Ieri si è concluso con successo il primo volo nello spazio “tutto al femminile” firmato Blue Origin, l’azienda aerospaziale di Jeff Bezos. A bordo c’era la futura moglie del fondatore di Amazon, Lauren Sànchez, la cantante Katy Perry, una conduttrice televisiva, una produttrice cinematografica, un’ex scienziata della NASA e un’attivista per i diritti civili, nominata per il Nobel per la pace, Amanda Nguyen.
L’obiettivo era di “incoraggiare le donne a inseguire i propri sogni e spingerle a lavorare nel campo della scienza” ma francamente non si sa bene come volevano raggiungerlo visto che, come dice lo stesso Corriere della sera, questo volo aveva più che altro “il sapore di un addio al nubilato di lusso”: attillatissime tute spaziali blu realizzate da due stilisti – che “aggiungono un tocco di brio allo spazio” (cit. Sànchez) -, risate, urla, “What a wonderful world” cantata da Katy Perry in assenza di gravità, discorsi emozionati ammiccanti al matrimonio dell’anno, abbracci e baci alla terra al ritorno.
Guardando – con orrore – a tutto ciò ci viene in mente Valentina Tereškova, la prima donna a volare nello spazio, da sola, nel 1963 (62 anni fa!). Non solo una donna, ma un’operaia, una sarta, proveniente da una famiglia modesta, ma vissuta in un paese – l’Unione Sovietica – che faceva in modo che anche le sarte o i figli dei falegnami come Jurij Gagarin, il primo uomo nello spazio, potessero raggiungere i più alti gradi di istruzione e volare nello spazio.
Niente di più diverso dal volo “glamour” a cui abbiamo assistito ieri, che invece ci racconta che oggi le donne possono “inseguire i loro sogni” solo se sono privilegiate o sfacciatamente ricche o famose. E che ci conferma che questo invito a lavorare nel campo delle scienze (le famose materie STEM) è solo funzionale ad arricchire gente come Bezos e non certo per scopi sociali.
Perché oggi il mondo della formazione e della ricerca sono finanziati ormai quasi esclusivamente da e per interessi privati e la selezione all’ingresso fa in modo che se non parti da una buona condizione economica di partenza, lo spazio te lo puoi solo sognare.
E lo sanno bene le ragazze, le donne e le libere soggettività che a fatica intraprendono percorsi di istruzione e formazione per poi finire spesso escluse, ricattate, discriminate o con salari più bassi di quelli degli uomini… e che adesso devono anche vedersi i selfie delle star dallo spazio.
Cara Valentina, pensando a dove siamo arrivate dal 1963 a oggi ci viene solo da chiederti perdono per come sono andate le cose finora, ma ti giuriamo che faremo in modo di cambiarle!
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Pasquale
Valentina perdonali. Sono solo americanate!!!
Sergio Binazzi
sempre onore alla grande Valentina. oggigiorno purtroppo ci sono donne come von der leyen, meloni,picerno o la callas ed altre che ledono la dignità delle donne, oltre al fatto che solo a personaggi come loro viene data la possibilità di inseguire i propri sogni.
Ta
«Insegui i tuoi sogni, ma prima seleziona il metodo di pagamento»…
Katia Besagni
grazie per il bellissimo articolo!