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Numeri dalla Liguria

Analisi del voto in Liguria: Elezioni Regionali 2024.

In premessa va ricordato che  Bucci è stato eletto senza sfondare il muro dei 300.000 voti (perdendone più di 60.000 dal Toti 2020) e perdendo clamorosamente proprio nella cinta urbana del capoluogo regionale. Orlando ha sopravanzato Bucci di 18.000 suffragi. Sicuramente avrà inciso la vicenda giudiziaria che ha investito Regione, Autorità Portuale, un notissimo imprenditore considerato un pilastro dell’economia ligure.

Siamo però siamo di fronte a una evidente bocciatura della gestione amministrativa portata avanti da Bucci. La minore astensione (pur rilevante) fatta registrare a Genova è stata dovuta alla volontà della maggioranza di elettrici ed elettori di esprimere il proprio dissenso.

Nella sostanza il successo di Bucci arriva dalla periferia, in particolare quella del Ponente da Finale a Ventimiglia ( nella circoscrizione di Imperia Bucci supera i 15.000 voti di scarto).

Si tratta di un risultato ben precisamente dovuto alla politica portata avanti dall’amministrazione uscente: il frutto della politica corporativa condotta da Toti e dai suoi sodali e di isolamento dell’area centrale della provincia di Savona penalizzata nelle infrastrutture e nelle prospettive di modernizzazione industriale per favorire (come dimostra bene anche l’elargizione dei fondi) di balneari, ristoratori, albergatori, ecc (non a caso a Savona abbiamo avuto un albergatore presidente dell’Unione Industriali, adesso sindaco di Finale dopo aver svolto il compito di assessore regionale con il centro-sinistra) e presidente di Confcommercio, il capataz dei balneari vicinissimo a Toti, e Vaccarezza grande collettore di voti come Scajola a Imperia.

Nello scioglimento del nodo di Genova Città Regione che non vota il Sindaco come Presidente Savona resta priva, in maggioranza e in minoranza, di una rappresentanza politica derivante direttamente dalla coalizione democratico – progressista che amministra la Città dal 2021 e che, nell’occasione, è stata confermata dal suffragio cittadino per le elezioni Regionali (con Orlando in netto vantaggio su Bucci).

Andando per ordine:

PARTECIPAZIONE AL VOTO

Il parametro di riferimento è quello del totale dei voti validi, sommando nel “non voto” la mancata partecipazione, le schede bianche e le schede nulle.

Elezioni regionali 2020: iscritti nelle liste 1.340.604 elettrici e elettori, voti validi per i candidati presidenti (10) 682.490 pari al 52,31%, voti validi per le liste 626.425 pari al 46,72%. Si noti la netta differenza nelle espressioni di voto a favore della candidatura singola come accade ogni qual volta si verifichi una elezioni diretta per una carica monocratica, segnala di un ormai avvenuto radicamento della concezione personalistica della politica.

Elezioni politiche 2022 (Senato, perchè unico collegio e quindi voto omogeneo). iscritti nelle liste 1.195.266 (numero inferiore rispetto alle regionali a causa dell’iscrizione nelle circoscrizioni estero). Voti validi (coincidenti tra voti espressi tra candidati nei collegi uninominali e liste non essendo previsto il voto disgiunto) 735.081 pari al 61,49% a dimostrazione del maggior interesse verso le elezioni politiche rispetto a quelle locali (non solo regionali ma anche le amministrative ormai raccolgono un minor numero di voti)

Elezioni europee 2024: iscritti nelle liste 1.305.235. Voti validi 625.621 pari al 47,93%.

Regionali 2020 ed Europee 2024 si assestano su di un totale di voti validi (nelle Regionali 2020 per le liste) al di sotto del 50%.

Elezioni regionali 2024: iscritti nelle liste 1.341.693 Voti validi 596.833 (44,48%) per i candidati presidenti e 562.299 (41,90%) per le liste d’appoggio (confermando la tendenza al voto personale nell’occasione di elezione per cariche monocratiche).

85.657 voti validi in meno per i candidati presidenti (nel 2020: 10, nel 2024:9) e 28.688 in meno rispetto alle Europee 2024.

CENTRO DESTRA

Regionali 2020: Eletto Toti con 363.053 voti pari al 27,08% del totale degli aventi diritto (parametro che si seguirà anche per gli altri raffronti percentuali).

La coalizione di centro destra ha raccolto 354.137 voti pari al 26,41%.

La prima forza dello schieramento di centro destra risultò la lista del presidente “Cambiamo” con 141.629 voti (10,56%), Lega con 107.340 ( 8,00%), Fratelli d’Italia 68.088 (5,07%), Forza Italia 33.006 ( 2,46%), UDC 4.074 (0,30%).

Politiche 2022: Toti presenta la lista “Noi Moderati” con un evidente insuccesso e si verifica uno spostamento secco di consenso (in linea con il quadro nazionale) verso Fratelli d’Italia che raccoglie 179.118 suffragi (14,98%), Lega 64.399 (quasi dimezzata rispetto alle regionali: 5,38%), Forza Italia 48.746 (in crescita: 4,07%) Noi moderati 18.794 (1,57% a dimostrazione della difficoltà a trasferire il consenso locale sul piano nazionale). La coalizione assomma 311.057 voti ( 26,02%)

Europee 2024. I dati coalizionali rappresentano soltanto una forzatura statistica essendo la competizione europee regolata da una formula proporzionale con sbarramento. In ogni caso la somma di Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia (inclusa “Noi Moderati) realizza 275.802 voti (21,13% sul totale degli aventi diritto, in evidente arretramento).

Pur perdendo voti e punti percentuali Fratelli d’Italia conferma la propria egemonia nello schieramento: 167,508 voti (12,83%, più di 2 punti effettivi in meno). Lega 55.560 (4,25%, un calo dell’1,13%), Forza Italia con Noi Moderati 52.734 (4,04%, a dimostrazione che le fusioni elettorali non funzionano mai, normalmente si perde a destra come a sinistra).

Regionali 2024: Eletto Bucci con 291. 093 voti pari al 21,69% sul totale degli aventi diritto (-5,39% rispetto a Toti nel 2020).

La coalizione di centro destra ha raccolto 271.809 pari al 20,25% sul totale degli aventi diritto – 6,16% rispetto al 2020), in arretramento anche rispetto alla somma dei partiti di centro destra nelle Europee 2024 dello 0,88%.

Fratelli d’Italia mantiene il primato nella coalizione (già conseguito nelle Politiche 2022 e nelle Europee 2024) con 84.816 voti (6,32% sul totale degli aventi diritto) cedendo 82.692 voti rispetto al dato delle Europee svolte nello scorso giugno. Le due liste “civiche” ( in realtà Vince Liguria può essere considerata l’erede della totiana “Cambiamo” che nel 2020 aveva raccolto 141.629 voti pari al 10,56% sul totale degli avanti diritto) assommano 85.269 voti ( 6,35% sul totale degli aventi diritto) drenando in effetti il calo del partito della presidente del Consiglio.

La Lega totalizza 47.652 voti (3,55% sul totale degli aventi diritto , con una flessione rispetto alle Europee 2024 dello 0,70%) . Anche Forza Italia perde voti rispetto alle Europee scendendo a 44.849 (con Noi Moderati aveva messo assieme nel giugno scorso 52,734 suffragi). Da tener conto i 7.294 voti dell’UDC (in crescita rispetto all’unica comparazione possibile quella del 2020 quando la lista dello scudo crociata si era fermata a 4.074 voti. In coda nella graduatoria del centro destra la lista di Alternativa Popolare di Bandecchi con 1.929 voti.

CENTRO SINISTRA

REGIONALI 2020. Ferruccio Sansa, candidato dello schieramento composto da PD, 5 stelle, Lista Sansa, Sinistra -Linea Condivisa e Europa Verde era stato sconfitto da Toti ottenendo 265.506 voti (19,13%) mentre la coalizione si era fermata a 242.652 suffragi (18,10%, un punto in meno dei voti toccati dal candidato Presidente)l

PD 124.586 voti (secondo partito dietro la lista personale di Toti: 9,29%), M5S 48.722 (3,63%, non si può omettere di far notare come nelle elezioni politiche del 2018 il Movimento avesse ottenuto 259.264 voti pari al 21,08% sul totale degli aventi diritto. In 2 anni un calo del 17,45% effettivo per un valore di circa 210.000 voti perduti). La lista personale di Sansa 44.700 voti (3,33%), Sinistra – Linea Condivisa 15.451 (1,15%), Europa Verde 9.193 (0,68%). Deve essere rilevato come per le elezioni 2024 Linea Condivisa risulta confluita nella lista del candidato Presidente Orlando, mentre Sinistra Italiana, Europa Verde e Lista Sansa sono confluite nella lista AVS: da ricordare allora come la somma delle 3 liste nel 2020 era stata di 69.344 voti (5,12%).

POLITICHE 2022. I candidati uninominali della coalizione di centro sinistra formata da PD, Alleanza Verdi Sinistra (AVS), da +Europa e dalla lista Di Maio con il Centro Democratico raccolgono 222.585 voti (18,62% sul totale degli aventi diritto: 0,52% in più della coalizione che aveva sostenuto Sansa ma con 20.000 voti in meno a causa dell’aumento dei voti validi, assente il M5S e inglobato + Europa nella coalizione, irrilevante come vedremo l’apporto della Lista Di Maio).

Il PD ha ottenuto 163.076 voti (13,69% con un aumento percentuale del 3,40%) Alleanza Verdi Sinistra 30.573 voti (2,55%, all’incirca la metà di quanto messo assieme nelle Regionali 2020 dalle tre liste Sinistra Linea Condivisa, Sansa, Europa Verde). Più Europa 24.788 voti (2,07%) e la lista Di Maio 4.148 (0,34%). In sostanza il centro sinistra rimane lontano dal centro destra per 88.472 voti (2 punti virgola 51 sul totale degli aventi diritto)

EUROPEE 2024.

Ricordando ancora la formula elettorale proporzionale in uso nelle elezioni europee in questa occasione una possibile coalizione di centro sinistra sarebbe risultata composta soltanto da PD e AVS, considerata la posizione del M5S alle politiche e la confluenza di + Europa con il centro di Italia Viva.

Il PD ha ottenuto 164.470 voti (circa 1.000 voti in più rispetto al 2022. 12,60% con una flessione percentuale dell’1,09% sul totale degli aventi diritto, numero mutato per via del ritorno nelle liste dei residenti all’estero). AVS 48.069 (3,68%, un incremento dell’1,13%). La somma PD + AVS 212.539 (16,28%, – 2,34% rispetto alla coalizione per le politiche 2022).

M5S

Nelle europee di giugno 2024 il M5S ha avuto 63.727 voti perdendo 31.281 voti rispetto alle politiche 2022 (dove ne aveva realizzato 95.008: in percentuale 7,94%, nel 2024 4,88 % con una diminuzione dello 3,06%).

La somma PD + AVS + M5S alle europee 2024 consisteva in 276.266 voti .

CENTRO

Complesse le vicende elettorali legate alla ricerca del “Centro”. Cerchiamo di dipanare la matassa per quanto possibile.

REGIONALI 2020

Al centro si presenta la candidatura Massardo sostenuta da una lista formata dal PSI, + Europa, Italia Viva: la candidatura ottiene 16.546 voti (1,23%) mentre la lista ne assomma 15.083 (1,12%)

POLITICHE 2022

Mentre + Europa si schiera con il fronte progressista con PD e AVS, Azione e Italia Viva presentano propri candidati. il risultato è di 53.490 voti (4,47%). Un progresso di circa 37.000 voti sulla candidatura Massardo (3,24% di crescita in percentuale sul totale degli aventi diritto)

EUROPEE 2024

Italia Viva e Azione si presentano separatamente e + Europa entra in lista con Italia Viva. Entrambe le liste non superano lo sbarramento sul piano nazionale. La lista Italia Viva e + Europa ottiene 23.397 voti (1,79%) Azione 22.087 (1,69%, in quella che si potrebbe definire una competizione personalistica al ribasso compiuta senza tener conto della formula elettorale proporzionale).

La somma delle due liste sarebbe stata di 45.484 voti, in calo di 8.006 voti rispetto alla lista unitaria 2022 (dal 4,47% al 3,48%: un calo dello 0,99%).

REGIONALI 2024

Nelle elezioni regionali 2024 di cui stiamo cercando di analizzare l’esito si è presentata sul versante del centro sinistra una coalizione formata da PD, M5S, AVS, una lista centrista monca dopo una feroce polemica della componente Italia Viva costretta a ritirare i suoi candidati e due liste “civiche” l’una “del Presidente ” e l’altra espressione di istanze territoriali.

La coalizione ha raccolto complessivamente 269.169 voti ( 20,06% sul totale degli avanti diritto migliorando di quasi 2 punti il dato della coalizione che nel 2020 aveva sostenuto Ferruccio Sansa comprendente anche in quel caso il M5S).

Dal punto di vista delle singole forze politiche:

a) il PD flette leggermente rispetto alle europee scendendo da 164.470 voti a 160.148 ( 11,93% sul totale degli aventi diritto)

b) AVS, sempre rispetto alle Europee flette di circa 14.000 voti da 48.069 (3,68% sul totale degli aventi diritto) a 34.721 (2,58%, quindi un -1,10% sul totale degli aventi diritto). E’ risultato cos’ inutile l’apparentamento con la Lista Sansa;

c) le due liste “del Presidente” sommano 38.943 voti (2,90% sul totale degli aventi diritto) una cifra fortemente inferiore a quella raccolta delle “omologhe” presenti nel centro destra, ma in quel caso c’è da tener conto dell’eredità della totiana “Cambiamo” del 2020;

d) la lista “centrista” comprendente Azione ma non Italia Viva per via del veto imposto dal M5S ottiene 9.813 voti (0,73% sul totale degli aventi diritto). Nel 2020 la candidatura centrista di Massardo aveva avuto 16.546 voti (1,23%) e la lista collegata 15.083 (1,12%). Le due liste separate presentate alle Europee 2024 avevano assommato 45.484 voti (8.006 voti in meno rispetto alla lista unitaria delle politiche 2022: in percentuale i centristi divisi in vario modo tra il 2024 europee e il 2024 regionali perdono circa 34.000 voti).

e) Infine capitolo a parte per quel che riguarda il M5S. Ci limitiamo ai numeri. Ripetiamo il dato già esposto poco sopra: Nelle europee di giugno 2024 il M5S ha avuto 63.727 voti perdendo 31.281 voti rispetto alle politiche 2022 (dove ne aveva realizzato 95.008: in percentuale 7,94%, nel 2024 4,88 % con una diminuzione dello 3,06%). Nelle regionali oggetto di questa analisi (ottobre 2024) il M5S presente nella coalizione di centro sinistra ha avuto 25.670 voti (18.000 voti in meno rispetto alle Europee di giugno e 49.000 voti in meno rispetto alle politiche 2022). Percentuale 2024 regionali rispetto agli aventi diritto: 1,91%.

AL DI FUORI DAI POLI

Al di fuori da centro-destra e centro-sinistra sono state presentate 7 candidature alla presidenza della giunta Regionale con altrettante liste d’appoggio: nessuna tra queste – candidature e liste – ha superato l’1%.

Possiamo suddividere questo risultato in possibili aree di riferimento:

1) Ex- 5 stelle: Uniti per la Costituzione (Candidato presidente Morra, ex-senatore e presidente della Commissione Antimafia). La candidatura ha avuto 5.224 voti e la lista 4.934 ( 0,38% e 0,36%)

2) Candidature e Liste di sinistra comunista di diversa ispirazione : PCL e Per l’alternativa, la somma dà 7.178 voti per le candidature e 6.733 per le liste (0,53% e 0,50%). Nessuno prende più in considerazione l’ipotesi, non dell’alleanza ma di una “desistenza strategica” come è capitato di fare nella nuova sinistra anni’70 ;

3) Candidature e Liste sovraniste e di tradizione leghista (Toscano, Cella, Felice). Somma dei voti per le candidature: 9002, per le liste 8080 (0,67% e 0,60%)

4) Candidatura e Lista di estrema destra (Rosson, Indipendenza) 1668 voti per la candidatura, 1559 voti per la lista (0,12% e 0,11%)

CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE

Si possono individuare due punti d’attacco per un dibattito serio:

1) la crescita dell’astensionismo che non pare arrestabile ed è diventato l’unico elemento di volatilità elettorale;

2) nello specifico della vicenda ligure (analizzate tutte le particolarità che conosciamo) ha prevalso il voto di scambio (con gli evasori fiscali e gli sfruttatori del lavoro nero del Ponente) rispetto al voto d’opinione espressom dal capoluogo di Regione, una grande città come Genova.

Ecco i dati elezione per elezione del nuovo “triangolo”: astensione (comprendente bianche e nulle oltre alla diserzione dalle urne), centro destra, centro sinistra.

REGIONALI 2020

Astensione 47,69%

Centro destra 26,41%

Centro sinistra (con M5S) 19,13%

Totale 93,23%

POLITICHE 2022

Astensione 38,51%

Centro destra 26,02%

Centro sinistra 18,62% (fuori il M5S)

Totale 83,15%

EUROPEE 2024

Astensione 52,07%

Centro destra 21,13%

Centro sinistra 16,28% (fuori il M5S)

Totale 89,48%.

REGIONALI 2024

Astensione 55,52% per i candidati presidenti e 58,10% per le liste

Centro destra Presidente 21,69% Coalizione 20,25%

Centro sinistra Presidente 21,06% Coalizione 20,06%

Totale per i presidenti 98,27% per le coalizioni 98,41%

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1 Commento


  • Enea Bontempi

    L’alta percentuale di astensioni (parlare di astensionismo, come fa l’autore dell’articolo, è del tutto erroneo), che si è registrata in questa tornata elettorale, non significa di per sé che le masse abbiano superato politicamente il parlamentarismo, delegittimandolo. Nel nostro paese chi non va a votare di solito esprime un disinteresse, un rifiuto per la politica in generale, un’avversione dovuta alla ripulsa verso la corruzione dei parlamentari borghesi, verso l’assoluta omogeneità dei loro programmi ecc. Rifiuto e avversione che non sono sintomo di presa di coscienza, ma spesso sfociano nell’individualismo e nel qualunquismo di stampo piccolo-borghese. Si tratta allora di definire, dal punto di vista del marxismo, la differenza che intercorre tra il “boicottaggio” (possibile e realizzabile solo in una situazione prerivoluzionaria o rivoluzionaria, con rapporti di forza tra le classi favorevoli al proletariato), l’“astensionismo” (rifiuto di principio verso la partecipazione alle elezioni borghesi, tipico degli anarchici e dei bordighisti) e l’“astensione” (comportamento di massa passivo e non caratterizzato, o assai poco caratterizzato, politicamente), ragione per cui un rigoroso approfondimento lessicale e teorico di queste pratiche sociali (boicottaggio, astensionismo e astensione, per l’appunto), nonché delle fasi storiche in cui vanno applicate, sarebbe sommamente utile (cfr., come concreto esempio storico, l’atteggiamento dei bolscevichi verso la prima e la seconda Duma ecc.) e servirebbe a prevenire, oltre agli errori terminologici, gli errori politici.

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