Non sappiamo ancora tutto sulla povera ragazza di diciotto anni, morta dopo la somministrazione del vaccino AstraZeneca, ma oramai sappiamo che la gestione dei vaccini, come quella della pandemia, risponde a logiche che con la salute delle persone e con la scienza c’entrano fino ad un certo punto.
All’inizio il vaccino AZ fu somministrato proprio ai più giovani che lavoravano nelle strutture pubbliche non sanitarie e nella scuola. Poi dopo i primi casi di trombosi in Italia ed in Europa, il vaccino fu riservato solo agli anziani, non però ai più anziani e fragili cui vennero somministrati Pfizer e Moderna. Poi nelle ultime settimane il vaccino AZ è stato liberalizzato, nel solito confuso concerto tra stato e regioni, e con gli Open Day somministrato anche ai giovanissimi.
Ora dopo la tragica morte di Camilla quel vaccino torna solo a chi ha più di sessant’anni. Ma ovviamente si rischia un grave squilibrio nelle scorte. Sono tutte decisioni scientifiche e mediche o c’entrano altri fattori? Ovviamente no, per me sono state determinanti:
1) La disponibilità reale dei vaccini, che tutti i governi occidentali da un lato hanno accaparrato, dall’altro hanno lasciato in mano alle multinazionali, rifiutando al di là di chiacchiere ipocrite la condivisione di brevetti e la vaccinazione pubblica su scala mondiale. Non solo nel mondo povero, ma anche in Italia paghiamo un prezzo a questa scelta a favore di Big Pharma.
2) La gestione delle vaccinazioni, sempre più in funzione degli interessi commerciali e della stagione turistica e non dei principi sanitari. Come l’anno scorso si è riaperto incautamente tutto, con le conseguenze tragiche che abbiamo subìto, ora si sono liberalizzati i vaccini superando le rigorose divisioni per età, in un liberi vaccini per tutti che si è rivelato altrettanto incauto.
3) La mancata attuazione di un vero unico piano nazionale dei vaccini, con le regioni che ancora una volta si sono rivelate il problema e non la soluzione. Venti sistemi sanitari diversi ed in competizione tra loro sono una follia che non possiamo e non dovremmo più permetterci.
Ora non mi interessa la polemica di palazzo se Draghi e Figliuolo siano davvero meglio di Conte ed Arcuri, anche se la benevolenza dei mass media verso i primi due è oramai stomachevole. La realtà è che entrambi i governi hanno seguito dichiaratamente la stessa impostazione: convivere con il virus, adattare le ragioni della salute a quelle degli affari. E bisogna riconoscere che anche i sistema scientifico ufficiale si è piegato a questa logica che sacrifica vite umane in cambio di PIL.
Alla fine i guasti e la sottomissione del sistema ai soldi e agli affari, cui dobbiamo il triste primato di centotrentamila morti Covid, hanno pesato anche nella gestione dei vaccini. Che sono una conquista dell’umanità, che ci dimostrano cosa può fare di buono e grande la scienza, ma che ci confermano come profitto privato e salute per tutte e tutti siano incompatibili.
Finché la consapevolezza di questo non diventerà principio pubblico e coscienza comune, continuerà a non andare tutto bene.
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Francesco Rappazzo
Ottima sintesi della situazione. Grazie