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Le sanzioni alla Russia? Nell’Unione Europea si cammina sulle uova

C’è stata, e rimane, la massima riservatezza sul cosa è stato discusso nel vertice straordinario dei capi di Stato e di Governo dell’Ue sulla crisi ucraina, tenutosi giovedi a Bruxelles.

I leader e i loro staff sono stati costretti a lasciare fuori dalla sala della riunione tutti i dispositivi elettronici per evitare di essere “spiati”. “Il livello di confronto è stato così delicato e riservato al punto che vi è solo uno scambio di carte a mano, nemmeno per mail”, spiega all’Agi una fonte della Ue. Paura di essere spiati dai russi? Non pare.

Probabilmente più di qualcuno rammenta quando la Merkel o le riunioni dei leader europei venivano sistematicamente intercettate dalla NSA statunitense. Sono tutti alleati nella NATO certo, ma gli USA continuano ad avere una idea tutta loro sulle gerarchie decisionali nelle alleanze. Ragione per cui è meglio che le riunioni “degli alleati europei” avvengano nel modo più “schermato” e riservato possibile.

Secondo alcune fonti nel vertice europeo non si è parlato nel dettaglio delle sanzioni da comminare alla Russia in caso di invasione dell’Ucraina. Sembra che ci sia una ampia convergenza sulle sanzioni (solo Orban ha disertato i lavori). Ma è emersa anche la preoccupazione per i contraccolpi sulle economie europee che potrebbero rivelarsi altrettanto pesanti. Diversi Stati, tra cui Germania, Francia e Italia, hanno mostrato preoccupazione sugli effetti che potrebbero avere le misure restrittive anti-Mosca sulla propria economia.

Secondo il network DW l’industria tedesca ha un interesse nel garantire che le relazioni tra Germania e Russia non diventino troppo tese. Nonostante l’aggravarsi della crisi ucraina, il Comitato tedesco per le relazioni economiche dell’Europa orientale prevede ancora di tenere i suoi colloqui annuali d’affari con Putin ed ha confermato quello di marzo.

Sullo sfondo restano però distanze non solo su sanzioni che danneggerebbero la Russia (ma forse meno di quanto annunciato) ma danneggerebbero anche – e solo – le economie dell’Unione Europea e non certo quella degli Stati Uniti. Conciliare queste divergenze è una ginnastica che i leader europei che da mesi evocano l’autonomia strategica (irritando non poco gli USA) devono cominciare a mettere a verifica.

“Europei e americani condividono alcuni valori e interessi. Sarebbe completamente controproducente, soprattutto oggi di fronte alla minaccia russa, privarci di questo quadro di coordinamento e di azione comune” commenta a Le Monde Edouard Simon, direttore dell’Institut de relations internationales et stratégiques francese. “La questione dell’autonomia strategica europea non è una questione di distanza sistematica tra europei e americani, ma una questione di capacità degli europei di far sentire meglio la loro voce di fronte agli americani e, eventualmente, di agire diversamente quando i nostri interessi divergono”.

Secondo l’AGI, sono in corso diverse manovre da parte degli Stati europei per attutire i colpi delle sanzioni alla Russia che potrebbero avere conseguenze sulle aziende europee che fanno affari con Mosca. A occuparsene sarà il gabinetto della presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, che in questi giorni ha raccolto le rimostranze di diversi paesi sui settori da tutelare. Dall’energia alle banche al lusso.

I dati dicono che l’Ue è il principale partner commerciale della Russia, con oltre il 37% del suo commercio totale con il mondo, ma Mosca è solo quinto partner commerciale dell’Ue con meno del 5%.

Tra le proposte presentate vi è quella di esentare alcuni settori strategici, come avvenne con il meccanismo adottato per aggirare le nuove sanzioni di Trump all’Iran, ma c’è chi ha proposto anche delle compensazioni economiche, dal bilancio europeo, alle aziende più colpite dall’effetto di ritorno delle sanzioni alla Russia. L’intento è paralizzare l’ammodernamento tecnologico russo.

La Ue vorrebbe riuscirci ma senza paralizzare anche una fetta della economia europea, soprattutto non quella tedesca, francese o italiana. Insomma un cerchio da quadrare niente affatto semplice… e neanche conveniente.

 

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1 Commento


  • E Sem

    La posizione marcatamente anti europea del presidente delle commissioni europee sta lentamente portandoci ad una disgregazione con conseguenze per ora inimmaginabili. Il boss di oltre oceano sta semplicemente lavorando per rendere innocui potenziali pericolosi competitori a cominciare da ue, la cina ringrazia.

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