Sommersi dalla beatificazione del Caimano a reti unificate, è quasi impossibile trovare un commento non servile nei suoi confronti. E’ perciò una boccata d’ossigeno leggere la nota che Potere al Popolo ha pubblicato nel pomeriggio di ieri. La definizione di “nemico” è precisa sotto ogni punto di vista.
Da quello politico e sociale, naturalmente, perché ha sdoganato i fascisti. Gianfranco Fini è stato nel suo secondo governo, il più duraturo e responsabile dell’uccisione di Carlo Giuliani a Genova 2001; Giorgia Meloni Meloni era nel suo quarto ed ultimo governo, così come Ignazio La Russa, addirittura come ministro della Difesa.
Da quello della cultura di massa, perché ha alluvionato l’etere con la santificazione dei ricchi e la “normalità” dell’individualismo predatorio.
Da quello istituzionale, perché con lui è diventato “ovvio” fare leggi “ad personam”, cambiare la Costituzione ad ogni stormir di fronda. Da quello delle libertà effettive, perché ha praticato e legittimato la caccia ai “critici”, fossero questi giornalisti di lungo corso o movimenti sociali.
Di un nemico non si può dire bene neanche dopo la morte. Chi lo ha fatto – tutti i protagonisti della politica parlamentare – in realtà ha confessato di essere un complice o un servo. Non un “oppositore”.
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Non c’è cordoglio per un nemico della nostra gente
Sono diversi gli articoli che ci attaccano a causa della nostra scelta di non dimostrare cordoglio per la morte di Silvio Berlusconi.
Un cordoglio che, da destra a centro-sinistra, ha pervaso la comunicazione politica: “A Dio, Silvio” (Meloni); “Rispetto per quello che è stato un protagonista della storia del Nostro paese” (Schlein); “Un imprenditore e un politico che in ogni campo ha contribuito a scrivere pagine significative della nostra storia” (Conte).
Noi invece vogliamo ricordare Berlusconi per quello che è stato: un nemico della nostra gente.
Non sorprende che la destra, i fascisti, i mafiosi, i padroncini, i palazzinari e gli speculatori, gli evasori, i razzisti, gli ipocriti bigotti lo santifichino, tanto che il Governo Meloni, contro la prassi che prevede per gli ex premier i soli funerali di stato, ne ha approfittato per chiamare arbitrariamente una giornata di lutto nazionale.
Berlusconi è stato il loro migliore rappresentante e insieme uno di loro. La sua storia imprenditoriale, ben prima di quella politica, è stata la storia di una commistione malsana tra potere politico, imprenditoriale e borghesia mafiosa.
Una storia che ha visto il Berlusconi rampante costruttore degli anni Settanta giocare sempre su due piani, ma con lo stesso scopo: sul piano pubblico, favorire l’ascesa di Bettino Craxi al potere e la trasformazione del PSI in un partito neoliberista e anticomunista; sul piano occulto, finanziare e sostenere quegli apparati dello stato ed ex fascisti, che erano dapprima stati sovvenzionati in funzione antisovietica dagli USA, e che si erano ri-organizzati nella cosiddetta “Loggia P2” per favorire un golpe soft in funzione anticomunista.
Entrambi quei piani rispondevano a uno scopo preciso: farla finita con il “lungo Sessantotto” italiano, ossia con quella stagione di lotte che aveva limitato il potere di speculatori e sfruttatori e consentito la modernizzazione del paese e lo sviluppo di diritti e potere per le classi popolari. E farla finita con l’immaginario, con la cultura politica e organizzativa e con la crescita elettorale comunista, che di quella stagione era stata protagonista e che veniva giustamente individuata dal Berlusconi della fine degli anni Settanta come un pericolo mortale per i suoi progetti speculativi.
Fu solo con l’inizio degli anni Novanta, però, che Berlusconi riuscì a catalizzare un ampio consenso intorno alla sua figura. Nel 1992 l’inchiesta di “Mani Pulite” dissolveva il sistema dei partiti al potere, PSI e DC in particolare, mentre la contemporanea auto-dissoluzione dell’Unione sovietica portava alla fine del PCI.
Lo spazio politico che si apriva era immenso.
La sua discesa in campo nel 1994 – preparata con largo anticipo con il tacito assenso della borghesia mafiosa e l’appoggio di settori consistenti degli apparati – ha così permesso a fascisti, leghisti, evasori e mafiosi di essere sdoganati, di diventare culturalmente e socialmente vincenti.
Berlusconi al potere li ha fatti arricchire, a spese del pubblico e delle classi lavoratrici, ha fatto leggi su misura per loro, che gli permettevano di imbrogliare e di sfruttare i giovani, i migranti – ma gli ha anche offerto una rivalsa ideologica nel bullizzare quella parte d’Italia che per decenni aveva rappresentato, con tutti i limiti, i valori della solidarietà, della giustizia, dello studio e del sacrificio, della questione morale.
Erano gli anni dei condoni edilizi e dell’esplosione dell’evasione fiscale, delle leggi ad personam, dei tagli indiscriminati a scuola e sanità, della deregolamentazione del diritto del lavoro, dello sdoganamento dell’estrema destra, dei legami sempre più evidenti tra il suo partito e la mafia, della politica del malaffare. Gli anni del “mors tua vita mea” e del massacro del G8 di Genova.
Certo non a tutta la borghesia italiana quel modo di gestire le cose andava bene: quando nel 2011, in piena crisi del debito, il berlusconismo rischiava di mettere in pericolo la tenuta finanziaria del paese, sottomettendola agli interessi degli evasori e alle mancette elettorali del Cavaliere, la parte della borghesia italiana più internazionalizzata lo fece fuori, mettendo un tecnico come Monti alla presidenza del Consiglio e facendo di Berlusconi un improbabile martire anti-austerity.
Si trattava però di un regolamento di conti interno alla borghesia italiana. Basti pensare che lo stesso Governo Berlusconi all’esplodere della crisi nel 2008 aveva tagliato ben 8 miliardi di euro a scuola e Università, scaricando su giovani e classi popolari i costi dell’austerity e la salvaguardia dei privilegi del suo blocco sociale.
Che oggi tutti i partiti dell’opposizione in Parlamento – dal PD che sull’antiberlusconismo ha campato, passando per i 5 Stelle che sono cresciuti sullo “psiconano” e i comizi di Grillo, per arrivare a Sinistra Italiana e Soumahoro che scrivono parole “umane” per ricordarlo – si subordinino alla celebrazione della destra, la dice lunga su quanto il progetto egemonico berlusconiano abbia avuto successo.
Guardate le dichiarazioni di Schlein, Conte, Fratoianni, guardate il PD che rimanda la sua riunione di Direzione: sono tutti dalla stessa parte, tutti d’accordo, tutti senza memoria.
Una melassa buonista e ributtante, che parla di rispetto verso chi ha letteralmente determinato la morte di migliaia di persone nelle fabbriche, in mare, negli ospedali smantellati e regalati ai privati, l’emigrazione dal nostro paese di migliaia di giovani.
Noi non dimentichiamo la Bossi-Fini o la riforma Gelmini, non dimentichiamo i parlamentari comprati, gli accordi con la mafia, le parole verso Eluana Englaro “che poteva restare incinta”, lo spregio del genere femminile, i legami con i cattolici più oscurantisti, l’uso della cosa pubblica come affare privato, la guerra in Iraq del 2003…
L’unico vero problema per noi è che Berlusconi e i suoi Governi hanno lasciato danni indelebili nel paese. Quello che Berlusconi ha avviato è ancora davanti a noi, è ancora al governo.
Ma certo non proviamo tristezza. Perché nulla ci unisce, nemmeno il cordoglio, come loro non lo hanno avuto per Carlo Giuliani, Stefano Cucchi, e tutti i “nostri” morti.
Siamo due mondi diversi. Teniamolo bene in testa.
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Pasquale
Lascia una amara eredità. Il berlusconismo, cui nessuno è mai stato capace o ha voluto contrastare. L’arte politica del predatore pubblico, che solo i Comunisti,quelli veri, che stannofuori dal palazzo tra la gente,hanno cercato di spiegare e mettere un freno. Col rispetto per la fine della vita, probabilmente entrerà nella parte della storia italiana che più è stata umiliata e bistrattata.
Giallo
tra tutti quelli che meritano di andarsene, se n’è andato il minore.
pensate a quante sanguisughe con pensioni milionarie che paghiamo noi, che ci sono ancora.
pol
Stasera su Canale 5 danno “Padre Pio” in prima serata. Accostamento casuale?
Al
Lutto nazionale! C’è da farsi venire una cirrosi epatica. Ed ora lo scettro va a Paolo, mejo me sento
Mara
Con la morte di Berlusconi la Rai ha tacitato per lo più tutte le altre notizie. Questo non mi pare normale inoltre se volesse esprimere cordoglio invece che non dare le notizie dovrebbero non trasmettere i programm di musica leggera e varietà e la pubblicità come si faceva nei primi anni che è stata introdotta la televisione ma la coerenza non è il loro forte.
roberto maffi
SIC TRANSIT GLORIA MUNDI
Molti pensano che odiavo berlusconi. Non è vero.
Non l’ho mai odiato, altrimenti organizzerei un party per la sua morte con 100 invitati, come feci 10 anni fa per la morte di andreotti. Questo pezzo di m..a rappresentava solo l’italiano medio testa di c….o, con in più i soldi.
Sono gli italiani leccaculo, bastardi, opportunisti, ignoranti, spacconi, menefreghisti, fancazzisti, evasori fiscali, mafiosi, mafiosini, mafiosetti, fascistini, e fascistelli, che mi stanno sui cosiddetti. Berlusconi li rappresentava, ne era il simbolo vivente, ma senza tutti queste troie (sia femminili che maschili, come li definiva Battiato), lui non sarebbe stato un bel nulla.
Solo il solito imprenditore del nord Italia che ce l’aveva fatta a fare i soldi trapanando a destra e a sinistra. Aveva tradotto in realtà il sogno di gran parte degli italiani; essere un riccone che si fa i cazzi suoi, e ci riesce alla grande, corrompendo tutto e tutti.
Se l’Italia è rimasto quel buco di paese asservito agli USA, zimbello di tutti, e ultima ruota del carro scricchiolante europeo, lo dobbiamo anche a lui, e soprattutto alla marea di imbecilli che lo hanno sostenuto negli ultimi 30 anni. Quindi, amen, non cambia un bel niente; siamo e rimaniamo solo quei 60 milioni di poveretti che non contano una mazza fuori dalla nostra tana italica, come dalla caduta dell’Impero Romano in poi, a parte brevi parentesi, e a parte alcune situazioni alcuni personaggi particolari (tra i quali non c’era, non c’è, e non ci sarà berlusconi di sicuro).
A proposito; “sic transit gloria mundi” (cit. berlusconi dopo la morte del suo amico Gheddafi).
GIANLUCA GENTILE
A’ morte è na livella …chissa’ se nelle sue barzellette sul paradiso si possa raccontare un Silvio spazzino
Gianni Pizzi
“Di un nemico non si può dire bene neanche dopo la morte. Chi lo ha fatto – tutti i protagonisti della politica parlamentare – in realtà ha confessato di essere un complice o un servo. Non un “oppositore””
Questa frase contraddice millenni di civiltà umanistica, dall’Imiade al Vangelo….
La complicità non c”entra.
enzo+guida
azzardo un pensiero storico no una sentenza. E’ stato l’achille lauro del nord: Lauro fù l’uomo delle mani sulla città di Napoli egli quello delle mani sull’ Italia . Enzo Guida
salvatore drago
Berlusconi è morto! Viva Berlusconi! Questo mi sembra il pensiero di una certa “sinistra” che per un trentennio ha cercato di sopravvivere sull’antiberlusconismo. Un antiberlusconismo senza un minimo di analisii fondato solo su inchieste giudiziarie piuttosto che analisi di classe. No, non mi meravigliano i funerali di stato concessigli anche se li trovo indecenti, non mi meraviglia il fatto che la chiesa cattolica abbia acordato le celebrazioni “in forma solenne” ad un “divorziato”. E’ “normale” tutto ciò. Meno nomale è il fatto che bandiere di “sindacati” come la CISL vengano abbassate a mezz’asta (visto stamattina al Businco di Cagliari). Lui è, finalmene, morto. La sua eredità, purtroppo continuerà ad esercitare un potere egemonico su gran parte del Paese fino che non riusciremo a creare un”alternativa credibile non elettoralmente, la qual cosa mi sembra un miraggio attualmente ma nelle masse popolari, fra i lavoratori, i pensionati i disoccupati e gli inoccupati. Il compito non sarà facile ma dobbiamo provarci. Ricordiamop che per un Berlusconi che muore altri 10,100 o mille berluconi sono pronti a prendere il suo posto.
Mara
L’eredità che Berlusconi ha lasciato al popolo italiano: il conflitto di interesse negli affari, le leggi ‘ad personam” la collaborazione con partito al governo erede del fascismo, l’ approvazione è dell:invio di armi in Ucraina, le leggi che si sta no approvando nell’immediato per la giustizia cioè restrizioni riguardo alle intercettazioni e l’avviso di garanzia tutto quanto di cui si gioverebbero le organizzazioni mafiose.
Questo tipo di “sottocultura” e stata conculcata nel popolo con le televisioni di proprietà del “cavaliere” senza essere contrastata dalla sinistra di cui è maggiormente colpevole in quanto opposizione