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Trieste. Potere al Popolo denuncia il Comune per apologia di fascismo

A Trieste 12 giugno 2024, le istituzioni hanno celebrato la Decima MAS. In questi giorni PAP FVG sta presentando alla Procura della Repubblica di Trieste degli esposti per denunciare l’apologia del fascismo e reati correlati. Lo stiamo facendo assieme ad alcunə compagnə del PCI e antifascistə della comunità slovena.

Vogliamo denunciare i fatti che si sono verificati di fronte alle autorità dello Stato, della Regione FVG e del Comune di Trieste durante la cerimonia tenutasi al Parco della Rimembranza di San Giusto.

Davanti al cippo che ricorda la partenza delle truppe jugoslave da Trieste il 12 giugno 1945 sono stati esposti stendardi della famigerata X MAS (1) e bandiere della Repubblica di Salò con i loro simboli caratterizzati dal fascio littorio. I rappresentanti delle Autorità presenti, invece di far rimuovere tali simboli, si sono complimentati con chi li esibiva nella consapevolezza di richiamarsi così al regime fascista che la Costituzione italiana condanna e bandisce.

Questi gravi fatti che denunciamo si inseriscono a pieno titolo nel processo di riscrittura della storia, volto a cancellare le radici antifasciste e democratiche della Costituzione.

Il revisionismo storico non è un fenomeno recente. In Italia non si sono mai fatti i conti definitivamente con i crimini del fascismo. Questa riscrittura che si fonda sul mito degli italiani brava gente e sul giustificazionismo del fascismo volto a tutelare una immaginifica identità nazionale, si basa su testi di autori fascisti, legati sin dal dopoguerra al Movimento Sociale Italiano (Msi) e i cui eredi occupano ancora oggi gli scranni più alti del Parlamento.

Ma c’è di più: la criminalizzazione di chi ha lottato e liberato i propri popoli dalla miseria della guerra e dall’occupazione nazifascista è conseguenza diretta delle politiche neoliberiste dell’Unione europea e della Nato. Va perciò letta nel contesto più ampio della crisi del sistema capitalista avanzato, che provoca l’attacco diretto delle classi dominanti di tutto il “mondo occidentale” alla pace e alle condizioni di vita delle classi popolari. Ne è un esempio l’infame risoluzione del Parlamento europeo del 2019 che equipara nazismo e comunismo, che fu votata da tutti i gruppi politici europei, dai socialisti alla destra e da tutti i partiti italiani dal Pd, alla Lega e Fratelli d’Italia con l’astensione del M5s e il solo voto contrario di comunisti e sinistra europea.

Oggi il sistema capitalista può contare sull’appoggio diretto della destra reazionaria del governo Meloni e sul complice silenzio delle finte opposizioni parlamentari ed è abbastanza scontato che una siffatta distorsione della storia si propaghi in maniera capillare fino alle regioni e ai comuni.

La “Giornata della Liberazione della città di Trieste dall’occupazione jugoslava” del 12 giugno è stata istituita con apposita delibera dal comune di Trieste nel 2020 nel quasi completo silenzio dai banchi dell’opposizione, si inserisce nella campagna di criminalizzazione della Resistenza jugoslava guidata da Tito, che liberò Trieste e che fu di grande importanza anche per i partigiani italiani, tra cui si fornì reciproco supporto e unione nella lotta in nome dell’internazionalismo contro la barbarie nazista e fascista.

Nella denuncia ci siamo riferitə alla recente sentenza delle Sezioni unite della Cassazione del 18 gennaio 2024 in cui si specifica che va punito “chiunque, in pubbliche riunioni, compia manifestazioni esteriori ed ostenti emblemi o simboli propri o usuali delle organizzazioni, associazioni, movimenti o gruppi di cui all’articolo 3 della legge13 ottobre 1975, n.654.” Abbiamo pertanto chiesto alla Magistratura triestina di promuovere un’inchiesta per stabilire le varie responsabilità per una manifestazione che comunque rappresenta un’offesa alla città di Trieste e alle diverse componenti che convivono da sempre in questo territorio.

Sappiamo di stare dalla parte giusta della storia, dalla parte di chi ha lottato fino alla morte per un mondo libero dal fascismo e dal nazismo.

Con questa denuncia formale si intende aggiungere un altro tassello, questa volta sul piano giuridico, alla lotta contro il revisionismo storico e contro questo preoccupante e pericoloso rigurgito neofascista che viene legittimato da più parti e senza vergogna.

Oggi più che mai ci impegniamo a difendere la memoria storica della Resistenza dall’attacco del revisionismo fascista, servo fedele della barbarie capitalista.

(1) Il reparto militare denominato “X MAS” aveva aderito alla Repubblica sociale italiana (RSI), stato fantoccio creato dal governo nazista nel nord Italia sotto la direzione di Benito Mussolini e del suo Partito fascista. Prestando giuramento alla RSI, i membri della X MAS collaboravano insieme ai reparti nazisti nella repressione della lotta antifascista partigiana nonché nella persecuzione razziale e nella deportazione degli ebrei, degli slavi non collaborazionisti, degli antifascisti in genere.

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