L’Unione Sindacale di Base partecipa alla mobilitazione del prossimo sabato 14 aprile a Napoli – indetta dall’Amministrazione Comunale cittadina – contro il tentativo, da parte del governo nazionale e dell’insieme dei poteri forti dell’economia, di scaricare sulla città il peso economico del perverso meccanismo del “debito pubblico”.
Un debito illegittimo, vecchio di diversi decenni, maturato in altre stagioni politiche ed amministrative della città. Un periodo in cui non si è realizzata nessuna positiva soluzione dei problemi dell’area partenopea (dalla fase del post terremoto del 1980 alla recente crisi dei rifiuti) a scapito della qualità dei servizi e delle condizioni di vita e di lavoro dei settori popolari della città.
Oggi si vorrebbe imporre il dissesto alla città aprendo – di fatto – la strada ad una nuova stagione di privatizzazione, di esternalizzazioni, di tagli ai servizi e smantellando ciò che residua del welfare. Si sta preparando, quindi, una ennesima mannaia contro Napoli e la sua area metropolitana.
A fronte di questa situazione l’Unione Sindacale di Base invita i lavoratori tutti alla partecipazione alla mobilitazione del 14 aprile con l’obiettivo di costruire un articolato movimento di lotta politico, sociale e sindacale in grado di opporre un deciso Stop a queste scelte antisociali ed antipopolari.
Intanto – però – sul versante della resistenza sociale e sindacale occorre affiancare la mobilitazione contro il Debito con la ripresa della richiesta, alla Città Metropolitana, di utilizzare ai fini sociali il consistente “tesoretto” costituito dalle centinaia di milioni di Euro che costituiscono il cosiddetto avanzo libero di bilancio.
L’USB sarà in piazza il 14/4, ore 10,00 unitamente agli altri movimenti politici e sociali, per riprendere – dopo le mobilitazioni dello scorso 21 febbraio sotto Montecitorio a Roma e dopo la riuscita assemblea in piazza di sabato 7 aprile – la strada della lotta, dell’unità tra quanti non vogliono pagare i costi di questo ingiusto debito e per respingere le politiche di austerity e di macelleria sociale dei governi nazionali e dell’Unione Europea.
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