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Ustica: archiviazione della verità?

La recente notizia della richiesta dell’archiviazione, da parte della Procura di Roma, dell’inchiesta sulla strage di Ustica, ha riposto di nuovo l’attenzione sulla necessità di fare piena luce su un vero e proprio episodio di guerra che si è consumato nei cieli italiani la notte del 27 giugno del 1980 e che costò la vita ad 81 persone.

Secondo quanto riportato dal quotidiano L’Avvenire:

Secondo la ricostruzione fatta dalla Procura, nella sua richiesta di archiviazione contro ignoti, si esclude che ad abbattere il Dc-9 sia stata una bomba nascosta a bordo e anche la pista dell’attentato terroristico. Gli inquirenti non sarebbero riusciti neppure a identificare i responsabili, nonché la nazionalità dei caccia in assetto da guerra che quella sera erano presenti nei cieli di Ustica e che potrebbero aver provocato l’abbattimento dell’aereo di linea partito da Bologna e diretto a Palermo. Da quanto è emerso ci sarebbe stata poca trasparenza nella collaborazione fornita dai Paesi ai quali l’Italia si è rivolta, con informazioni incomplete, non riscontrabili e in alcuni casi addirittura fuorvianti.

Insomma è continuato un modus operandi, da parte degli “eredi” dei probabili responsabili politici della strage, impernato sull’ occultamento ed il depistaggio degli elementi fondamentali per potere appurare la verità giudiziaria che non ha permesso di fare breccia in quel “muro di gomma” costruito negli anni.

Continua il quotidiano: “Nel dettaglio, come è stato chiarito nelle ultime ore, al vaglio del gip ci sono due richieste di archiviazione. La prima riguarda il fascicolo aperto nel 2008 dopo le dichiarazioni dell’ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga, che sostenne di essere stato informato dai servizi segreti italiani sul fatto che erano stati i francesi a lanciare il missile che abbatté il Dc-9.

Una tesi che è stata ripresa da Giuliano Amato, ai primi di settembre del 2023 e che aveva rimesso al centro del cono di luce dei media la strage.

Il secondo” riporta L’Avvenireè quello avviato nel 2022 dopo un esposto presentato dall’Associazione per la verità su Ustica. In entrambi i casi, come ricostruito, per i pm lo scenario resta comunque quello della battaglia aerea ed è stata esclusa la pista della bomba esplosa a bordo”.

Insomma la pista più attendibile, non ha ha trovato prove per essere confutata, ma allo stesso tempo le indagini non hanno portato all’individuazione dei responsabili non per scarsa volontà soggettiva ma per scarsa collaborazione, per usare un eufemismo.

La vicenda che sembrava potesse riaprirsi dopo l’intervista di Giuliano Amato su La Repubblica alla fine dell’estate del 2023, i cui contenuti sono stati confermati poi dall’ex presidente del consiglio in una successiva conferenza stampa  è poi riposta di nuovo nell’armadio della vergogna dei tanti episodi di “guerra a bassa intensità” che ha conosciuto il nostro paese dalla strage di Piazza Fontana alla Banda della Uno Bianca.

Come Rete dei Comunisti abbiamo co-organizzato, in tre città, la mobilitazione “Stato Francese, assassino NATO” nel settembre del 2023 e promosso un momento di ulteriore approfondimento – alla fine ottobre di quell’anno – che si è svolto proprio a Bologna, sede del Museo dedicato a quella strage.

Una iniziativa in cui abbiamo, tra l’altro, approfondito il probabile ruolo della NATO e delle forze francesi nellabbattimento del volo civile il 27 giugno 1980 sulla scorta di inchieste giornalistiche e puntuali ricostruzioni storiche.

La richiesta di archiviazione arriva come atto finale di una lunga operazione di insabbiamento e depistaggio che ha attraversato governi di ogni colore, servendo sempre gli interessi delle potenze imperialiste che dominano la scena politica italiana.

La Procura, impotente, di fronte alla scarsa volontà politica di esercitare una qualche forma di pressione sui propria alleati, ha deciso di chiudere il caso, gettando la spugna.

Ma la verità storica e politica è sotto gli occhi di tutti: la strage di Ustica non è stata un incidente, e le forze armate francesi e statunitensi sanno bene cosa accadde quella notte. Il problema non è la mancanza di prove, ma la volontà di nasconderle, e la complicità italiane dello “Stato Profondo” che volle tenere tutto nascosto dalla sera stessa della Strage.

Una volontà di nascondere e depistare che portò ad accelerare anche i preparativi per la strage del 2 agosto dello stesso anno da parte dei mandanti dell’attentato alla stazione ferroviaria come stato confermato in ambito giudiziario.

L’associazione delle vittime della strage non ci sta. La sua presidente Bonfietti – secondo quanto riporta il Fatto Quotidiano – vuole che la diplomazia e il governo chiedano conto ai paesi amici ed alleati quale era lazione criminosa che stavano conducendo quella notte e perché ancora dopo 45 anni non riescono a rivelare la paternità di coloro che hanno abbattuto un aereo civile in tempo di pace”.

Continua:

Vogliamo poter scrivere, per un problema di dignità nazionale, anche lultimo pezzo di storia della vicenda. Hanno abbattuto un aereo civile, chi è stato? Voglio poterlo scrivere.

Archiviare significa esplicitamente sotterrare la possibilità di individuare ufficialmente i responsabili e riconoscere che la NATO ha sacrificato 81 civili in una battaglia aerea mai dichiarata in un contesto di militarizzazione del Mediterraneo. Questa decisione non è solo un colpo alla giustizia, ma unulteriore legittimazione dellimpunità con cui gli apparati militari occidentali possono operare, oggi come ieri, senza rendere conto a nessuno.

Oggi come nel 1980, l’Italia è un avamposto militare dellimperialismo occidentale, complice attiva delle strategie di guerra portate avanti da USA, UE e NATO. Non solo esegue gli ordini, ma si presta direttamente a partecipare o coprire i peggiori crimini dellalleanza atlantica. La sua adesione alle politiche NATO ed europee non è una costrizione, ma una scelta politica, funzionale agli interessi di un blocco di potere servo di due padroni.

Le guerre di ieri e di oggi hanno la stessa matrice: l’imperialismo occidentale che impone la sua legge con ogni mezzo, anche sacrificando vite innocenti.

Con il progetto di Difesa Comune Europea, finanziato con miliardi di euro, l’UE non si limita più a essere un pilastro della NATO, ma intende strutturarsi come blocco militare autonomo, pronto a intervenire con ancora più aggressività nelle aree di interesse strategico.

L’archiviazione della strage di Ustica si collega direttamente a questa traiettoria: il silenzio di ieri sugli eccidi della NATO – da Piazza Fontana in poi – è funzionale alla legittimazione delle nuove avventure militari di oggi. La lotta per la verità sulla strage di Ustica non si chiude con questa richiesta di archiviazione: resta un nodo politico e storico che deve essere affrontato con larma della memoria, dellinchiesta indipendente e della mobilitazione contro la NATO, lUE e il loro nuovo progetto di guerra permanente.

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2 Commenti


  • Andrea

    quella sera da un mezzo dell’Areonautica Militare in volo venne inviato l’Allarme di intrusione aereo non identificato.I 2 piloti moritono 1a settimana prima di essere interrogati nell’incidente delle Frecce Tricolori di Ramstein. evento piu’ unico che raro


  • Andrea Curtetti

    Su indicazione di un amico (che ringrazio) ho letto questo interessante articolo. Il precedente e puntuale commento mi ha fatto ricordare i decessi di numerosi potenziali testimoni della strage di Ustica. Scomparvero i due sopracitati piloti, Ivo Nutarelli e Mario Naldini, nella sciagura di Ramstein (mai chiarita, ne’ dalle autorità italiane, ne’ da quelle tedesche), e diversi ufficiali e sottufficiali dell’Aeronautica Militare (fra cui due addetti ai centri di controllo radar). Inoltre, la perizia del medico legale incaricato dell’autopsia del pilota libico del cacciabombardiere MIG 23 precipitato sulla Sila, che dimostra che il decesso non poteva essere avvenuto in data 18/7/1980, ma almeno 20 giorni prima (e quindi verosimilmente la notte della strage, in data 27/6), e la testimonianza di un pastore, che vide un oggetto in fiamme solcare il cielo e cadere sulle montagne nella sera del 27, non sono mai state prese in considerazione.

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