Le istituzioni europee, come prevedibile, vanno sempre più a destra. A confermarlo è la notizia che fine anno la prevista missione del Parlamento europeo sul monitoraggio dello stato di diritto in Italia non si farà.
La proposta era stata avanzata dalla commissione Libertà Civili (Libe) del parlamento di Strasburgo, ma non era una missione “ad hoc” sull’Italia come “osservata speciale”. Infatti, periodicamente vengono organizzate missioni analoghe negli altri Stati membri dell’Unione Europea.
La commissione Libe è nata nel 2018 a seguito degli omicidi di alcuni giornalisti a Malta e in Slovacchia, e poi ha allargato il suo spettro nel 2019, con l’obiettivo di effettuare analisi, audizioni, missioni e proporre iniziative al Parlamento europeo. Il gruppo di lavoro ha programmato audizioni e missioni in Stati membri della Ue come Italia, Ungheria, Grecia, Bulgaria e Spagna al fine di verificare il rispetto dello stato di diritto.
Ma quando si è trattato dell’Italia, la conferenza dei capigruppo ha visto coalizzarsi una maggioranza di destra composta da popolari, conservatori ed estrema destra, facendo scomparire la missione dal calendario dei lavori. Lo stop è avvenuto con un repentino cambiamento di posizione del Ppe, che in commissione aveva detto inizialmente sì alla missione, ma poi ha cambiato idea. Non è la prima volta che Popolari, liberali di destra e destra neofascista europee condividono le stesse scelte politiche.
In materia di immigrazione già a ottobre 2024 si era infatti rivelata una maggioranza fra i Popolari europei guidati dal bavarese della CSU Manfred Weber, e i tre gruppi della destra nel Parlamento europeo: i “Patrioti per l’Europa”, diretti dal giovane lepenista francese Jordan Bardella ed a cui appartiene la Lega; i Conservatori e Riformisti capitanati dal meloniano Nicola Procaccini e dal polacco Joachim Brudzinski e il nuovo gruppo delle “Nazioni sovrane in Europa” guidato dal tedesco dell’AFD René Aust e dal polacco Stanisław Tyszka.
La visita, già inserita preliminarmente nel calendario dei lavori dai coordinatori della commissione Libe, avrebbe dovuto tenersi entro la fine dell’anno e si inseriva nel solco del caso Paragon, mirando a “verificare la situazione italiana in materia di giustizia, libertà di stampa, uso degli spyware e diritti delle famiglie arcobaleno”.
L’iniziativa avrebbe quindi dovuto fare seguito all’audizione convocata sullo stesso tema lo scorso maggio dalla presidente del Gruppo di Lavoro sullo Stato di diritto e la Democrazia, la liberale belga Sophie Wilmès, che invitò a Bruxelles, senza però ottenere risposta, anche i ministri Matteo Piantedosi e Carlo Nordio.
Ma già in quella occasione ci furono polemiche perché il gruppo europeo di Fratelli d’Italia contestò la Wilmès, chiedendo di includere anche gli esperti richiesti dalla delegazione di FdI tra cui figurava il giornalista Tommaso Cerno (direttore de Il Tempo, storico giornale della destra).
L’affossamento della missione in Italia nella conferenza dei capigruppo ha visto un ruolo decisivo dei Popolari europei riproponendo quella maggioranza tra Ppe e destre già vista ormai diverse volte ormai al Parlamento di Srasburgo.
Molti ricordano come lo stesso Ppe in sede di commissione Libertà Civili si fosse fatto promotore di diverse iniziative sul monitoraggio dello stato di diritto, compresa quella in Italia.
Significativo quanto dichiarato da Nicola Procaccini, capogruppo di Ecr (I Conservatori Europei a cui fa riferimento Fratelli d’Italia a Strasburgo) che ha sottolineato come “ormai le maggioranze siano cambiate a Bruxelles, impedendo alle sinistre queste strumentalizzazioni politiche”.
Non sappiamo se in base ai parametri sulle “guerre ibride” indicati dal ministro Crosetto nel suo rapporto presentato al Quirinale qualche giorno fa, possiamo ancora permetterci di criticare l’Unione Europea senza passare per “agenti del nemico”.
Ma è indubbio che clima che si respira in tutte le istituzioni europee ormai da anni, vede quasi naturalmente affermarsi la convergenza tra conservatori, liberali e fascisti. Solo gli illusionisti potevano negare che gli Stati Uniti d’Europa “o sarebbero stati reazionari o non sarebbero esistiti”. Una profezia che ormai ha un secolo ma che rimane di straordinaria attualità.
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