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Il card. Zuppi incontra i lavoratori USB dell’ex Ilva che chiedono una Legge speciale per Taranto

La vicinanza e la solidarietà della Chiesa, che passano innanzitutto da un ascolto attento, in questo momento di incertezza per il futuro”, e l’auspicio che “si possano trovare la giusta prospettiva e adeguate soluzioni, coniugando sempre i diritti al lavoro e alla salute”, sono stati espressi dal card. Matteo Maria Zuppi che ha incontrato nel pomeriggio a Roma, nella sede della Cei, una delegazione di lavoratori dell’ex Ilva di Taranto aderenti al sindacato USB.

Erano presenti anche l’economista Luciano Vasapollo della Sapienza, coordinatore scientifico del CESTES, centro studi del sindacato, e il giornalista Salvatore Izzo, direttore del nostro giornale, che si è fatto portavoce della richiesta d’incontro da parte dei cassintegrati che a Taranto avevano occupato la Concattedrale. 

I lavoratori dell’USB hanno raccontato al cardinale le loro preoccupazioni “per una vertenza che si trascina da molti anni senza mai arrivare a soluzioni concrete e realistiche” e gli hanno confidato due sogni.

Il primo è che “il Parlamento sblocchi la situazione con una Legge speciale per Taranto, giustificata dalla specificità di una crisi che ha precise emergenze: l’occupazione che è in drastico calo anche nell’indotto, in un’area che offrirebbe invece molte prospettive di sviluppo e riconversione se si creassero condizioni favorevoli con investimenti pubblici e sgravi fiscali, come si è fatto in alcune realtà di regioni settentrionali, con indicatori anche meno preoccupanti, e la salute, intesa come rischi professionali, che con gli stabilimenti che lavorano a ritmo ridotto sono altissimi, ma più in generale in riferimento alla mortalità e morbilità legate all’inquinamento causato dagli altiformi e dalle lavorazioni siderurgiche, con incidenze statistiche sulla popolazione locale che in Italia non hanno uguali”.

In questo senso i lavoratori hanno parlato dell’ex Ilva come di “una fabbrica di morte”, che produce sofferenza in “una comunità ferita e scoraggiata dove aumentano i casi di suicidio e i comportamenti devianti dei giovani privati di ogni prospettiva”. 

Il secondo sogno riguarda la possibilità che Papa Francesco possa recarsi a Taranto per incoraggiare i lavoratori che soffrono, mettendosi sulle orme di Paolo VI e Giovanni Paolo II che proprio negli stabilimenti siderurgici hanno offerto le pagine forse più significative del loro magistero sociale.

Il caso dell’ex Ilva – ha sottolineato Vasapollo – rappresenta un enorme questione di giustizia che chiama in causa l’intero paese e, come vediamo oggi, anche la Chiesa che attraverso il card. Zuppi testimonia la propria partecipazione ai problemi dei lavoratori e delle loro famiglie. L’occupazione della Concattedrale di Taranto è stata un gesto forte del quale non bisogna lasciar cadere la valenza di una richiesta di aiuto, un grido rivolto ai pastori perchè prestino la loro voce a chi si sente abbandonato da tutte le altre istituzioni”.

Quanto alle soluzioni percorribili, il decano di economia della Sapienza ha evocato “la nazionalizzazione” di un’industria strategica, “la cui transizione verso la sostenibilità ambientale richiede rilevanti investimenti” e la possibilità di istituire “una zona franca” analogamente ad altre realtà portuali.

Quasi tutte le famiglie, a Taranto, hanno in casa un malato che deve la sua patologia all’inquinamento provocato dalle fonderie, e spesso ad ammalarsi sono i bambini, alcuni nel seno delle loro madri”, hanno fatto presente i delegati dell’USB.

E’ stato un Natale difficile e siamo andati in chiesa per pregare e cercare una tranquillità che per troppi è venuta a mancare”, ha raccontato uno dei presenti ricordando che nell’indotto non sono state pagate le tredicesime e che i cassintegrati hanno visto ridursi il loro reddito dal 30 al 50 per cento, essendo esclusi da turni e straordinari.

Così per molti con l’impossibilità di pagare il mutuo la casa è diventata “‘a rischio’. E a una famiglia – ha detto – se togli la casa togli tutto”.

Servono dunque provvedimenti urgenti, comprese iniziative che aiutino i prepensionamenti, come si è fatto per i lavoratori dell’amianto.

L’attesa di una soluzione logora”, ha sottolineato un altro delegato. 

Zuppi ha risposto auspicando “una soluzione che sia davvero una soluzione e non l’ennesimo prendere tempo. Bisogna – ha detto – mettere insieme salute, ambiente, lavoro e sicurezza.

I lavoratori gli hanno consegnato una targa in cui esprimono fiducia nella possibilità che il cardinale possa contribuire a realizzare le loro aspirazioni e lo ringraziano per “l’incontro memorabile” di oggi.

Lo scorso 20 dicembre la Concattedrale era stata simbolicamente “occupata” proprio da un gruppo di dipendenti dell’appalto siderurgico, sotto le insegne dell’USB: “Chiediamo il pagamento puntuale dei nostri stipendi e delle nostre tredicesime e invitiamo le istituzioni tutte a lavorare per il superamento di questa situazione insostenibile e arbitraria.

Lo scontro tra i soci di Acciaierie d’Italia sembra non aver fine, sta logorano i lavoratori di quella fabbrica, ormai stremati da queste assurde dinamiche perpetrate impunemente sotto gli occhi di un governo cieco e sordo”, si legge nella nota diffusa dall’Unione sindacale di base in quell’occasione.

* da IlFarodiRoma

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