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L’80% dei lavoratori è d’accordo sull’introduzione del salario minimo

Un sondaggio condotto dall’Adecco (Global workfore of the future), il colosso delle agenzie interinali che “somministrano” lavoratori alle aziende, rivela che ben otto lavoratori su dieci sono favorevoli all’introduzione del salario minimo.

Secondo l’indagine, il 79% degli intervistati considera quello del salario minimo uno strumento per garantire maggiore equità, mentre il 9% si dichiara favorevole purché sia al contempo incentivata la produttività delle aziende.

Solo il 5% rimane più scettico, evidenziando che il tema dovrebbe entrare nella contrattazione collettiva attraverso una trattativa con i sindacati. Contrario invece il 7% per cui il tema, senz’altre spiegazioni, non rappresenterebbe una priorità per il Paese.

Altro tema determinante rilevato dal sondaggio è chiaramente il rapporto tra i salari e l’inflazione che nel nostro Paese, nonostante una lieve diminuzione dell’inflazione a giugno, sta mettendo a dura prova il potere d’acquisto dei salari.

Secondo l’indagine di Adecco Group, per il 61% dei lavoratori l’attuale stipendio non è sufficiente per far fronte ai rincari dell’inflazione, mentre il 46% ha scelto il proprio attuale lavoro in base allo stipendio e ai benefit offerti (dati sul mercato italiano riferiti alla ricerca Global Workforce of The Future).

Il direttore degli Affari pubblici di Adecco, Claudio Soldò, afferma di  “guardare con favore all’introduzione di un salario minimo, anche se per una valutazione complessiva sulla normativa sarebbe fondamentale considerare che un intervento come quello oggetto del dibattito attuale escluderebbe i rapporti di lavoro non coperti dei contratti collettivi ed esterni al lavoro regolare, come ad esempio i lavoratori occasionali o falsi lavoratori autonomi”.

Ma, per l’appunto, si tratterebbe di estendere l’eventuale nuova normativa al di là dei dipendenti strettamente intesi…

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