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Lo stupidario capitalista e la questione dei brevetti

Da qualche giorno si legge di una proposta formulata da Beppe Grillo, quella secondo cui i paesi ricchi dovrebbero acquistare i brevetti dei vaccini contro il Covid-19 per poi donarli ai paesi poveri. Si tratta di una proposta che, conoscendo la carriera teatrale di Grillo, potrebbe essere intesa come una gag comica. Purtroppo non è così, anzi c’è chi si è detto disposto a sostenerla seriamente.

La proposta di Grillo è di una singolare stupidità: da mesi infatti diversi paesi del mondo, capofila Sudafrica e India, si muovono per ottenere una moratoria dei brevetti sui vaccini, ma tale proposta non passa per l’opposizione tenace dei paesi del Nord del mondo, primi tra tutti USA ed Unione Europea.

Questa è però la proposta giusta, che s’inquadra tra l’altro in una più generale battaglia contro i brevetti per i farmaci essenziali, già sostenuta decenni fa da diversi paesi, in particolare il Sudafrica di Mandela a proposito delle cure contro l’AIDS.

Invece, secondo Grillo, i paesi ricchi dovrebbero chiedere gentilmente a Pfitzer, AstraZeneca ecc. di vendere loro i brevetti, a una cifra che molto probabilmente sarebbe incommensurabile, dati i guadagni che tali aziende prevedono di realizzare, fatto che tra l’altro rende tali aziende poco disponibili a una vendita.

Una proposta comunque tutta interna alla logica capitalista e che tra l’altro, dati i contratti già vigenti, vedrebbe il paradosso per cui i governi dovrebbero acquistare comunque i vaccini prodotti da Big Pharma pur avendone comperato il brevetto. Una logica, infine, che sostituirebbe al principio di solidarietà e di uguaglianza nell’accesso alla sanità, quello di carità: noi ricchi compriamo e diamo ai poveri.

La proposta di Grillo, stupida e irrealizzabile, ha trovato, tuttavia, un sostegno imprevedibile nella responsabile salute del PD e già sottosegretaria Sandra Zampa, la quale, in un’intervista a Radio Popolare di Milano ha sostenuto che si tratta di un’idea giusta su cui anche il suo partito dovrebbe impegnarsi.

Secondo Zampa, tale proposta è giusta perché darebbe i vaccini a tutto il mondo, garantendo la giusta e necessaria retribuzione alle aziende che hanno fatto “grandi investimenti in una ricerca così rapida e miracolosa”.

Ci chiediamo se Zampa ricordi che tale ricerca “rapida e miracolosa” è stata in realtà resa possibile dai finanziamenti miliardari e dai sostegni di provenienza pubblica che molti governi hanno versato nelle casse di tali aziende e in qualche caso anche dall’uso di laboratori di ricerca pubblici di cui hanno potuto disporre (segnatamente AstraZeneca ad Oxford).

Insomma, l’idea che sui farmaci, almeno quelli di vitale importanza, non dovrebbe esistere brevetto, non sfiora nemmeno la mente di Sandra Zampa.

Per non parlare poi del principio per cui la ricerca e la produzione dei farmaci essenziali dovrebbero essere pubblici e non affidati ad aziende che, per loro natura, perseguono l’obiettivo del profitto e quindi seguono la logica della concorrenza e dell’esclusione di chi ha meno mezzi.

Ancora una volta, PD e 5 Stelle uniti nella lotta. Quale? La difesa del capitalismo.

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