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Firenze. Dove vola l’avvoltoio?

In seguito all’arrivo di una misteriosa “entità profuga” a Gavinana piccoli avvoltoi hanno preso a starnazzare di “degrado” e di “insicurezza” che minaccian Gavinana, quartiere già in preda alla baby gang di piazza Costa…
A sentirli parrebbero proprio gli strilloni della Nazione; parrebbero proprio quella razza impegnata a cavalcare e fomentare “paure” ed “emergenze” per costruire brillanti carriere elettorali e solide politiche repressive, quella malagente che non si vergogna di lucrare sulle sofferenze di uomini e donne in fuga dalla miseria, dalla guerra, dalla povertà. Malagente che ogni giorno, sfruttando ogni possibile debolezza psicologica e luogo comune, prova a rintontirci con spaventose fantasie di mostri assetati di sangue alle frontiere, simili agli alieni di certi film di fantascienza. Lorsignori speculatori sono avvertiti: le fionde sono tese. Ché dovranno fare i conti con chi non è disposto a credere che esistano esseri umani illegali perché privi di documenti. Dovranno fare i conti con chi non è disposto a stare a guardare le ronde, le guerre, il razzismo di stato, i nuovi lager, le leggi razziali…
In passato Gavinana fu una delle poche zone che all’ipotesi di “militarizzazione” contro lo spaccio nel quartiere rispose con la necessità di vivere le piazze e le strade. Anche oggi si conferma l’esistenza di un tessuto sociale sensibile che in questo caso non intende sottomettersi alle logiche dell’esclusione e alla perenne ricerca del capro espriatorio. Un quartiere ad alta densità abitativa, dove ci si batte contro le privatizzazioni ed i tagli alla sanità, dove ancora si cercano di difendere gli spazi di socialità e aggregazione, dove si cerca di impedire la vendita ai privati dei “gioielli di famiglia” come il parco di Rusciano o la scuola Don Facibeni, dove gli spazi abbandonati, si sia d’accordo o meno, diventano spazi di produzione culturale e politica, e non buchi neri dove lo spaccio fa da padrone.

Da parte nostra quel che ci interessa è il confronto, il dar voce, partendo dai valori della solidarietà e dell’aggregazione, ai racconti di chi arriva da quelle zone di guerra prodotto della società iniqua e feroce in cui siamo costretti a vivere. In un mondo dove talvolta le frontiere tra il nord ed il sud sono invalicabili, in cui si vorrebbe che lo scambio di esperienze fosse inibito, vogliamo condividere l’allegria, la forza, il dolore e le sentite scoperte che emergono da ogni viaggio, al fianco di chi viaggia.
Proprio dal confronto, inoltre, ci interessa sviscerare e comprendere da esperienza diretta i meccanismi e le complicità da cui è composto il sistema della “emergenza migranti”, delle deportazioni, delle speculazioni, del trasporto coatto e della detenzione. Le potenzialità di uno scambio tra diversi settori proletari in un quadro in cui la propaganda di regime tende a storpiare e deformare le ricadute materiali proprie della tendenza alla guerra sono infinite: per questo ci interessa costruire un piano che consenta di mantenere un livello di dibattito e di intervento capace di affrontare queste questioni senza filtri di censura o litanie sul degrado e l’insicurezza.

Diamo appuntamento a tutti gli abitanti del quartiere per Mercoledí 20 a partire dalle ore 20.30 per una cena popolare nella piazzetta davanti all’hotel Gavinana.
Un momento di solidarietà e aggregazione durante il quale sarà disponibile un microfono aperto per interventi e contributi per raccontarci e parlare del quartiere che vorremmo!

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