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Ucraina. Feriti tre mercenari italiani che combattono per Kiev

In un servizio andato in onda sul Tg1, sono stati intervistati dalla giornalista Rai ormai “embeddedd” con le truppe ucraine Stefania Battistini, alcuni mercenari italiani che combattono al fianco delle truppe di Kiev contro le forze armate russe. Recentemente sono stati feriti e uno di loro , tal Yuri Previtali, ha raccontato il momento in cui sono stati colpiti dai soldati russi “Siamo stati attaccati ieri mattina alle 5 quando è iniziato un bombardamento con munizioni a grappolo, un drone è esploso e un frammento mi ha colpito sotto la spalla”. Non sappiamo se si tratti della stessa spalla sulla quale espone – del tutto arbitrariamente – una bandiera italiana.

Sono due anni che sono in Ucraina”, aggiunge Previtali sottolineando che “manca il sostegno occidentale, senza questi aiuti ci ammazzano. In questa guerra c’è un invaso e un invasore. Dobbiamo combattere oggi per non dover combattere domani”. Insomma la stessa versione ripetuta a pappagallo e ascoltata in questi anni da Zelenski e dai suoi complici in Italia.

È palese che i Bolscevichi e il ritorno dell’ URSS sia fuori dalla porta, e tutti insieme possiamo debellare questo Virus” scrive Previtali sulla sua pagina facebook, sbagliando contesto di almeno ottanta anni. In un altro passaggio racconta che “In quasi due anni che sono qui in Ucraina ho conosciuto persone da ogni angolo del mondo con cui condividevo la stessa casa, mangiavo allo stesso tavolo, e combattevo lo stesso nemico.  Nel 2014, quando l’Esercito Russo occupava i territori Ucraini, centinaia di volontari da tutto il mondo si precipitavano in Ucraina per aiutare in qualsiasi modo potevano. A febbraio 2022 con l’inizio dell’invasione su larga scala volontari affluivano nel paese per dare una mano nel difendersi e respingere il nemico, questa volta erano migliaia”.

In realtà, anche qui il mercenario italiano toppa clamorosamente, in quanto nel 2014 non c’era alcun esercito russo nei territori ucraini ma solo formazioni militari di ucraini residenti nelle repubbliche indipendenti di Lugansk e Donetsk, le quali avrebbero l’intervento militare russo a loro sostegno già da allora, ma senza ottenere risultati per ben otto anni.

Previtali, è originario di Palazzago, in provincia di Bergamo, intervistato dal Corriere della Sera nel dicembre 2023, racconta che: “In quattro, me compreso, ci siamo rifiutati di partire per una missione. Sono morti in tre e altri cinque sono rimasti feriti. Dovevano assaltare un bunker, un americano ha pestato una mina. Mentre lo trasportavano indietro i russi hanno visto con i droni un raggruppamento di persone e hanno sparato un missile”. 

Spiega come le forze armate ucraine stessero formando un nuovo battaglione inglobando stranieri, “parlando un po’ di spagnolo e un po’ di inglese potrei fare il traduttore”. E a chi li definisce mercenari risponde: “Abbiamo un contratto con l’esercito ucraino”. Contractor dunque, ossia mercenario per conto delle forze armate di Kiev.

Nel servizio del Tg1 un altro mercenario italiano, in condizione di anonimato descrive: “Siamo stati attaccati, ci hanno trovati da soli in tre. I russi ci hanno circondati e ci hanno detto di arrenderci. Il nostro comandante è andato fuori e gli hanno sparato”.  “Gli italiani feriti sono volontari come me venuti dall’Italia”.

Nella guerra sul campo il fulcro del fronte rimane il Donetsk, dove le forze di Mosca continuano a spingere in un’offensiva che non accenna a interrompersi. I reparti ucraini hanno iniziato a “ritirarsi parzialmente dalla città di Toretsk” (Dzerzhinsk in russo) nella regione di Donetsk.

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1 Commento


  • Mauro

    …Che se deve fa pe non lavora…

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