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Nelle università la “narrazione tossica” israeliana non convince più

Secondo un sondaggio condotto dall’Istituto Cattaneo, quasi uno studente universitario su due ritiene vero che “il governo israeliano si comporta con i palestinesi come i nazisti si comportarono con gli ebrei”.

La ricerca dell’Istituto Cattaneo, in collaborazione con il Dipartimento di Scienze Statistiche dell’Università di Padova , si è svolta in tre università: Milano Bicocca, Padova e Bologna. In queste ultime due nei giorni scorsi ci sono state occupazioni di facoltà a sostegno della Palestina.

Il 7 ottobre 2023 segna probabilmente uno spartiacque luttuoso nella storia dell’antisemitismo. L’attacco terroristico di Hamas contro la popolazione civile israeliana ha innescato risposte di segno opposto in molte aree del mondo, ed è nelle università che si sono osservate le reazioni più controverse e dibattute” scrive l’Istituto Cattaneo presentando il suo sondaggio.

Ma cosa sappiamo delle conseguenze che i terribili eventi di quel giorno hanno avuto sulle opinioni della componente numericamente più numerosa delle università italiane, gli studenti?

L’indagine è stata condotta tra il 29 settembre e il 31 ottobre, quindi a cavallo del 7 ottobre, raccogliendo i pareri di 2.579 studenti tra primo e secondo anno che hanno risposto a un questionario in cui c’erano anche 13 domande sull’antisemitismo.

La nostra ricerca aveva uno spettro più ampio — racconta al Corriere della Sera Asher Colombo, presidente dell’Istituto Cattaneo —: volevamo sondare il rapporto dei giovani con alcune minoranze, dai musulmani ai migranti. Poi quello che è successo il 7 ottobre ha cambiato il nostro panorama e abbiamo deciso di focalizzarci sui dati relativi agli ebrei”.

Nel questionario si distinguono tre atteggiamenti diversi relativi all’antisemitismo. Si tratta di un primo modello «classico», che «vede gli ebrei a capo di una cospirazione mondiale attuata grazie al controllo della finanza», di un secondo che include l’accusa di «doppia lealtà» (gli ebrei «rappresentano un corpo estraneo nelle società in cui vivono») e di un terzo modello che ridimensiona la portata della Shoah e che accusa gli ebrei di «usare quell’esperienza per scopi giustificazionisti».

Tre modi diversi di approcciarsi, tre termometri per scandagliare il sentimento degli studenti universitari italiani. Scorrendo i numeri si vede che per il 14% degli intervistati gli ebrei controllano i mezzi di comunicazione in molti Paesi (18% per chi è di centrodestra), che per il 30% «sono più leali verso lo Stato di Israele che verso il loro Paese» (per il 48,2% tra chi si dice di destra) e che il 33% preferiscono frequentare «i membri del loro gruppo escludendo gli altri» (40,1% nel centrodestra). Poi, appunto, c’è quel 46,3% complessivo che, separando bene il giudizio sugli ebrei da quello di Israele, conferma che il giudizio è politico su uno Stato e non razziale verso una comunità. Dipingere questo dato come antisemitismo è una forzatura che non regge alla prova dei fatti.

Ma, sottolinea il Corriere della Sera a commento del sondaggio, mentre nei primi casi a prevalere tra chi ritiene vere tali affermazioni sono studenti di centrodestra e destra, nell’ultimo sono invece di centrosinistra e sinistra.

«Ciò che ci ha colpito — racconta Colombo — è che il dato sul paragone con la Germania nazista cresce in modo sensibile soprattutto a sinistra dopo il 7 ottobre, giorno dell’attacco di Hamas, e non dopo il 17, come ci aspettavamo, dopo l’esplosione dell’ospedale di Gaza».

Il parallelo Israele-nazisti tra chi vota a sinistra è al 59,7% e si avvicina al 70% nei giorni successivi allo scoppio della crisi. «Si tratta di una indagine irripetibile, perché abbiamo potuto fotografare l’evoluzione prima e dopo il 7 ottobre. Avevamo già intervistato oltre mille persone nei primi giorni», dice Colombo.

Ma se il Corriere della Sera si limita a radiografare e commentare, anche con una certa inquietudine, i risultati del sondaggio, il quotidiano di destra filo-israeliano per eccellenza – Il Giornale – si lascia andare a tuoni e fulmini.

Non bastava l’appello sottoscritto da 4 mila docenti in cui si chiede di fermare la“collaborazione con gli atenei israeliani. Non è bastata la lettera anti-Israele di alcuni professori dell’Università di Bologna e l’occupazione di alcune sedi universitarie, tra cui l’Orientale di Napoli.

Adesso arriva il paragone più assurdo: Israele come la Germania di Hitler” scrive Il Giornale, secondo cui “I numeri registrati dal sondaggio dell’Istituto Cattaneo valgono più di mille parole: il 46,3% degli studenti intervistati ritiene vero il paragone tra il comportamento di Israele con i palestinesi e quello dei nazisti con gli ebrei”.

Che un certo tipo di narrazione delle politiche coloniali israeliane verso i palestinesi non convinca più, lo si era già capito da tempo. Anche prima del 7 ottobre e del successivo massacro dei palestinesi a Gaza da parte delle forze armate israeliane. E che questa nuova presa di coscienza sia avvenuta nelle università, cioè nei luoghi del sapere, non dovrebbe sorprendere, anzi.

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