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Licenziamenti. A cinque giorni dalla fine del blocco è già un calvario

Sono passati solo cinque giorni dalla fine del blocco dei licenziamenti e le notizie che arrivano da diverse fabbriche sono già un bollettino di guerra.

Succede di essere licenziati con una semplice mail come avvenuto ai 152 lavoratori della Gianetti Ruote di Ceriano Laghetto, in provincia di Monza e Brianza. La storica fabbrica di ruote d’acciaio ha chiuso lo stabilimento e lo ha comunicato ai suoi dipendenti con un breve messaggio alla fine del turno pomeridiano.

L’azienda, di proprietà del fondo americano Quantum Capital Partner, ha giustificato questa decisione inaspettata con la crisi perdurante dello stabilimento aggravatasi nei mesi di pandemia.

A Vicenza la multinazionale Abb ha annunciato la chiusura dello stabilimento di Marostica, con 100 lavoratori tra dipendenti e indotto licenziati. La crisi era in corso da tempo ma il blocco dei licenziamenti aveva dato una boccata di ossigeno ai lavoratori e tempo alle trattative. Era anche spuntato qualche possibile compratore che però la multinazionale svizzera non ha voluto prendere in considerazione.

In Lombardia invece sono già pronti i tagli della multinazionale francese del farmaco Sanofi che lascerà a casa 45 persone. Esuberi sono in vista alla Eurovalve di Opera e alla Bio-Rad di Segrate, entrambe in provincia di Milano. Su tutti, comunque, spicca l’infamia della FLSmidth Maag Gear di Segrate, che proprio il primo luglio ha licenziato il lavoratore Alessandro Cambarau. Cieco, quindi “inutile”.

Imprenditori nazisti, si può proprio dire…

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