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“Perché chiediamo di annullare la partita Italia-Israele il 14 ottobre a Udine”

Il Comitato per la Palestina – Udine, insieme a tante persone che condividono la nostra analisi e i nostri valori, ha voluto coinvolgere realtà associative, tifoserie, associazioni sportive, e la società intera, indirizzando appelli in merito alla partita Italia-Israele, in programma per il 14 ottobre 2025.

Riteniamo irricevibile la proposta di giocare comunque la partita devolvendo l’incasso della vendita dei biglietti a Gaza. La nostra volontà di sensibilizzare il mondo sportivo e la cittadinanza rimane la stessa. Scriviamo perché farlo è un imperativo morale: lo stato di Israele sta commettendo un genocidio ai danni del popolo palestinese che vessa da decenni.

Da ottobre 2023 ad oggi il conto delle vittime civili supera 65.000 (per lo più donne, bambini ed anziani), di questi 650 erano atleti e la maggior parte proprio calciatori.

A proposito delle affermazioni: “lo sport non c’entra con la politica” o “gli atleti non devono essere coinvolti dalle guerre” ricordiamo alcuni nomi: Suleiman Al-Obeid, Mohammed Al-Thalatini, Yousef Al-Najjar, Abdul Qadder Abu-Samra, Karim Shaat, Salah Abu-Dalou, Abdulruhman Abu-Ghola, Sobhi Abu-Samra, Abdullah Jarada, Nasr Jarada, Mohammed Salem.

Sono i nomi di dieci ragazzi. Dieci giovani promesse del calcio palestinese. Tutti minorenni. Compagni di squadra nell’Accademia Al-Mohtarefeen. Tutti uccisi dall’esercito israeliano in diversi raid contro i loro quartieri a Gaza City. Sono oltre 100 i calciatori delle accademie giovanili di calcio palestinesi ad essere stati uccisi da Israele, senza dimenticare che a Gaza si conta il più alto numero di bambini e bambine amputate al mondo.

Ma ancora, evidentemente, non basta. Gli interessi legati al calcio, interessi che non hanno nulla di sportivo, contano più di migliaia di vittime.

Dobbiamo e vogliamo chiedere con fermezza che la partita del 14 ottobre allo stadio Friuli non si giochi.

Lo chiediamo al Governo Italiano, tra i più intimoriti nel condannare lo stato genocida di Israele; lo chiediamo al ministro dell’Interno Piantedosi che, tramite il Prefetto di Udine, impone lo svolgimento della partita; lo chiediamo all’Udinese Calcio – concessionaria dello stadio – che ha dato disponibilità ad accogliere la squadra israeliana e che, attraverso il direttore generale Collavino, si definisce addirittura “entusiasta” di ospitare nuovamente un match di tale livello, come si legge dal sito ufficiale.

Non possiamo fare finta di niente, non possiamo giocare a palla come se si potesse dimenticare, foss’anche per due ore, l’orrore che devasta la Palestina.

Noi, che viviamo in Friuli e amiamo questa terra, riteniamo un affronto che la città di Udine, medaglia d’oro alla Resistenza, si macchi per la seconda volta di tale accettazione.

Noi non saremo conniventi. In un momento in cui appare chiara la grande distanza che c’è tra le istituzioni e il popolo, non vediamo altra scelta che promuovere azioni dal basso.

Così chiediamo ai tifosi dell’Udinese – che legittimamente considerano lo Stadio Friuli casa propria – di disertare gli spalti il 14 ottobre e far sentire la propria voce contro lo svolgimento della partita.

Chiediamo a tutti voi – giocatrici, giocatori, dirigenti, genitori e accompagnatori – di non andare allo stadio il 14 ottobre, anche qualora i biglietti della partita vi venissero regalati.

Chiediamo a tutte le associazioni e società sportive, di schierarsi per l’annullamento della partita, l’indisponibilità dello Stadio e l’estromissione della nazionale israeliane da FIFA e UEFA.

Infine chiediamo a tutte e tutti di agire e di partecipare al corteo che si svolgerà a Udine il prossimo 14 ottobre. Partiremo da Piazza della Repubblica alle 17.30 e attraverseremo il centro di Udine fino a Piazza I Maggio.

Comitato per la Palestina – Udine e le decine di realtà partecipanti alle assemblee pubbliche

*****

L’ipotesi che il Mossad — il servizio segreto israeliano — possa scortare la nazionale israeliana durante la partita contro l’Italia a Udine il 14 ottobre ha acceso un grande dibattito politico e istituzionale.

Secondo quanto inizialmente riportato dalla Gazzetta dello Sport ripreso poi da altri media, i giocatori saranno prelevati all’aeroporto per essere scortati fino a una struttura “top secret”, con vigilanza continua.

Il Dipartimento della Pubblica Sicurezza iatliana ha smentito: secondo il governo nessun servizio di intelligence straniero opererà a Udine in occasione dell’incontro Italia–Israele.

Il clima attorno all’evento è tesissimo. In città, l’allerta sicurezza è ai massimi livelli: le proteste in favore della Palestina stanno animando le piazze italiane da settimane e l’ipotesi di una forte presenza di manifestanti a Udine non è affatto remota.

Il sindaco di Udine aveva chiesto che la partita venisse rinviata, sostenendo che non ci fosse il clima adatto a celebrare un evento sportivo di portata nazionale. Ma la richiesta è stata respinta dalla FIFA.

Dai banchi di Alleanza Verdi e Sinistra (AVS) la richiesta di sapere quale “mandato” fosse stato concesso al Mossad e soprattutto quali regole d’ingaggio imposte.

È stata evocata un’analogia con Parma, dove durante un evento del giornale Open a settembre scorso con l’ex premier israeliano Olmert, a supporto delle forze dell’ordine italiane per garantire la ‘sicurezza’, c’era anche il Mossad.

Al di là dei protocolli di sicurezza, della presenza o meno del Mossad, della sovranità nazionale appaltata, resta tra tutte una domanda:

che messaggio trasmette uno Stato (l’Italia) che accoglie con tutti gli onori una squadra nazionale che rappresenta un Paese accusato di genocidio a livello internazionale (leggasi Onu), il cui premier è accusato dalla Corte Internazionale di crimini contro l’umanità, la cui squadra schiera giocatori che hanno servito nell’esercito che sta compiendo il massacro del popolo palestinese?

da InsideOver, 7 ottobre 2025

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2 Commenti


  • Sara

    Quindi i calciatori israeliani hanno colpa per il loro stesso governo? Bene pare che per voi sia proprio così.ed è anche legittimo pensarlo.
    Se il ragionamento che state facendo fosse davvero questo allora anche voi avreste colpa visto,detto da voi, il governo italiano ha colpe contro il genocidio palestinese. Giusto? Due Stati diversi ma la realtà delle azioni la stessa? Confermate?


    • Redazione Contropiano

      Provocare sperando che chi risponde non sappia nulla, è audace. Ma non intelligente. I calciatori israeliani – come ogni cittadino di quello stato – ha prestato servizio operativo dell’Idf. Non sappiamo ovviamente chi abbia sparato, manovrato droni, fatto intelligence o altre funzioni. Ma sono stati soldati – richiamabili – in un genocidio. O, al massimo, l’hanno tollerato.
      Mentre i calciatori palestinesi sono stati in buona parte uccisi o mutilati.

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