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Sganciare l’Italia dalle guerre. Il 4 novembre in piazza a Roma

La guerra, o meglio le guerre, incombono ormai sullo scenario politico e storico in cui ci è toccato di vivere.

L’escalation in corso in Medio Oriente intorno alla irrisolta questione palestinese, insieme a quella in corso da tempo in Ucraina, confermano l’importanza che l’appuntamento della manifestazione del 4 novembre a Roma può assumere nell’agenda politica del paese.

A dicembre scade il decreto sull’invio di armi in Ucraina e le forze politiche presenti in Parlamento dovranno decidere se rinnovarlo o sospenderlo.

Intanto in questi giorni sui cieli italiani la Nato sta facendo le sue manovre militari nucleari avendo come centro le basi militari di Ghedi ed Aviano.

Lo stallo sul fronte militare in Ucraina ha visto affiancarsi rapidamente la possibilità di un nuovo fronte di guerra in Medio Oriente intorno alla ferita sempre aperta dei diritti negati al popolo palestinese. Il mondo in cui viviamo ormai vede la guerra come opzione sul campo e rende urgente la necessità di indicare una alternativa per evitare di precipitare nel buco nero dell’escalation bellica.

Come emerso nell’assemblea nazionale tenutasi a Roma lo scorso 8 ottobre, proprio per sganciare il nostro paese dal coinvolgimento nelle guerre e nelle alleanze di guerra, dobbiamo inchiodare un governo che sistematicamente sceglie la strada dell’impegno diretto e della complicità militare attraverso la Nato, troppo spesso con convergenze bipartisan con l’opposizione.

Non c’è solo l’Ucraina, adesso c’è anche la complicità con Israele e, per non farsi mancare nulla, anche il voto a stragrande maggioranza del disegno di legge del governo per fare del 4 Novembre la festa nazionale dello sciovinismo e del militarismo italiano.

Intorno a questa data, la convocazione della manifestazione nazionale contro la guerra insieme alle tensioni in Medio Oriente, era tra i motivi per cui il ministro Crosetto erano venuti dubbi sulla fattibilità dell’operazione politica ed ideologica sul 4 novembre. Ma le pressioni della destra di governo lo hanno costretto a mantenere le celebrazioni ufficiali e l’operazione ideologica che ne consegue. Tanto è vero che La Lega e Salvini hanno convocato proprio per il 4 novembre a Milano una manifestazione “a difesa dei valori occidentali e della sicurezza”. Due visioni apertamente contrapposte, la nostra e la loro, sul futuro del nostro paese.

Consistenti settori sociali stanno pagando sulla propria pelle le conseguenze di quella che ormai è diventata una economia di guerra.

Giustamente in questi due anni è stato detto “Abbassate le armi e alzate i salari” dando una indicazione chiara del nesso tra questi due aspetti.

Sabato a Pisa una manifestazione denuncerà l’insopportabile costo della militarizzazione dei territori e delle basi militari.

Non si tratta infatti solo dell’aumento già previsto delle spese militari che tolgono risorse alle spese sociali, è un intero sistema economico che in nome della competitività e dell’innovazione tecnologica si va convertendo alla supremazia del complesso militare-industriale sulle scelte strategiche, sulla ricerca, sulla formazione culturale delle nuove generazioni. Il problema è che su questa visione per il paese c’è una sistematica e perdurante convergenza bipartisan tra destre e centro-sinistra.

Dobbiamo preparare al meglio la manifestazione del 4 novembre – a questo punto contro le guerre ed anche in solidarietà con il popolo palestinese – una manifestazione nazionale che avviene in un momento decisamente centrato politicamente.

Va palesato e rappresentato nel nostro paese l’obiettivo di “sganciare” l’Italia dalle guerre e dalle alleanze di guerra, a cominciare dallo stop all’invio di armi in Ucraina, dalla revoca del memorandum di cooperazione militare con Israele in vigore dal 2005, dal taglio delle spese militari e dalla rimessa in discussione dell’adesione alla Nato.

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2 Commenti


  • Liliana Romagna

    L’Italia è dalla fine dell’ultima guerra, una semplice colonia ANGLOAMERICANA , boccone troppo ambito per rinunciavi, con l’Euro ci hanno resi ancora più poveri e ad oggi si sono già acchiappati SOTTO COSTO tutto il meglio delle nostre industrie affamandoci ! I cervelli italiani sono stati importati con offerte economiche vantaggiose ora vogliono privarci dell’unico bene acquisito con sacrifici LA CASA !!!!


  • E Sem

    Non solo il nostro paese, ma buona parte di ue non fanno parte di alleanze militari: siamo semplicemente “pezze da piedi” nelle mani della criminalità neoliberista oligarchica occidentale che ha il pieno controllo delle nostre ” macchine statali”. Non penso che le nostre forze armate non se ne rendono conto, mi pare di capire che, al netto di personaggi probabilmente dediti ai propri affarucci, come sempre inevitabilmente presente in tutti i settori della nostra societa’, la situazione auto suicida sia molto chiara: purtroppo non ci sono le condizioni per poter reagire, il controllo ostile esterno per ora rimane totale. Forse si dovrebbe cominciare cercare di capire la “strana” propensione di personaggi nelle nostre stanze dei bottoni, non solo ufficialmente al potere, nel prendere “decisioni” palesemente autodistruttive. Il sonno post traumatico di buona parte delle popolazioni occidentali certamente non aiuta: tutto il marcio sta diventando tabu’. In fondo stiamo semplicemente “preparando le valigie”, anche se non sappiamo ancora dove andare e sopratutto se si sara’ un posto dove andare (lo stanno facendo milioni di persone nel mondo, fra poco toccherà a noi e il motivo e’ sempre lo stesso: ai primi brontolii intestinali dei potenti terrorizzati nascondiamo la testa sotto la sabbia.

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