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Tav=mafie, il partito criminale trasversale delle “grandi opere” inutili

Ieri mattina sono state arrestate nove persone per i reati di associazione mafiosa, riciclaggio, estorsione, ricettazione e detenzione illegale di armi da fuoco. Gli arresti sarebbero parte di alcuni provvedimenti restrittivi partiti dalle indagini che i carabinieri del ROS hanno condotto tra il 2014 e il 2022, concentrandosi su un’articolazione territoriale della ‘ndrangheta che ha base a Brandizzo.

Tra gli arresti e altri indagati tutt’ora a piede libero, risultano alcuni componenti della famiglia Pasqua, a capo di un’azienda di Brandizzo; Salvatore Gallo, ex politico di spicco del PD piemontese (indagato per peculato); e Roberto Fantini, ex dirigente SITALFA, società controllata del gruppo autostradale SITAF, che controlla il tratto A32 Torino-Bardonecchia, e che oggi invece ricopre il ruolo di componente dell’ORECOL (Osservatorio regionale sulla legalità e trasparenza degli appalti della giunta Cirio).

Uno scandalo che parte dalla Val di Susa, con le evidenti infiltrazioni mafiose nei cantieri dell’A32 Torino-Bardonecchia e nei cantieri preparatori del TAV, e che arriva come ben sappiamo fin dentro la Regione Piemonte.

Non è una novità, e diverse indagini e processi in passato l’hanno dimostrato, che il sistema TAV sia estremamente colluso con la criminalità organizzata e con la ‘ndrangheta locale. Il mondo della politica, allo stesso modo, ha sempre fatto parte di questo sistema.

Dal centrodestra attualmente al governo in regione, fino all’opposizione del Partito Democratico, partito che è sempre in prima fila quando si tratta di spingere sulla grande opera inutile del TAV, e quando si tratta di finire dentro indagini o processi per associazione mafiosa.

A questo triste quadro istituzionale, aggiungiamo le proposte ridicole di partiti come quello dei Radicali, che nonostante conoscano bene la storia dei processi per mafia legati al cantiere del TAV, basano la loro propaganda politica degli ultimi mesi sulla proposta di cancellare la mega scritta sul monte Musinè che recita (a ragion veduta) TAV=MAFIE.

Unica voce coerentemente fuori dal coro in consiglio regionale è quella della consigliera Francesca Frediani, che ha sempre denunciato la pervasività del partito trasversale delle grandi opere.

Dobbiamo liberarci di una classe politica criminale, che ha come unico interesse il portafoglio suo e quello di aziende e famiglie colluse con la Mafia.

Il TAV non è un’opera popolare, non è un’opera che può servire alla collettività e alla popolazione, ma è un’opera che devasta e distrugge l’ambiente, che ammala la popolazione della Val di Susa, che deve essere costruita per finalità militari e strategiche per l’UE, e che mentre viene costruita serve a drenare una quantità indecente di fondi pubblici nelle tasche di aziende e politici mafiosi.

Questi del PD sono i politici che anche alle prossime elezioni regionali di giugno si presenteranno come l’opposizione. Dobbiamo smascherarli, non esiste meno peggio, anche in questi termini centrosinistra e destra dimostrano una sostanziale convergenza!

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1 Commento


  • Sergio Binazzi

    alla faccia dell’osservatorio sulla legalità e trasparenza!!!! sono passati tanti lustri ormai da quando la sinistra in italia denunciava la collusione della destra e della democrazia cristiana con la mafia. non so se andreotti è riuscito a far di meglio di sta gentaglia.

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