Fino a domenica scorsa Mimmo Lucano era una star.
Tutti lo volevano e tutti lo cercavano.
Poi improvvisamente, dopo che si sono saputi i risultati delle amministrative a Riace, tutto è cambiato.
Da lunedì è cominciato un fenomeno di vera e propria rimozione della persona, delle idee e dell’esperienza politica e sociale che Mimmo rappresenta.
Che a farlo siano i media filo Pd tipo Repubblica che da sempre hanno cercato di strumentalizzare il modello Riace non mi stupisce. E non mi stupisce neanche che a farlo sia quella parte di Partito Democratico, Sala e Pisapia in testa, che hanno cercato inutilmente di coptarlo per pescare voti nel movimento antirazzista che si è sviluppato nell’ultimo anno.
Non capisco invece le reazioni di una parte del nostro mondo.
Ci sono quelli che per mesi hanno ripetuto fino allo sfinimento “ la sinistra riparta da Mimmo Lucano” poi è bastata una sconfitta elettorale per andare in crisi e mettersi alla ricerca di nuovi leader e nuovi “schemi”.
Costoro restano sorpresi dai risultati della Lega a Riace perchè evidentemente non vivono le contraddizioni, non le capiscono e non sanno la “fame” cosa produce nelle classi popolari.
Mimmo poteva candidarsi con il Pd e farsi eleggere. Si sarebbe potuto così difendere molto meglio dai processi oltre a fare una vita ben più comoda e con grosse prospettive di carriera.
Invece ostinato, come solo i calabresi sanno essere, si è candidato nel suo paese senza poter fare campagna elettorale e ben consapevole di quale era la situazione sociale di Riace.
Fosse solo per questo ora bisognerebbe stringersi attorno a lui più forte di prima e non defilarsi facendo finta che non sia mai esistito.
Essere solidali e sostenere Mimmo in questo momento non è solo un dovere dal punto di vista morale ma sopratutto un atto politico fondamentale. Significa continuare a mettere al centro il tema dell’antirazzismo che è imprescindibile per chiunque si ponga in una prospettiva di reale emancipazione degli oppressi.
A sinistra si sta infatti diffondendo una strana vulgata secondo la quale per battere Salvini bisogna abbandonare il terreno dell’antirazzismo perché al momento non riscuote particolare consenso tra le classi popolari. I più arditi per suffragare tale tesi addirittura tentano di utilizzare Marx stravolgendo il senso di quanto scritto dal povero Karl.
Una vera e propria follia che però rischia di attecchire in un un periodo in cui tanti sono confusi e disorientati. Una follia che può far dimenticare come proprio l’antirazzismo sia stato uno dei pochi punti di tenuta negli ultimi anni rispecchiando una sensibilità non maggioritaria ma sicuramente ancora diffusa tra le classi popolari.
Per questi motivi mai come ora occorre effettivamente ripartire da Mimmo Lucano, dalla sua coerenza, dalla sua determinazione, dalla sua sete di giustizia e dalla sua capacità di sognare.
#wMimmo sempre
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Giordano Bruno
Se da un lato i comunisti debbano sempre mantenere la barra dritta e distinguersi da quell’antirazzismo di maniera, caritatevole, “accogliente” portato avanti dai liberisti di sinistra ma che nelle politiche sociali si traduce come razzismo, dall’altro non possono cedere al razzismo mascherato da “prima gli operai!” sottinteso italiani, sottinteso che il bracciantato migrante non sia “classe”.
Segnalo intanto questo libro appena uscito: La sinistra di destra – Mauro Vanetti.
Pierino Porcospino
E la destra sentitamente ringrazia.