Una grande manifestazione contro il radar militare statunitense, a Noscemi, con appuntamento in Contrada Ulmo il 6 agosto, al termine di un campeggio di 3 giorni, il 4-5-6 agosto. L’intervista è stata realizzata da Radio Città Aperta.
Abbiamo con noi al telefono Damiano, militante del movimento No Muos. Damiano, buon pomeriggio.
Buon pomeriggio a voi, grazie
Di nuovo si torna a parlare di Muos, tra l’altro in periodo in cui i venti di guerra continuano a soffiare. Molto rapidamente, per gli ascoltatori, puoi spiegare cosa è il Muos?
Il Muos è un’installazione militare della Marina statunitense, è un’installazione che consiste in tre parabole che si collegano con altri 4 impianti satellitari sparsi nel mondo; satelliti che sono in grado di pilotare dei droni, cioè degli aerei senza pilota. Parliamo praticamente di un’avanguardia militare, di innovazione tecnologica per cui succede – come già accade purtroppo in Medio Oriente, in primo luogo – che dei droni bombardino i territori che vengono presi di mira senza il rischio di avere dei piloti a bordo, e quindi il rischio di poter sacrificare vite di militari durante un’operazione militare. Quindi è come se fosse un videogioco, in sostanza, in cui però muoiono davvero molte persone, ma solo “tra i nemici”.
Tu hai parlato di parabole… Magari uno si immagina le parabole della televisione o poco più grandi. Queste sono cose immense…
Sono cose immense che hanno un diametro di decine e decine di metri, installate in questo caso a Niscemi, che è un paese in provincia di Caltanissetta, in una riserva naturale, o perlomeno una ex riserva naturale che è stata sfruttata, utilizzata per installare il Muos. Essendo una riserva naturale, questa installazione ha avuto un forte impianto ambientale, con tutto ciò che ne discende. Una zona totalmente militarizzata, sottratta alla popolazione locale, in questo caso.
Perché, peraltro, qui parliamo anche di elettrosmog, di tutto ciò che vi è collegato…
Parliamo di tante e tante cose. Il Muos è un passo in avanti su una questione che già esisteva a Niscemi che era la presenza delle 46 … che c’è tuttora … delle 46 antenne Nrps che fungono da controllo navale, sempre della Marina Militare statunitense. Già dal ’92, da quando queste antenne sono installate, le statistiche hanno dimostrato che sono aumentati i casi di tumore, di leucemia, di aborti spontanei e così via; quindi sicuramente c’è un impatto dal punto di vista della salute, un impatto. Le radiazioni elettromagnetiche hanno un impatto sia sulle popolazioni che ci sono lì vicino ma, come ben capirete, è un problema da tutti i punti di vista, anche per chi coltiva il terreno, per le piogge che ci sono a Niscemi e in quelle zone, chiaramente non sono piogge naturali, ma prendono dall’aria tutte ciò che le onde elettromagnetiche di queste antenne, e ora di queste parabole, emanano.
E’ particolarmente inquietante… Come dicevi prima, si aggiunge anche la questione militare su più sponde, direi; perché da una parte c’è il discorso dell’occupazione militare da parte degli Stati uniti e della Nato. Ora, con questo acuirsi dei venti di guerra anche da parte italiana, i finanziamenti per le nuove missioni sembrano vadano a finire nello stesso punto. Voi, come movimento No Muos, avete organizzato questa tre giorni, 4-5-6 di agosto, in cui ci sarà un campeggio. Cosa si farà in questo campeggio?
Il senso è, prima di tutto, di dimostrare che il Muos, nonostante sia funzionante, è stato installato e rappresenta ancora oggi la guerra imperialista, l’occupazione militare statunitense, lo sfruttamento dei territori e, nonostante l’installazione sia avvenuta, la lotta è ancora possibile perché è sempre più attuale, come hai detto tu, l’acuirsi di questa tendenza alla guerra. E’ evidente, sta emergendo e non è più un qualcosa che si riesce a tenere nascosto. Da questo punto di vista, le classi dominanti stanno attraversando una crisi non solo politica, ma anche una culturale, perché non si riesce oggettivamente a tenere nascosto il fatto che l’Italia è un paese alleato con potenze che partecipano, propongono, promuovono, diffondono guerre in Medio Oriente e non solo. E l’emergere di questa tendenza alla guerra è l’emergere di una contraddizione, fondamentalmente. Il senso del campeggio, per questo movimento e per le realtà sociali e politiche che verranno di tutto il territorio nazionale, è quello di mettere al centro dell’attenzione della propria, tra virgolette, “agenda politica quotidiana”, quella che è un’iniziativa dal basso, in maniera autorganizzata, che promuoviamo nei quartieri popolari e nei nostri territori; cioè quello di mettere al centro dell’attenzione questo tema qui, perché il tema della guerra a noi sembra un tema molto attuale e molto utile per fare emergere delle contraddizioni. Perché le spese militari sono spese che offendono chi lavora, chi quotidianamente si dà da fare per avere dei soldi in tasca, per mantenere famiglie, per avere un tetto sopra la testa. E quelle spese sono risorse che arrivano da chi, soprattutto, viene sfruttato, da chi contribuisce con i propri soldi a riempire la tasca pubblica. E questa è una grande contraddizione. Come riportarla nei territori, è questo il nostro obiettivo. Come possiamo riportarla nei territori lo capiremo attraverso i tavoli che ci saranno sabato mattina, 5 agosto. Avremo tre tavoli, in tutti svilupperemo il tema della guerra, che sono: scuola e università, lavoro, immigrazione. Scuola e università perché ci sembrano i luoghi in cui si dovrebbe creare, si dovrebbe costruire, quel fermento culturale capace di far porre agli studenti e ai giovani il problema della guerra; cosa che purtroppo oggi né nella scuola, né nell’Università, tranne i casi dove c’è qualche docente consapevole, difficilmente viene trattato il tema della guerra da un punto di vista storico, da un punto di vista politico e culturale. Poi lavoro e immigrazione perché sono i due temi, secondo noi, che più devono essere guardati con attenzione. Il lavoro perché abbiamo una classe lavoratrice sempre più frammentata, sempre più parcellizzata, sempre più precaria; e l’immigrazione perché purtroppo, l’abbiamo visto soprattutto nelle ultime settimane qui a Catania, ne abbiamo avuto la dimostrazione con questo movimento di estrema destra, Generazione Identitaria, che ha tentato – come già una volta – di fermare una nave di un’organizzazione non governativa. Ha provato ad attraccare nuovamente a Catania per promuovere questa loro iniziativa di “fermiamo questi migranti, rimandiamoli indietro”. Allora ci stiamo accorgendo che nell’ultimo periodo soprattutto la tendenza alla guerra sta corrispondendo anche a una tendenza verso destra all’interno di questo paese, sia dal punto di vista delle politiche che da un punto di vista culturale. Quindi il nostro obiettivo è riportare nei territori queste contraddizioni legate sia al mondo del lavoro, al mondo dell’immigrazione, e quindi cercare di inserirsi nel dibattito propriamnete culturale, nelle comunicative, informative all’interno dei quartieri… Perché sono lì i territori, sono lì le zone dove risiede la classe sfruttata; perché è la classe sfruttata che deve prendere coscienza per far fronte a quella che è una classe sfruttatrice che fa le guerre, che ci fa identificare come nemico chi sta peggio di noi o come noi e mai ci stimola o ci proietta verso l’alto. E’ un campeggio che vuole rilanciare la lotta come una lotta non territoriale, ma una lotta contro le guerre, che rilanci un movimento che sia un movimento contro le guerre, e che siano tre giorni di laboratorio politico su questa questione qui. Poi sarà un campeggio dove ci sarà musica, ci sarà un concerto il sabato sera, ci sarà uno spettacolo teatrale il venerdì sera, ci sarà la manifestazione di chiusura domenica 6 agosto, alle ore 15. L’obiettivo è proprio questo: ripartire con determinazione, rilanciando una lotta che a noi pare essere sempre più attuale, sempre più importante da condurre e da portare avanti.
Ti ringraziamo. Poi ci potremo risentire, così ci potrai dire come sono andati questi tre giorni e come è andata la manifestazione del 6. Campeggio quindi a Niscemi 4-5-6- agosto poi il 6 agosto, la domenica, la manifestazione. Grazie Damiano.
Grazie a voi.
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