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Il governo ammorbidisce i controlli sulla sicurezza sul lavoro

Il governo Meloni continua ad osservare per filo e per segno l’Agenda Draghi, e a peggiorare le condizioni dei lavoratori. Dal 2 agosto entrano in vigore le disposizioni contenute nel decreto legislativo n. 103 del 12 luglio scorso, delega della legge 118 dell’agosto 2022.

Col decreto vengono ammorbiditi i controlli alle aziende sia in materia ambientale sia in quella di sicurezza sul lavoro. Questo avverrà in particolare per le attività con certificazioni ESG, ovvero a cui viene riconosciuto un impegno di tipo ambientale, sociale o di governance.

Con questa nuova norma, gli ispettori del lavoro non potranno chiedere nuovamente documenti in loro possesso e, soprattutto, dovranno avvisare con un anticipo di dieci giorni della loro visita. Le ispezioni a sorpresa saranno previste solo per urgenze ed esigenze specifiche.

Anche il numero e il timore di ricevere controlli diminuirà: l’impresa non ne potrà essere oggetto per almeno 10 mesi, se non verranno riscontrate criticità. Inoltre, non potranno più avvenire controlli multipli da parte di più enti, a meno che non si tratti di una collaborazione finalizzata a un’ispezione comune.

Invece di aumentare il numero di ispettori, nettamente sotto organico, per alleggerire il carico dei controlli essi verranno programmati in base al fattore di rischio. Le aziende potranno richiedere a specifici enti certificatori un “report di basso rischio“, ma ad ogni modo ogni controllo avrebbe un preavviso sostanzioso.

Anche nel caso non avvenisse una regolarizzazione di facciata, le sanzioni amministrative fino a 5 mila euro, considerate di più lieve entità, sono congelate. E infine saranno annullate se l’impresa si adeguerà alle prescrizioni imposte dal controllo.

In pratica, gli imprenditori verranno avvertiti con lauto anticipo di ogni controllo, potranno nascondere la polvere sotto il tappeto e assicurarsi un periodo di tranquillità da ogni pericolo di essere colti in fallo. Il pericolo per i lavoratori non farà che incrementare.

Tutto questo avviene mentre il numero di omicidi sul lavoro non accenna a diminuire e dopo che la ministra del Lavoro Calderone ha presentato la famigerata patente a punti per la sicurezza. Misura valida solo per l’edilizia e vergognosa per il suo contenuto.

In essa, un infortunio mortale imputabile al datore di lavoro, al suo delegato o al dirigente responsabile vale un anno di sospensione dell’attività. Di base la patente conterà 30 crediti, ma vi saranno vari modi per ottenerne molti altri bonus, fino a un massimo di 100.

Considerato che una morte vale 20 punti, si può capire il valore che il governo dà alla vita dei lavoratori.

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