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Fine settimana di boicottaggio di Teva, complice del genocidio in Palestina

Questo fine settimana si è svolta la prima giornata di mobilitazione nazionale, promossa dal Comitato Angelo Baracca, di boicottaggio dei prodotti dell’azienda farmaceutica israeliana Teva.

Di fronte alle farmacie delle maggiori città del Paese, dal Piemonte alla Calabria, si sono svolti numerosi presidi e volantinaggi di sensibilizzazione e di contrasto alla vendita dei prodotti Teva.

Dopo le tre mobilitazioni nazionali organizzate contro la catena di supermercati Carrefour, dall’assemblea è emerso il nuovo obiettivo su cui concentrare gli sforzi: Teva”, aveva dichiarato il Comitato nel lancio della mobilitazione.

La Teva Pharmaceutical Industries è una multinazionale con base in Israele operante nel settore dell’industria farmaceutica. Teva è il più grande produttore di farmaci generici del mondo e, per la produzione, trae profitto direttamente dai territori palestinesi occupati da Israele. Inoltre, dato il controllo che lo Stato sionista opera sui commerci in Palestina, Teva sfrutta direttamente il mercato palestinese, vincolato alle scelte dell’occupante”.

Come indicato anche dalla campagna BDS, Teva sfrutta l’occupazione dello Stato israeliano della Palestina, di fatto divenendo complice del regime di apartheid e del genocidio in corso a Gaza.

In Italia, Teva ricopre una posizione di quasi monopolio su alcuni farmaci generici di grande consumo, utilizzati per l’apparato gastrointestinale, per il sistema respiratorio e cardiovascolare, antinfiammatori ecc”.

Come già indicato dagli attivisti nelle altre mobilitazioni, la popolazione risponde in maniera positiva alla campagna, acquisisce informazioni difficilmente reperibili nei canali mainstream e si regola di conseguenza, come promettendo di non comprare più nei Carrefour ieri e chiedendo al farmacista di non contribuire alla distribuzione dei farmaci Teva oggi.

Le mobilitazioni di boicottaggio seguiranno nel corso delle prossime settimane, sia nelle campagne promosse dal Comitato Baracca sia per altre vie, organizzate o spontanee che siano.

Boicottare, come disinvestire e sanzionare, è uno strumento concreto di sostegno alla causa del popolo palestinese.

Al fianco delle manifestazioni di piazza che continuano a richiamare migliaia di persone in strada, boicottare Israele significa minare i legami economici, commerciali e finanziari che supportano l’occupazione, l’apartheid e il genocidio.

Anche questo è sostegno alla Resistenza palestinese.

Di seguito, alcuni scatti dei presidi di boicottaggio

Torino:

Milano:

Lodi:

Bologna:

Pisa:

Terni:

Roma:

Catanzaro:

Catania:

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

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2 Commenti


  • Luciano Seller

    Il titolo mi aveva tratto in inganno. Per un attimo ho temuto che il boicottaggio di Teva si limitasse ad una settimana.


  • Orazio Vasta

    Anche a CATANIA, indetto dalla rete Catanesi Solidali Con Il Popolo Palestinese che riunisce partiti, movimenti, associazioni della sinistra radicale, e i sindacati di base Cobas e Usb, il 9 FEBBRAIO si è svolto il presidio BOICOTTA TEVA

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