Di queste affermazioni di Bruno Vespa, diffuse dalla TV pubblica che promuove il suo libro, non ce ne è una vera.
1) Il primo contratto nazionale dei metalmeccanici fu firmato 1919, mentre il golpe del Re che portò al potere Mussolini fu nel 1922.
2) L’INPS naque nel 1898 e nella forma attuale nel 1919.
3) Le 40 ore settimanali in Italia furono raggiunte dopo l’autunno caldo del 1969. Nel 1923 una legge già voluta da Giolitti, a seguito dei contratti nazionali già firmati stabilì orario giornaliero di 8 ore per 6 giorni, cioè 48 ore settimanali più gli straordinari
4) Nel 1925 Mussolini ABOLÌ la contrattazione nazionale libera, vietò i sindacati indipendenti e obbligò tutti i lavoratori ad aderire ai sindacati fascisti, di cui facevano parte anche i padroni.
5) Nel 1927 Mussolini stabilì per legge che le donne prendessero solo il 50% della paga di un uomo.
6) Nel 1929 per sostenere la quotazione della lira (austerità monetaria, insomma) Mussolini decise il taglio dal 15 al 30% delle retribuzioni nominali.
Potremmo aggiungere tanto altro sullo sfruttamento da parte dei padroni, verso un lavoro cui il fascismo aveva tolto il diritto di sciopero. Ma questo basta per chiarire che il consenso del fascismo era fondato prima di tutto sulla menzogna.
Le fake news di Bruno Vespa, il giornalista ufficiale del palazzo, lo confermano.
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Andrea Bo
Occhio: dall’impostazione dell’articolo sembra che le sei puntualizzazioni di Giorgio siano state espresse da Vespa…
Giovanni Gualtiero
infatti ha anche fatto il notaio per il contratto con gli italiani.