a Napoli, una importante manifestazione “Un popolo in cammino” contro la camorra. Una manifestazione nata nelle periferie della città e nel quartiere Sanità che è stato teatro di omicidi e violenze, e che vede, nel suo percorso di costruzione, una connessione tra settori sociali ed associazioni, tra popolo delle parrocchie e movimenti di lotta.

Un appuntamento che, anche programmaticamente, ribadisce la centralità della questione sociale come cornice naturale dove ascrivere qualsiasi possibile affrontamento della questione criminale.

Su questa manifestazione pubblichiamo un intervento di Nicola Vetrano, di Ross@ Napoli, che ha seguito le discussioni ed il percorso di costruzione politica di questa manifestazione.

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La manifestazione, che, come dicono Alex Zanotelli e Toni Nocchetti, può segnare finalmente una svolta “rivoluzionaria” e mettere a valore tutte le spinte dei movimenti sociali della città di Napoli e della sua area metropolitana, nella costruzione di quello che il proposito dei promotori la manifestazione, cioè la promozione della giustizia sociale quale effettivo argine alle camorre, che sono più di una, ahimè.
Ciò attraverso punti precisi su scuola, lavoro, sicurezza sociale e di legalità che sono nella piattaforma della proposta e che agiteranno una vera e propria vertenza col Governo nazionale per il loro concreto ottenimento, oltre ogni vacua promessa, oltre ogni compatibilità economico-finanziaria.
Nella indizione manifestazione convergono più spinte:

1)      la richiesta di sapere la verità e di avere giustizia per la sua memoria, promossa dalla famiglia della vittima di camorra, Genny Cesarano, ucciso a settembre, poco prima dell’alba, nel Rione Sanità, assieme alla

2) mobilitazione dei parroci, prima quelli della Sanità (già in prima linea da tempo per promuovere legalità ed incivilimento del Rione Sanità)poi molti altri dei decanati della città, perché fatti come quelli di Genny per davvero non accadano più ( ma questo non lo si ottiene con affermazioni retoriche), fatto che ha determinato nella Chiesa napoletana un grande dibattito, e l’intervento dello stesso Cardinale a sostegno della manifestazione, che sembra molto  legata, da questo versante, colla recente visita papale a Napoli e col suo complessivo magistero;

3) la volontà di riscatto civile e socioculturale dei tanti, carsici e radicati, movimenti presenti in città sui temi dell’occupazione di spazi, da rendere pubblici per davvero;

4) la lotta incessante, oltre ogni criminalizzazione, dei disoccupati napoletani per soluzioni concrete ai cd. BROS, abbandonati dalla politica, dopo aver avuto una formazione, che ha retribuito soprattutto i centri di formazione nati dalla politica,

5) la campagna per una legge popolare in Campania per il reddito minimo garantito, come antidoto concreto alle suggestioni verso i giovani eternamente a spasso, non per loro colpa, di Napoli da parte delle organizzazioni criminali,

6) la presenza di Libera contro le mafie e del movimento sindacale;

7) la limpida presenza dell’Assessore Alessandra Clemente, del Comune di Napoli, e del suo assessorato, i quali, senza pretendere di mettere nessun cappello sull’iniziativa, hanno aiutato amministrativamente l’organizzazione dell’evento, ed hanno connesso esso con altre marce per la dignità anticamorra, come quella tenutasi due martedì fa a Porta Capuana, in memoria di Luigi Galletta, con una decisiva mobilitazione della Parrocchia di S. Caterina a Formiello; con loro si dovrà lavorare per progetti concreti di sportello civile ed educativo nel Rione Sanità e non solo, come quelli che sta promuovendo l’ACU Campania, pure aderente;

8) altre persone ancora, assieme al padre di Genny Cesarano, sono state in prima  in prima fila  nel rapporto con le Autorità di Pubblica sicurezza sui permessi da ottenere, ma anche nel sollecitare memoria, ricordo e voglia di discontinuità tra i giovani dei rioni periferici e poveri della Città;

9) gli studenti di Napoli e della provincia;

10) le famiglie coi loro figli, ai quali dobbiamo dare una prospettiva diversa da quella, mefitica, attuale offerta da questi odiosi rapporti sociali;

Il tutto mentre  proprio ieri il Sindaco De Magistris ricordava le circostanze della sua assoluzione dalla poco credibile accusa di abuso d’ufficio, che avrebbe commesso, quando indagava in Calabria su un verminaio tra poteri criminali, pubblica amministrazione e politica, che, lì come da Noi, rappresenta il volto moderno delle camorre e delle mafie, nonché della scarsa mobilità sociale che garantisce i soliti noti.

Una manifestazione di parroci, di persone di buona volontà, di gruppi ed associazioni che cercano verità, giustizia, anche sociale  e la pace, oggi tanto agognata, ma che si costruisce con un diverso ed equo sviluppo.

Una manifestazione che da domani avvia un cammino, con l’impegno, preso tra i promotori, a trarre lezioni da quanto la piazza dirà, a vedersi a breve, a promuovere un cammino, che attraversi, per il tramite potente delle parrocchie, le Festività Natalizie, che solo in questo senso hanno un valore, non certo come celebrazione di miti consumistici offensivi della povertà e della sete di giustizia.

Una manifestazione durante la quale si raccoglieranno le firme per la Legge di Iniziativa Popolare per il Reddito Minimo Garantito avanzata dai movimenti di lotta e da forze politiche e sindacali della Campania.

Una manifestazione che potrebbe inverare quel sogno di rivolta, che, a settembre, il cinema ci ha infuso con la proposizione del film di Gaudino ”Per amor vostro”, dove tutti questi temi e problemi, privati e pubblici, erano poeticamente trasfigurati e posti in una prospettiva di lotta necessaria. 

Domani bisogna esserci, ed essere tutti come Anna, la protagonista del film.

NOI CI SAREMO!

Per Genny e per tutte le vittime, perché siano per davvero le ultime.

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