Nei giorni scorsi aveva seminato sconcerto, nella Napoli democratica e popolare che ha confermato plebiscitariamente Luigi De Magistris a Palazzo San Giacomo, una notizia che in genere viene considerata "minore", ma che segnalava una contraddizione. I vigili urbani di Napoli avevano infatti notificato un provvedimento definito pre-daspo (un preavviso di allontanamento dall città, o dalla zona dell'identificazione, a un fioraio ambulante. Ovviamente privo di licenze e autorizzazioni comunali.
Il "daspo" è una delle misure inserite dal famigerato "decreto Minniti", ora trasformato in legge, sul cosiddetto "decoro urbano" (vedi anche https://contropiano.org/interventi/2017/05/11/decreto-minniti-gli-effetti-collaterali-091771 e https://contropiano.org/news/politica-news/2017/04/14/decreto-minniti-dilata-larea-degli-abusi-divisa-090899). Sperimentato contro i tifosi negli stadi, in pratica equivale a un "foglio di via", altra misura famosa durante il ventennio fascista e ora tornata in auge sotto il governicchio "democratico"-alfaniano. Il "decreto Minniti", oltre che alle forze di polizia e dunque ai prefettti, ne affida l'operatività anche ai sindaci in vena di improvvisarsi sceriffo.
Un controsenso – questa l'opinione comune in città – che un'amministrazione comunale di tutt'altro orientamento lo facesse applicare tramite la polizia municipale.
Sulla vicenda è ora intervenuto direttamente De Magistris, che preannuncia una soluzione logica e semplice del caso e di fatto sconfessa l'arbitrarietà dell'operato di quella pattuglia di vigili.
«La mia opinione personale è che il pre daspo a un fioraio sembra un non senso al di là della correttezza formale o meno, tanto è vero che ho deciso di far venire il fioraio nel mio ufficio, a lui daremo un’autorizzazione per dargli modo di vendere i fiori in modo regolare nella nostra città, con un bel luogo in cui nessuno lo potrà disturbare e nessuno potrà applicargli, un domani, un d’aspo». Così il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, a margine della presentazione del Pon metro a Castel dell’Ovo, commenta la misura applicata, in ottemperanza della legge Minniti, dalla polizia municipale nei giorni scorsi, ad un fioraio ambulante. Il primo cittadino, che dell’episodio ha parlato anche con il comandante della Polizia Municipale, Ciro Esposito, ribadisce la necessità dell’emersione del lavoro nero, precario e border line, come è stato fatto negli ultimi anni, concedendo circa 5 mila autorizzazioni agli ambulanti per svolgere il loro lavoro «accettando le regole della città, le regole del vivere comune, del decoro, uscendo dal limbo della precarietà».
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