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Le ong “incentivo” di Piantedosi

Il ministro dell’Interno, prefetto Matteo Piantedosi, torna a ribadire la linea del governo sulle politiche legate ad uno dei temi al centro dell’agenda italiana ed europea.

Rappresenterebbero un “pull factorper il fenomeno migratorio. Tradotto in italiano – come peraltro i suoi colleghi di governo, a partire da quello della cultura, fingono di pretendere sia obbligatorio – le navi ong “spingono le partenze dei migranti verso l’Italia”.

In più ha affermato che Abbiamo l’ambizione di gestire noi il fenomeno e non possiamo consentire a navi private che battono bandiere di Stati esteri di sostituirsi al Governo italiano”.

Tutto durante un’intervista a “L’aria che tira”, su La7, ieri mattina, nel tentativo di spiegare le ragioni del suo decretare (il prossimo “porto sicuro” sarà probabilmente indicato in Bolzano…).

Il ministro sa certamente – i dati li fornisce il suo ministero – che il numero di migranti salvati in mare dalle navi Ong rappresentano meno del 10% del totale che arriva via mare. Il grosso viene recuperato da altre navi (militari o civili, pescherecci compresi), che raccolgono doverosamente un segnale Sos. Oppure raggiungono con i loro mezzi le nostre coste.

Dunque avremmo questa strana situazione: i migranti e gli scafisti, “sapendo” che ci sono le navi ong, si mettono in mare, anche se la possibilità reale di incontrarle è bassa (il 10%, appunto). Se invece sapessero che non ci sono, tutto il fenomeno migratorio, per incanto, cesserebbe.

La fame, la siccità, la desertificazione, le carestie, le dittature militari sostenute dai paesi occidentali non sarebbero improvvisamente più sufficienti a spingere via una parte della popolazione.

Vuoi mettere invece quant’è comodo attraversare il Sahara, farsi internare in un lager libico per mesi, tra violenze e torture di ogni tipo, pagare alcune migliaia di dollari (il riscatto pagato dalle famiglie rimaste in patria) e poi – finalmente! – mettersi su un gommone sgonfio per attraversare il Mediterraneo?

E’ lo stesso ministro, con autentico sprezzo del ridicolo, a ricordare che “è stato registrato un abbassamento della qualità della produzione delle barche usate dai migranti”. Segno che da quelle parti gli scafisti stanno dando fondo anche agli scarti di magazzino. Ma lui lo attribuisce al “pull factor”…

Si potrebbe anche far notare che di navi ong ce ne sono anche italiane, ma non vorremmo rovinargli la sorpresa di scoprirlo tra qualche tempo…

Resta limpida la sua fuzzy logic: “i migranti sono spinti a partire dall’esistenza di navi ong”. Un “incentivo”, insomma, come quelli per rottamare la vecchia auto (molti governanti ci sono abituati…)

Per analogia si potrebbe dire che i ladri sono “spinti a rubare” dall’esistenza della ricchezza… Ma siamo certi che Piantedosi & co. non suggerirebbero mai di regalarla per porre fine ai furti.

Oppure si potrebbe dire che gli stupratori “sono spinti” alla violenza dall’aver saputo che i costumi sessuali sono diventati un po’ più liberi negli ultimi 60 anni…

O che molti “sono spinti” ad aderire a una religione perché promette un paradiso nell’aldilà…

Se non ci fossero quelle migliaia di morti che finiscono in fondo al mare ogni anno, ministri con questa logica ci farebbero divertire parecchio.

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1 Commento


  • Luca

    compagni buongiorno
    più che un commento è un …confronto.
    sto leggendo “l.urlo….` di M Severgnini.
    non so se conoscete le sue tesi sul tema immigrazione alquanto difformi da quello che penso io stesso, ma sicuramente stimolanti alla riflessione. Voi che ne pensate?

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