Il 21 settembre i lavoratori della CTP (Compagnia Trasporti Pubblici di Napoli) si riuniranno in presidio di fronte alla Città Metropolitana, l’ente pubblico che amministra i trasporti in un’ampia area dell’hinterland metropolitano. La CTP copre un’area compresa tra Mugnano, Melito, Aversa, Licola, Giugliano, Villa Literno e zone limitrofe, dove ogni giorno migliaia di studenti, lavoratori, cittadini devono fare i conti con un disservizio intollerabile che nega il diritto di mobilità di ogni cittadino. Da parte loro i circa 700 lavoratori dell’azienda sono attualmente in attesa di ricevere lo stipendio del mese di agosto, che, a credere alle promesse dei vertici di Città Metropolitana, sarà loro pagato soltanto il 20 settembre.
Questo è soltanto l’ultimo di una lunga serie di episodi e di risoluzioni emanate dalle amministrazioni di CTP e ANM che negli ultimi anni hanno tristemente danneggiato i diritti dei lavoratori, ridotto il servizio pubblico e limitato gravemente il diritto di mobilità dei cittadini. Ormai da anni il servizio pubblico gestito dalle principali aziende metropolitane di trasporti – ANM e CTP – subisce quotidianamente forti limitazioni condizionate dalla strutturale carenza di personale, dalle ripetute riduzioni delle corse, dal malfunzionamento e dal mancato rinnovamento degli impianti. Le soluzioni delle amministrazioni responsabili – Comune (per l’ANM) e Città Metropolitana (per la CTP) – di fronte al rischio di fallimento delle aziende sono state tutte dello stesso tenore: accorpamenti delle linee, taglio degli stipendi, aumento dei biglietti, prepensionamenti, chiusura degli impianti (quattro in pochi anni, di cui l’ultimo a partire dal 1° luglio del 2018, è stato il deposito del Garittone, a Capodimonte, che copriva l’area nord della città). Una gestione privatistica che ha voluto scaricare i costi del deficit di bilancio sui diritti dei lavoratori delle aziende e dei cittadini utenti del servizio, preservando tuttavia i lauti stipendi e i privilegi dei dirigenti amministrativi e spianando il terreno alla futura privatizzazione delle aziende.
Riteniamo tuttavia che privatizzare i trasporti pubblici non sia la soluzione! La privatizzazione non migliorerebbe affatto il servizio e produrrebbe un notevole aumento dei costi per gli utenti, ulteriori tagli di personale e di stipendi, scaricando i costi del servizio sui cittadini e i lavoratori in una città già fortemente in crisi per l’elevato tasso di disoccupazione, il lavoro a nero e i salari da fame!
Da parte loro i vertici politici della città, primi fra tutti il sindaco metropolitano Luigi De Magistris, hanno fatto orecchie da mercante alle richieste dei lavoratori di queste aziende, rappresentate in modo particolare dal sindacato USB, di unire l’ANM e la CTP in una unica azienda metropolitana, accorpandone i bilanci (ad oggi gestiti separatamente da Comune e Città Metropolitana) e riconvertendo l’avanzo positivo di bilancio della Città Metropolitana (circa 400 milioni) in investimenti pubblici adeguati per il miglioramento dei trasporti e dell’organico.
L’Amministrazione comunale, nonostante quanto dichiarato fino a un anno fa non può farlo senza “disobbedire”, con le conseguenze del caso, al vincolo di destinazione che obbliga ad usarli per ripianare i conti e non per salvare le aziende pubbliche dal fallimento. La ragione del mancato utilizzo di questi soldi quindi sta nella volontà politica di impiegarli per far fronte al deficit finanziario della città, rispettando i vincoli del pareggio di bilancio, e tradendo la retorica, tanto usata in campagna elettorale, di voler rompere gli stessi vincoli di bilancio.
Per tutte queste ragioni ci schieriamo apertamente con i lavoratori della CTP e dell’ANM e con i cittadini che ogni giorno soffrono le conseguenze negative della gestione vergognosa delle aziende CTP e ANM e chiediamo fermamente al sindaco De Magistris di destinare i 400 milioni del bilancio di Città Metropolitana a investimenti che ri-funzionalizzino i trasporti pubblici metropolitani, aumentino e rinnovino il numero di mezzi e impianti, assumano il personale necessario.
Per tutte queste ragioni crediamo che la lotta al fianco dei lavoratori della CTP e dell’ANM debba coinvolgere anche gli utenti per riappropriarsi del diritto inalienabile alla mobilità e alla libera circolazione nei propri territori di lavoro e di vita, per ottenere un servizio pubblico, gratuito e funzionante.
Per tutte queste ragioni, infine, parteciperemo numerosi il 21 settembre al presidio dei lavoratori della CTP e il 28 settembre sosterremo con azioni pubbliche lo sciopero congiunto dei lavoratori della CTP e dell’ANM, e invitiamo tutti i lavoratori a farlo, gli studenti, i pendolari, e tutti i cittadini che ogni giorno si vedono negati il diritto alla mobilità!
Ci vediamo il 21 settembre, alle ore 11.00, in piazza Matteotti (NA), per mobilitarci contro i vertici di Città Metropolitana e chiedere il conto all’Amministrazione comunale!
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