Come i nostri lettori hanno potuto apprendere ieri, Francesco Pazienza aveva contattato un giornalista italo-americano asserendo di parlare per conto di Report. La notizia è supportata da uno screenshot dello scambio whatsapp tra lo stesso Pazienza e Cristiano Lovatelli Ravarino. Dunque è un fatto.
Pazienza è fin troppo noto alle cronache come agente dei servizi, probabile piduista, comunque attivo nel creare depistaggi. Per uno di questi è stato anche condannato. Per la strage alla stazione di Bologna, non certo un fatterello minore.
Un personaggio certamente abile nel creare relazioni, stabilire contatti, fornire piste di qualsiasi genere (sempre a metà strada tra verosimile e falso), ecc. Proprio per questo, diciamo, il tipo di personaggio che è bene non frequentare neanche per sbaglio.
Volete la controprova per assurdo? Se ci fosse mai stato un incontro anche casuale tra un compagno “in odore di lotta armata” e Pazienza, quell’episodio sarebbe diventato un architrave incrollabile delle ricostruzioni più fantasiose. Insomma, il “tocco di Re Mida” al contrario…
Il suo nome è risuonato spesso anche nelle diverse puntate di Report dedicate alle stragi (difficilmente abbiamo sentito dire “di stato”, però), ai tanti “misteri” della storia di questo disgraziato paese.
Non c’è bisogno di spiegare ancora perché un eventuale “contatto” con lui sia da tutti considerata peggio di un’infezione mortale. Quanto meno per la credibilità individuale, certo…
Pazienza, nel contattare Lovatelli Ravarino, asserisce esplicitamente di essere in contatto diretto con il conduttore di Report: “Ti contatterà Sigfrido Ranucci se mi dai l’ok per dargli il tuo numero“. Poi la cosa non è andata avanti e l’italo-americano non è stato coinvolto nella puntata.
E’ normale, intendiamoci. Ogni servizio giornalistico di una certa complessità – e questa puntata di Report certamente era uno zibaldone a tratti incontrollato – esamina varie possibilità di interviste, video d’archivio, testimonianze, ecc. Poi si sceglie chi e cosa utilizzare e magari il “taglio grezzo” finale neanche contiene tutti coloro che sono stati coinvolti.
Però “la proposta” è stata fatta.
Ora si tratta di stabilire se Pazienza “millantava credito” oppure manteneva e mantiene un rapporto, foss’anche minimo, con Ranucci o altri autori della sua squadra.
Il conduttore ha negato, smentito, “bastava farmi una telefonata” (cosa che potrebbero dire centinaia di protagonisti di quella storia, del resto, ma che sono sempre stati accuratamente tenuti lontani da Report e dintorni).
Se dovessimo usare il metodo dei dietrologi – si detto con ribrezzo – “non poteva far altro“. Il solo contatto con un Pazienza implica sospetti fin troppo invalidanti, per un personaggio pubblico di questa importanza.
Anche Pazienza si è preoccupato di limitare il proprio “contributo” a poca cosa, dichiarando all’AdnKronos: “Avevo saputo solo che (Report ndr.) doveva fare un servizio su Moro” e siccome “Cristiano Lovatelli Ravarino (giornalista italoamericano con una parentela con la nobile famiglia Caetani, via nella quale venne fatto trovare Moro all’interno della Renault 4 la mattina del 9 maggio 1978 ed è situato palazzo Caetani, ndr) mi aveva parlato da tempo dicendomi ‘chissà perché la Renault 4 fu trovata davanti al loro palazzo’, gli dissi: ‘Se hai notizie in più rispetto a quelle che mi hai detto parlane con Ranucci’. Tutto qui“.
Possibile, come tante altre cose, nel mondo delle ombre. Però anche questo intervento “solleva qualche domanda” (come si dice spesso nella letteratura dietrologica). E Paolo Persichetti le pone con la necessaria pacatezza.
Come lui, siamo fiduciosi che Ranucci vorrà rispondere.
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Sigfrido Ranucci sostiene che quanto da me scritto sul ruolo avuto da Pazienza nella puntata di Report sul caso Moro non sia vero. Non voglio polemizzare su chi è maestro del falso, voglio porre a Ranucci solo delle semplici domande:
1) Come faceva Pazienza a sapere nel mese di dicembre scorso, data dello scambio di messaggi con Cristiano Lovatelli Ravarino, che Report stava preparando una inchiesta sulle presunte verità nascoste del sequestro Moro? Chi lo ha informato?
2) Ranucci è in possesso del numero di telefono di Pazienza?
3) In caso affermativo, lo ha mai contattato?
4) Lo ha sentito nel periodo in cui la redazione stava preparando la puntata sul caso Moro?
Mi aspetto una risposta perché penso che la trasparenza e l’onestà intellettuale siano principi da cui non si può prescindere.
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Gerolamo
Ma come si fa compagni a perseguire vie nelle quali ci si fa condurre da Pazienza? Questo è il quesito da porre a Voi??
Seguitate a difendere un fallito assalto al palazzo che fu tale anche perchè tornava ottimamente allo status-quo il caos generato affinchè nulla cambiasse… semmai in peggio, come di fatto è stato.
Basta rigirare la frittata di cio’ che ci vide in piazza 50’anni fa. Abbiamo perso tutti: chi credeva in buona fede in una democrazia progressiva degenerata (per parossismo!) in Renzi e nell’oggi becero post-tutto, e chi in pari buonafede credeva nella parola delle armi; riprendiamo da ORA e cerchiamo di mettere insieme i cocci da una sconfitta epocale.
Invece no…: sempre a darsi del “reducismo” post-resistenziale per qualcosa che quantomeno fu un pasticcio che ci si volse contro. Non aggiungo altro perchè di moto in Via Fani, di Moretti agente GLADIO da bravo ex-Cisl ecc… non se ne può più.. Come non se ne può più di figlie di Moro con la Faranda ecc, ecc… Fu una tragica, triste porcata. Salviamo i collettivi, il loro -fare- in ROSSO, i Centri Sociali di allora, il conflitto ”a bassa intensità” anche violento ma della piazza… ma non la guerriglia armata che solo torbida fu. Grazie
ps: pare che ce ne sia di materia su cui battersi oggi… ma invece nulla: siete testoni e ciechi alla minima occasione. E BBBBASTA !!!!!!!!
Redazione Contropiano
Giusta intenzione, ma… Come si fa ad andare avanti se dietro abbiamo legato un immenso carro di menzogne?
Maurizio
Per me sono state sufficienti le interviste su canali non ufficiali (MA ANCHE SULLA RAI!) a Moretti, Curcio, Balzerani e numerosi altri compagni.
E si è arrivati fino a un Moro-Ter per saltarci fuori.
Non certo Report e Ranucci.