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Portuali contro le armi. Sotto inchiesta Digos, ma incoraggiati dal Papa

Il Vaticano in questi giorni è al centro della “comunicazione politica” per l’evidente invasione di campo nell’iter parlamentare di una legge “sgradita”, che riconosce la libertà degli orientamenti sessuali individuali e classifica come reato le manifestazioni di omotransfobia.

I sedicenti difensori della “sovranità nazionale” – come Salvini, Meloni, ecc – si sono immediatamente inginocchiati al diktat della Curia, dimostrando il solito servilismo esibito anche nei confronti degli ex nemici come l’Unione Europea. Persino i democristiani di lungo corso (come Letta e Draghi), dopo qualche esitazione iniziale, si son dovuto ricordare che “lo Stato è laico e il Parlamento della Repubblica è sovrano”.

Giornali e tv si sono comunque genuflessi, sbandierando come grande novità l’incontro il Papa e l’Uomo Ragno (una brava persona che si occupa di portare un sorriso anche nelle corsie degli ospedali, tra i bambini ricoverati)

Silenzio assoluto, invece – e non per ignoranza – sull’incontro avuto tra lo stesso Papa, nelle stesse ore, con una delegazione di portuali che sono stati tra i protagonisti del rifiuto di imbarcare sulle navi armi destinate allo Yemen e Israele.Atto decisamente più “trasgressivo”, visto che quei lavoratori sono ora oggetto di un’inchiesta giudiziaria al quanto malevola.

Proviamo noi a “coprire il buco” informativo…

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Papa Francesco ha incontrato al termine dell’udienza generale un piccolo gruppo dei portuali di Genova che, negli ultimi mesi, più volte hanno impedito il carico di armi e munizioni sulle navi dirette a Israele o a paesi della coalizione araba che sta bombardando lo Yemen per ottenerne la capitolazione.

Avete coraggio a non caricare le armi”, ha detto loro il Papa, che ha anche scherzato sulla proverbiale parsimonia dei genovesi, che in questo caso contrasta con l’atteggiamento di questi lavoratori che stanno rischiando il posto e anche subiscono denunce penali per il loro rifiuto di svolgere quello che ritengono sia un sevizio immorale.

Siamo padri di famiglia, non vogliamo che siano uccisi altri bambini”, ha spiegato al Papa uno di loro.

La delegazione era guidata dal professor Luciano Vasapollo ed era composta anche da  rappresentanti della scuola di economia antropologica diretta dal docente alla Sapienza di Roma (facoltà di Lettere)  che hanno donato al Papa due libri particolari: “Mediterraneo sia”, con articoli di Viviana Vasapollo, e il libro “Camminare camminando”, di Mirella Madafferi, due giovani studiose che hanno centrato il focus della loro ricerca sul Mediterraneo.

E il Papa ha risposto alle autrici ribadendo la necessità di “un ritorno a un mare di cultura e di unione dei popoli piuttosto che un grande cimitero di umanità”.

Nella delegazione – sottolinea Vasapollo – la parte chiaramente più importante erano i rappresentanti dei portuali che fanno riferimento all’Unione Sindacale di Base. Il Papa si era speso molto per loro quando mei mesi scorsi aveva detto: ‘bene hanno fatto questi lavoratori a bloccare le navi’.

E oggi abbiamo avuto la grandissima soddisfazione di un ricevimento doppio; un rappresentante dei portuali ha anche potuto incontrare in privato il Papa che ha dato tutta il suo appoggio e la sua solidarietà a queste lotte portate avanti, a  questa grande azione di bloccare le navi con le armi.

Poi dopo questo incontro cordialissimo con la nostra delegazione, quando ha salutato la nostra scuola  e si è nuovamente soffermato sulla questione dei portuali dicendo che già aveva parlato con il loro rappresentante ma ribadendo: ‘continuate queste lotte, bene avete fatto a bloccare queste navi da guerra cariche di armi, continuate così’, ha detto più volte.

Addirittura ha avuto frasi di affetto e abbiamo avuto dei momenti molto gioiosi di uno scambio di belle battute, barzellette quindi anche un momento culturale alto di solidarietà e un momento di affettuosità e di umanità come questo grande Papa sa fare.

Insieme alla delegazione – ha voluto aggiungere il professor Vasapollo – siamo assolutamente contenti di quello che è avvenuto e la delegazione esprime un ringraziamento al giornale online FarodiRoma e al suo direttore Salvatore Izzo che ha chiesto l’incontro, consentendo un abbraccio fraterno, umano, ricco di amicizia e di solidarietà con questo grande Papa, questa grande persona questo grande uomo che sa che cos’è la solidarietà all’umanità e la complementarietà, ed ha voluto appoggiare una lotta difficile come quella dei portuali di Genova, come quella dei nostri compagni.

Appoggiarli significa avere coraggio: hanno coraggio ovviamente i nostri compagni ma un grande coraggio lo ha anche il Papa, che è un uomo coraggioso, per il quale abbiamo grande rispetto”.

Come è noto, cinque esponenti del Collettivo autonomo dei lavoratori portuali sono indagati dalla Procura di Genova.

La notizia del fascicolo è emersa lo scorso 24 febbraio, a seguito delle perquisizioni a tappeto su mezzi, abitazioni e luoghi di lavoro degli indagati, con sequestro di telefoni e computer non solo dei lavoratori coinvolti, ma anche dei loro familiari conviventi, figli compresi.

Uno sforzo sproporzionato volto a reprimere, più che a cercare prove di un’ipotesi di associazione a delinquere palesemente campata in aria” – si sfogano i componenti del gruppo. Secondo il collettivo “la reale intenzione è quella di mettere a tacere la conflittualità sindacale e la lotta che stiamo portando avanti per la sicurezza sul lavoro e contro il traffico di armi nel porto”.

* da Il Faro di Roma

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