Intervista a Raffaele Giovine, candidato Sindaco a Caserta per la Lista “Caserta Decide”
Ci racconti come siete giunti a costituire la lista “Caserta Decide” (e la tua candidatura) che si caratterizza come autonoma e indipendente dai blocchi di potere e, se ritieni, che in prossimo futuro questa esperienza potrebbe predisporsi alla definizione di una vera rappresentanza politica popolare?
Il percorso di Caserta Decide nasce dal mondo dell’associazionismo, dell’impegno sociale e civile, ma soprattutto da tantissime persone che si danno da fare per la propria città: chi prendendosi cura di un parco, chi organizzando una rassegna di cinema all’aperto, chi battagliando per il reddito di cittadinanza e per la rigenerazione delle case popolari.
L’attivismo da solo non era sufficiente per rendere Caserta una città accogliente, solidale, verde e quindi è stato il passaggio naturale candidarci alle elezioni amministrative. Il nostro orizzonte è ovviamente alternativo a quello di chi in questi anni ha devastato la nostra città.
Che ruolo economico e sociale immaginate per Caserta in una provincia che fino a qualche decennio fa era denominata “Terra di Lavoro”?
Caserta non è una città che può vivere avendo un’unica vocazione, ma deve crescere attraverso l’intervento su diverse aree. È chiaro che il lavoro sia un aspetto nodale da cui ripartire per ridefinire le politiche della città. È necessario immaginare politiche pubbliche che creino opportunità di lavoro ed intervenire quando non siano rispettati i diritti dei lavoratori.
Un altro punto fondamentale è la pubblicizzazione dei servizi in città: acqua, riscossione dei tributi, nettezza urbana e parcheggi possono essere gestiti dal Comune con un innalzamento della qualità del servizio ed un maggiore gettito nelle casse comunali.
Come pensi si possa spezzare l’isolamento della città dovuto anche in buona parte alla crisi economica, al taglio dei trasporti e alla crescita delle diseguaglianze?
Dobbiamo rafforzare le politiche sociali con nuovo piano di zona che migliori le condizioni delle persone più fragili. Dobbiamo mettere al centro gli anziani, i servizi dell’accoglienza, le politiche di genere per costruire la città meno diseguale d’Europa.
Dobbiamo approvare un Piano Urbano della Mobilità Sostenibile che metta al centro il trasporto pubblico locale, le piste ciclabili ed i parcheggi di interscambio. Rafforzando le politiche sociali ed il trasporto pubblico miriamo a rafforzare processi di autonomia delle persone.
La pandemia ha colpito anche la città di Caserta. Crisi del terziario, poco turismo e dismissioni produttive sono lo scenario dominante. Che idea si “sviluppo” è alla base del vostro Programma?
Vogliamo mettere al centro il riutilizzo del patrimonio pubblico abbandonato – fatto anche di beni confiscati alla camorra – affidandolo a cooperative sociali per creare nuovi posti di lavoro. Immaginiamo un piano strategico per rilanciare il commercio, favorendone lo sviluppo.
Invece, immaginiamo di mettere in rete i siti museali ed Unesco – tra cui la Reggia, il Belvedere di San Leucio e il Museo di Arte Contemporanea – della città favorendo un percorso culturale e turistico di qualità anche con biglietto unico integrato.
L’assemblea territoriale di Potere al Popolo ha deciso di appoggiare “Caserta Decide” e la tua candidatura a Sindaco. Come valuti questa convergenza anche alla luce delle discussioni che hanno preceduto tale decisione?
Sono anni che attraversiamo gli stessi percorsi e le stesse lotte dei compagni di Potere al Popolo Caserta. Una convergenza era naturale, vista la sintonia sul piano valoriale e la condivisione di una strategia di costruzione di un polo alternativo a quello del centrodestra e centrosinistra che, con una continuità nei protagonisti passati da una parte all’altra, hanno governato la città negli ultimi anni.
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