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Le piazze in tutta Italia dicono stop alla Legge 1660, no allo stato di polizia

Migliaia di persone in più di venti città italiane sono scese in piazza ieri contro il DdL 1660 – l’ennesimo decreto sicurezza – in discussione al Senato dopo essere stato approvato alla Camera. Per fermare la legge era stata chiamata una giornata nazionale di mobilitazione.

Una vasta coalizione di movimenti sociali, organizzazioni sindacali, forze politiche, reti studentesche e associazioni di giuristi, ha deciso di palesare nelle piazze la preoccupazione ma anche la determinazione a fermare la tabella di marcia di una legge che introduce nel paese lo stato di polizia, aumentando i poteri e la discrezionalità degli apparati di sicurezza e aumentando in modo spropositato le pene per i reati minori e quelli legati alle lotte sociali e sindacali.

A Roma più di settemila persone hanno sfilato da Piazza Esquilino ai Fori Imperiali. In testa i movimenti di lotta per la casa e a seguire le organizzazioni sindacali come l’Usb, le organizzazioni studentesche Cambiare Rotta e OSA e forze politiche come Potere al Popolo. Al corteo convocato dalla coalizione che aveva già dato vita alla giornata di mobilitazione del 24 giugno e all’assemblea cittadina di settembre, si è unito il corteo nazionale del Sicobas concentratosi nella vicina Piazza Vittorio. Significativamente in piazza c’era anche Amnesty International con il suo striscione e spezzone, un segnale che la preoccupazione sul carattere liberticida del Ddl 1660 è assai più ampia di quella espressa dalle realtà militanti.

“La mobilitazione ha mandato un segnale forte e chiaro al Governo Meloni e alle opposizioni parlamentari. L’atto aggressivo firmato da Piantedosi, Crosetto e Nordio deve arrestare il suo percorso” ha detto Paolo Di Vetta concludendo il corteo. “Ora è necessario intrecciare le lotte e generalizzare il conflitto, dai posti di lavoro ai territori, alle scuole e alle università. Non ci possiamo fermarci qui, perché saranno le piazze e le pratiche sociali e sindacali a fare la differenza, dal DDL Sicurezza, all’autonomia differenziata, alla manovra finanziaria”.

Nonostante la forte pioggia e le alluvioni in corso in tutto il centro-nord, manifestazioni si sono svolte anche a Milano, Bologna, Torino, Pisa, Genova ed altre città.

A Napoli la giornata di mobilitazione ha avuto una declinazione diversa attraverso la contestazione del vertice dei ministri della Difesa del G7. Ci sono stati anche degli scontri quando i manifestanti hanno cercato di raggiungere la zona rossa istituita intorno a Palazzo Reale dove si svolgeva il vertice.

Il corteo di attivisti, studenti, sindacalisti, collettivi e centri sociali ha deviato dal percorso autorizzato dalla questura e ha provato a sfondare il cordone di sicurezza organizzato in via Toledo ma è stato respinto dalla polizia. La manifestazione quando è arrivata in piazza Carità ha deciso di cercare di rompere il cordone delle forze dell’ordine e arrivare il più vicino possibile a Palazzo Reale dove era ancora in corso il G7 della Difesa. Un migliaio di manifestanti si sono riuniti dietro grandi scudi in plexiglass con su scritto “No war” provando ad aprire un varco i tra gli agenti in tenuta antisommossa che bloccavano l’accesso all’area pedonale di via Toledo.

Qui di seguito un reportage fotografico delle manifestazioni nelle varie città.

 

Foto di apertura di Patrizia Cortellessa

 

Roma

Milano

Napoli

Bologna

Pisa

Torino

Genova

 

 

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