Ai movimenti di lotta lo stato continua a rispondere con la repressione. Questa mattina la Digos ha eseguito 11 misure cautelari a carico di altrettanti militanti del collettivo “Lotta per la casa” di Padova, alcuni dei quali vicino al Cpo Gramigna e attivi nell’ambito della Marzolo Occupata. Come detto, complessivamente 11 provvedimenti: 4 ai domiciliari, a due attivisti è stato imposto l’obbligo di dimora a Padova, ai restanti cinque è stato disposto l’obbligo di presentazione alla sede della polizia giudiziaria.
Oltre alle abitazioni degli attivisti raggiunti dai provvedimenti restrittivi, la Digos ha anche perquisito la sede dell’associazione “Pasian” di Piazza Toselli da dove trasmetteva la web radio RadiAzione, i cui computer e la strumentazione sono stati sequestrati dalle forze dell’ordine.
Ai militanti colpiti la magistratura contesta il pesantissimo reato di “associazione a delinquere finalizzata alla commissione di occupazioni abusive di immobili, resistenza e violenza a pubblici ufficiali, interruzione di pubblico servizio”. Di fatto l’ordinanza emessa dal Gip su richiesta della Procura della Repubblica di Padova imputa agli attivisti di aver creato una rete di militanti organizzata e dedita ad attività puramente di tipo sociale e politico, come il contrasto degli sfratti attraverso i picchetti o l’occupazione di stabili abbandonati a scopo abitativo. Una esplicita criminalizzazione delle lotte sociali e in particolare della battaglia in corso in tutta Italia contro la morosità incolpevole. In particolare nell’occhio del meccanismo repressivo sono finite l’occupazione di otto appartamenti di proprietà pubblica, la tentata occupazione di una palazzina dell’ESU e l’impedimento di ben 40 provvedimenti di sfratto esecutivi.
Di seguito l’ultimo aggiornamento sulla vicenda diffuso dagli attivisti di Padova:
Aggiornamenti sull’inchiesta repressiva di oggi contro la lotta per il diritto alla casa a Padova.
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