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Le sfide di Cuba socialista

Tra il 13 ed il 21 aprile Ramon Labañino Salazar sarà in Italia.

Ramon è un compagno dirigente cubano, attualmente vice-presidente dell’ANEC (Associazione degli Economisti di Cuba) ed è stato prigioniero politico negli USA per 16 anni, a causa dell’attività condotta per neutralizzare il terrorismo anti-cubano.

É uno dei “Cinque Eroi cubani” insieme a Gerardo Heràndez, Antonio Guerrero, Fernando Gonzàles Llort e Renè Gonzàles.

La “colpa” dei cinque era quella di essersi infiltrati nelle reti terroristiche anti-castriste per prevenire le azioni di questi sicari che hanno lasciato una pesante scia di sangue alle spalle, provocando quasi tremila e cinquecento vittime, tra cui il nostro connazionale Fabio Di Celmo, ucciso da una bomba esplosa nel bar bell’albergo nel quale si trovava.

Sulla vicenda dei 5 uno dei più importanti scrittori brasiliani contemporanei, Fernando Morais, ha scritto una interessante ricostruzione Os Últimos Soldados da Guerra Fria, tradotto in varie lingue (ma non in italiano).

La serie di incontri organizzati dalla Rete dei Comunisti insieme all’Associazione Nazionale Di Amicizia Italia-Cuba si svolgeranno a Roma, Napoli, Bari, Pisa, Bologna e danno la possibilità di rimettere al centro la solidarietà internazionalista con l’esperienza socialista cubana contro il blocco economico imposto dagli USA ed i tentativi contro-rivoluzionari messi in atto dalla “Mafia di Miami”.

Come è scritto su Cuba Información, che riporta l’intervista al canale tedesco Deutsche Welle all’ex analista della CIA Fulton Armstrong:”l’attuale governo statunitense si è spinto oltre quello di Donald Trump nelle sue interferenze e aggressioni contro Cuba, e ha aumentato i fondi per il sostegno di decine di operazioni e programmi di ‘sostegno alla democrazia’ o, ciò che equivale alla stessa cosa, ossia il ‘cambio di regime‘”.

Il regime change continua ad essere un’ossessione di Washington che cerca di sfruttare, senza successo, le difficoltà create soprattutto dal loro stesso bloqueo che dura da più di 60 anni, ma anche dalla difficile congiuntura economica mondiale post-pandemica.

Anche alle recenti proteste avvenute in tre località cubane, in particolare a Santiago, il governo ha comunque risposto prontamente, e senza manganelli.

Il presidente di Cuba, Miguel Díaz-Canel Bermúdez, ha denunciato che i nemici della Rivoluzione cercano di approfittare delle carenze generate dal blocco economico, commerciale e finanziario imposto dagli Stati Uniti contro l’isola per scopi destabilizzanti.

Il capo dello Stato cubano ha fatto riferimento alle proteste che si sono verificate la domenica della seconda metà di marzo in diverse parti del paese, quando gruppi di cittadini hanno espresso le loro preoccupazioni per i deficit di elettricità e di cibo affrontati da Cuba.

Díaz-Canel ha ratificato che “nel mezzo di un blocco che mira a soffocarci, continueremo a lavorare in pace per uscire da questa situazione“, chiarendo che “la disposizione delle autorità del Partito, dello Stato e del Governo è quella di ascoltare le richieste del nostro popolo, di ascoltare, di dialogare, di spiegare i numerosi passi che si stanno facendo per migliorare la situazione, sempre in un’atmosfera di tranquillità.

Un approccio che fa a pugni con quello con cui i media mainstream occidentali hanno rappresentato la situazione; e soprattutto con le normali “pratiche” dei governi occidentali.

Tornando alla serie di iniziative…

Ramon, che impersona la coerenza di un rivoluzionario che ha difeso l’esperienza socialista cubana, ha materialmente contribuito allo sviluppo della transizione socialista nel suo ruolo di ricercatore economico nel solco del pensiero del comandante Fidel Castro e potrà delucidarci su quelle che sono le sfide che sta affrontando il suo paese, verso cui deve rinnovarsi la nostra solidarietà.

Gli incontri previsti in Italia vogliono anche rimettere al centro l’attuale ruolo di Cuba nel mondo multipolare al fianco delle liberazione dei popoli, in primo quello palestinese, oltre all’aiuto internazionale che il Paese Socialista ha fornito e fornisce, attraverso le sue brigate di personale medico-infermieristico di circa 50 mila professionisti in 60 paesi – anche in Italia – secondo il principio “Medici, non bombe!”.

Cuba è infatti uno dei paesi che insieme ad altri Stati latino-americani – tra cui il Brasile di Lula e la Colombia di Pedro – si è speso maggiormente contro il genocidio del popolo palestinese e contro le complicità del blocco occidentale con Israele.

Mantenere un atteggiamento indifferente di fronte al massacro del popolo palestinese “non solo è inaccettabile, ma è incompatibile con la dignità umana”, ha avvertito Díaz-Canel riprendendo il frammento del suo ultimo discorso al vertice CELAC svoltosi a San Vincente e Grenadine.

Un appuntamento importante questo ciclo di incontri, quindi, per svariati motivi ed un’occasione di conoscenza alle nuove generazioni che stanno animando nelle scuole e nelle università, così come nelle piazze, il boicottaggio contro Israele e la solidarietà con la Palestina,

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Di seguito i luoghi e gli orari delle iniziative:

13 sabato a Roma ore 18:00 presso l’ARCI GAP, via dei Sabelli 23/23A, San Lorenzo

15 lunedì a Napoli Ore 16:30 Sala “PA.VE” presso Palazzo Venezia, Via Benedetto Croce, 19

16 martedì a Bari Ore:16:00 presso l’Università

18 giovedì a Pisa Ore 18:00 presso l’ARCI Agorà, via Bovio 19

19 venerdì a Bologna Ore 18:00 presso l’Officina del Popolo Valerio Evangelisti, via dell’Artigiano 11, Bologna

21 domenica a Torino Ore 10, Raffinerie Sociali via, Fagnano 30

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1 Commento


  • Bruno Lucchini

    perchè non una data a Milano??

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