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Il governo si accanisce contro i migranti. Via la protezione speciale

E’ evidente che contro gli immigrati ci troviamo di fronte ad un combinato disposto tra lo “stato d’emergenza” dichiarato dal governo per sei mesi e il progetto di cancellare la protezione speciale nella concessione dei permessi di soggiorno.

In pratica è un enorme semaforo verde alle espulsioni. La maggioranza di governo appare per ora compatta nella decisione di cancellare la cosiddetta ‘protezione speciale’ per i migranti e rifugiati arrivati in Italia.

L’emendamento di maggioranza “recepisce quelli della Lega che danno una stretta alla protezione speciale introdotta dal ministro Lamorgese e dalla sinistra nel 2020 – rivendicano fonti della Lega che è la responsabile del nuovo provvedimento con il quale, di fatto, si ritorna ai decreti Salvini“,

Lo scopo dell’emendamento depositato dalla Lega nel decreto-legge “Cutro” è infatti quello di restringere le maglie del permesso temporaneo. La stretta prevede un giro di vite anche sui motivi di salute che stringevano le maglie delle espulsioni.

Alle parole “gravi condizioni psicofisiche o derivanti da gravi patologie” – attualmente in vigore nel decreto legislativo del 1998 – si sostituiscono infatti le parole “condizioni di salute derivanti da patologie di particolare gravità, non adeguatamente curabili nel paese di origine”. Se dunque la patologia di cui è affetto un migrante è curabile dal paese da cui proviene, questo non diventa più un ostacolo all’espulsione.

La proposta di modifica prevede inoltre che quei migranti che non possono essere espulsi non potranno più beneficiare di permessi di soggiorno convertibili in permessi di soggiorno per motivi di lavoro.

Fonti della maggioranza assicurano che il sub-emendamento tiene conto dei rilievi sollevati dal Quirinale nei giorni caldi del dl Cutro. E che l’abolizione della protezione speciale è portata avanti nel rispetto delle convenzioni internazionali, tanto che, viene fatto notare, è venuta meno la battaglia, caldeggiata dalla Lega, per sopprimere il riferimento all’orientamento sessuale e all’identità di genere tra i motivi di persecuzione per i quali non si può disporre l’espulsione o il respingimento, come previsto in passato dai decreti Salvini.

Il cittadino straniero al quale viene riconosciuta la ‘protezione internazionale’ ha diritto ad un permesso di soggiorno per asilo politico o per protezione sussidiaria, entrambi della durata di cinque anni, rinnovabile, che consente di svolgere qualsiasi tipo di attività lavorativa.

La ‘protezione speciale’ è invece un permesso di soggiorno rilasciato al richiedente asilo per il quale non sussistono i presupposti per riconoscere la protezione internazionale, ma nei cui confronti la Commissione Territoriale ritenga sussistenti altri pregiudizi in capo soggetto meritevoli di tutela, in caso di rimpatrio dello stesso nel paese. Questo tipo di protezione è contemplata dai punti 1 e 1.1. del primo comma dell’art. 19 del Testo Unico Immigrazione.

Tale articolo protegge la persona dall’espulsione  o dal   respingimento verso  uno  Stato  in  cui  possa  essere  oggetto  di persecuzione per motivi di razza, di sesso, di orientamento sessuale, di identità di genere di lingua,  di  cittadinanza,  di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali o  sociali, ovvero possa rischiare di essere rinviato verso un  altro  Stato  nel quale non sia protetto dalla persecuzione.

Il permesso di soggiorno per protezione speciale è stato introdotto dalla legge 132/2018 e i presupposti per il suo rilascio sono stati poi ampliati dal Dl 130/2020, convertito nella legge 173/2022 che ha riformulato l’art. 19 del Testo Unico Immigrazione (TUI), ampliando le ipotesi di divieto di espulsione.

La protezione speciale viene concessa quando, al ricorrere di determinati presupposti, non è possibile l’allontanamento dello straniero dal territorio nazionale.

Lo stop alla protezione speciale, era già stata avanzata in mattinata dal ministro per i rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani. Ieri – ha detto il ministro – “è stato depositato un sub-emendamento della maggioranza in commissione Affari costituzionali che restringe fortemente le maglie” della protezione speciale.

E’ uno degli aspetti su cui abbiamo più lungamente discusso tra governo e maggioranza. Questa protezione speciale – ha evidenziato – è di fatto un grimaldello che permette a moltissime persone di rimanere in Italia pur non avendone diritto. Questa fattispecie si aggiunge alle norme che già il governo ha adottato, e il sub-emendamento di maggioranza prova che su questo tema non c’è nessuna divisione: andremo uniti in commissione lunedì e poi in Aula la prossima settimana”.

Contro il micidiale combinato disposto tra Stato d’emergenza e reintroduzione de facto dei decreti Salvini, il 28 aprile è stata chiamata una manifestazione nazionale a Roma da una coalizione di forze che va dal Movimento Migranti e Rifugiati all’Usb.

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