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Decreto scuola, la miopia di una piccola ministra

Mentre nelle interviste televisive la ministra dichiara di voler garantire a tutti gli studenti il diritto allo studio e agli insegnanti la libertà di insegnamento, nella realtà intende valutarci “con voti finali conseguenti all’impegno nella Didattica a distanza”.

Notiamo con poco stupore come il ministero dell’Istruzione abbia preso in considerazione le dichiarazioni dell’Associazione nazionale presidi, e non le migliaia di richieste degli studenti che hanno bombardato di commenti i post della ministra chiedendo il 6 politico.

La priorità del ministero è di continuare con le valutazioni e quindi con il modello di classificazione degli studenti in “meritevoli” e “non meritevoli”, per lasciare indietro i secondi tramite dei criteri valutativi che in un contesto normale sono quantomeno opinabili, ma nell’attuale emergenza rasentano la follia.

Per quanto riguarda gli esami di maturità lo svolgimento previsto dal decreto in caso non si tornasse a scuola quest’anno è ancora più folle: nessuna prova scritta e un grande esame orale, un mega quiz per la gioia della didattica nozionistica. Ovviamente valutato.

In tutto il decreto non c’è la minima spiegazione di come si intenderà procedere con i recuperi degli insegnamenti persi in questo periodo di didattica a distanza, a riprova delle priorità del ministero.

Il compito della scuola deve essere quello di insegnare, garantire a tutti gli studenti il diritto allo studio e pari opportunità, non quello di valutare e incasellare gli studenti in dei numeri che non tengono conto delle condizioni sociali di ognuno.

Abbiamo fin da subito lanciato una proposta che sapevamo essere straordinaria, l’unica che può far fronte alla straordinarietà della situazione; tentare di salvare il salvabile di un modello che ci ha portato ad avere una scuola inadeguata ad affrontare la situazione è un grave errore e mostra la debolezza della ministra, incapace di prendere decisioni diverse dalle spinte dai vari baronati come i presidi.

Bisogna avere la volontà e il coraggio di proiettare la scuola in avanti senza lasciare nessuno indietro.

Continueremo a praticare forme di lotta affinché per l’anno prossimo siano garantiti corsi di recupero straordinari, sostituiti alle inutili ore di alternanza scuola lavoro e test Invalsi, perché tutti possano recuperare le ore di didattica perse.

Se non sarà così ministra, prima di vederci in classe ci vedrà nelle piazze.

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